Calabria. Conti in ordine nella sanità, ma dove sono le carte?

Illusionisti dell’ultima ora parlano di azzeramento del debito sanitario, ma non spiegano come

Conti in ordine nella sanità, ma dove sono le carte?

Nessuna documentazione è stata esibita nel corso dell’annuncio fatto da Occhiuto sui bilanci chiusi

di Francesca Canino

Noi calabresi siamo fortunati perché abbiamo uomini geniali e capaci al comando, ma, nonostante ciò, siamo sempre gli ultimi in Italia, in Europa e anche nel mondo. L’annuncio dato nelle ultime ore dal presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto sui conti ormai in ordine nella sanità è la prova delle “grandi” capacità del governante locale. Costui, a suo dire, ha messo fine al debito che ha provocato per decenni solo malasanità, ma non ha dimostrato concretamente che i conti quadrano. Non ha, cioè, esibito, almeno finora, le carte. Sì, proprio quelle che “cantano” e non a Sanremo. E non sarà un caso se l’eccezionale notizia è stata divulgata nella settimana sanremese, periodo in cui c’è molta distrazione tra i cittadini. Quest’anno ancor di più, vista la partecipazione al festival di un artista calabrese. Non si parla d’altro e l’annuncio sui conti della sanità in ordine è passata in secondo ordine. Intanto, il commissario-presidente, a un anno e mezzo dalla scadenza del suo mandato, quindi già in campagna elettorale, rende noto di aver raggiunto il risultato sperato nella disastrata sanità regionale, ma non dice come è riuscito ad appianare il debito.

Commissariata da 15 anni per debiti milionari di cui non si è mai saputa la cifra esatta, la sanità calabrese è stata tutta un avvicendarsi di troppi inutili commissari-burattini nominati non per mettere ordine nei conti, bensì per impedire di cambiare la gravosa situazione. Una stasi che ha fatto inevitabilmente crescere il disavanzo e ha evitato loro di rispondere alla domanda cruciale: “A quanto ammonta il debito e chi e come lo ha creato?”. Dopo tanti anni di Piano di Rientro, nulla è ancora stato chiarito, mentre la sanità calabrese pubblica è stata ridotta ai minimi termini. Un disastro in cui ha trovato “terreno di coltura” la sanità privata, ormai all’assalto di fondi, territori e ammalati. In questo tragico contesto, è giunta poche ore fa la notizia che i conti di ASP e Ao sono a posto. Anche a Cosenza, precisa il presidente-commissario Occhiuto

Bene, ma come? Da quel che il presidente ha fatto sapere a riguardo dell’ASP di Cosenza, pare sia stato l’attuale direttore generale Antonello Graziano a far quadrare i bilanci (dal 2018 al 2021) dopo aver esaminato debiti e crediti. Dal 2021 in poi è ancora tutto da vedere. Ma ora non vogliamo guastare la festa al presidente e ai suoi sottoposti, così riportiamo direttamente le parole di Occhiuto: «Ho appena firmato il Dca per l’approvazione dell’ultimo bilancio pendente dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio CalabriaDa questo momento le Asp e le Ao calabresi hanno tutte i bilanci finalmente chiusi. Negli ultimi due anni gli uffici della struttura commissariale hanno fatto un lavoro straordinario e hanno rimesso in ordine i conti della nostra sanità. Un’operazione verità che ha posto fine alla tradizione orale che incredibilmente ho trovato al mio arrivo. Non solo. Abbiamo ricostruito anche il dato storico, come richiesto dalla legge, e nelle ultime settimane abbiamo approvato i bilanci dal 2013 al 2021 per l’Asp di Reggio Calabria, e dal 2018 al 2021 per l’Asp di Cosenza, con i pareri positivi degli organi di controllo. La Calabria – dal punto di vista contabile – è così allineata alle migliori pratiche contabili sanitarie regionali del Paese. Un ulteriore e decisivo passo in avanti verso l’uscita, dopo oltre 15 anni, dal commissariamento della nostra sanità. Tutto ciò – conclude il presidente-commissario – è stato possibile anche grazie alla positiva interlocuzione avuta con il governo e con il Parlamento: capacità di mediazione e rapporti politici e personali spesi con professionalità e autorevolezza ci hanno consentito di raggiungere questo storico risultato».

I rapporti personali sono preoccupanti in casi del genere e inducono a chiedere con maggior forza le carte. Al momento, non si è intravisto uno straccio di documentazione, in questo modo si perpetua quella tradizione orale che Occhiuto dice di aver superato.