Brunori Sas a Domenica In. Ecco la Calabria che va oltre la malasanità e la criminalità senza “pagare” la Rai

Se qualcuno aveva accusato Mara Venier di scarsa attenzione per la Calabria nella puntata di Domenica In celebrata all’Ariston di Sanremo subito dopo il Festival per aver “liquidato” Brunori Sas con poche battute, l’anziana conduttrice ha consumato la sua rivincita. E così ha “raddoppiato” dedicando quasi tutta la puntata di ieri alla Calabria tra il ricordo di Mino Reitano, affidato alla moglie e alle due figlie ma anche a lei stessa, amica di vecchia data di Reitano, e la lunghissima intervista a Dario Brunori, nella quale ha ripercorso non solo la carriera ma praticamente tutta la vita del cantautore cosentino, partendo dalle origini e quindi dai genitori.

Babbo (che veniva da Imola ed era un emigrante all’inverso…) era una figura per me immortale, con la sua perdita c’è stato un crollo totale delle mie certezze. Questo mi ha messo di fronte alle mie priorità e, da quel momento, è nato Brunori Sas, un omaggio all’azienda di famiglia (…) Anche a Sanremo mi chiamavano Bruno, come mio padre. Interiormente questa cosa per me è stata un motore”.

Il nome d’arte Brunori Sas, dunque, è un omaggio all’azienda di famiglia, e lo stesso Dario ha ammesso di aver venduto mattoni per un periodo, prima di dedicarsi completamente alla musica. “Babbo non mi ha mai visto fare il cantante, ma forse da qualche parte mi sta guardando“, ha aggiunto con un velo di nostalgia.

Il cantautore è molto legato anche alla madre Maria Stella, che invece è viva e vegeta e partecipa con grande entusiasmo al successo di Dario: “Si fa chiamare ‘Mammarella Sas’. Viene da una famiglia di musicisti ed è stata a lungo insegnante di canto. Ad un suo prozio, Stanislao Giacomantonio, è intitolato il Conservatorio di Cosenza, ed è stata lei che ha spinto Dario e i suoi fratelli verso la musica. “Ho un ricordo meraviglioso da piccolo nella gioia che provavo a vedere i miei genitori cantare insieme. Lei è una grande fan di Mina. Voleva venire in tournée, ma ho paura di ritrovarmela sul palco”. E ha condiviso un’esperienza televisiva vissuta con la madre nel programma Brunori Sa su Raitre, dove hanno cantato “Insieme”. La signora Maria Stella ovviamente ha cantato benissimo e Dario ha ironizzato sul fatto che non la espone troppo: “Ho paura che poi diventi come la mamma di Brosio e non vorrei ritrovarmi a Medjugorie” ha scherzato il cantautore tra le risate generali.

Il discorso si è spostato poi sull’interiorità dell’artista: “Ho vissuto per molti anni la malinconia come stile di vita, ma adesso vivo nel presente. Ho sempre la famiglia intorno, me la godo. A volte il problema è quando ti crogioli nella malinconia“.

Ma il “pezzo forte” dell’intervista è stato certamente il “dopo Sanremo” di Brunori Sas: “Quando sono tornato a casa ho trovato una bella energia, con un sentimento di rivalsa anche per la regione stessa. Sono stato tramite di un senso di appartenenza, che non è affatto mero campanilismo, che rende orgogliosa la mia gente e sono diventato un eroe regionale…“. Brunori ricorda in particolare l’accoglienza entusiastica ricevuta all’Università della Calabria, dove il rettore gli ha concesso una “residenza” per installare sala prove e studio di registrazione e coglie l’occasione per sottolineare l’importanza di questa collaborazione perché è proprio da qui che parte la rivalsa, il vero riscatto per una narrazione diversa della Calabria e diversa da quella dei politici che continuano a prendere in giro i calabresi. Ed è ancora Dario che afferma con grande soddisfazione che da qui si parte per evitare di parlare delle piaghe più amare che affliggono la Calabria ovvero la criminalità e la malasanità. Senza bisogno di “pagare” tre milioni alla Rai per una ciofeca di Capodanno… Tutto “aggratis” e senza manco un politico al seguito! 

Brunori ha poi detto di essere “innamorato” di Lucio Dalla e di aver scelto per questo una sua canzone “L’anno che verrà” per la serata cover di Sanremo. Ha parlato anche del suo rapporto con Gianni Morandi con il quale ha duettato sulle note di “Vita” in una bella manifestazione a Bologna e, infine, al pianoforte ha intonato, dedicandola alla sua Simona, “Per due come noi” e ha concluso con “L’albero delle noci”, inno d’immenso amore alla piccola Fiammetta. E adesso l’attenzione si sposta sul tour: si parte venerdì 14 marzo a Vigevano, profondo Nord ma con la prevedibile larga partecipazione di “migranti” del Sud.