(di Wanda Marra – ilfattoquotidiano.it) – Un voto ormai scontato (e pleonastico) sulla mozione al Piano Re Arm Eu di Ursula von der Leyen, un voto più sofferto (e anacronistico) sulla quarta risoluzione da inizio legislatura per il sostegno militare a Kiev, con una critica piuttosto esplicita all’azione di Donald Trump, nel giorno che inizia nel segno dei dazi, con l’Europa contro il Presidente degli States.
Arriva senza sorprese il via libera del Parlamento europeo al testo sul Libro bianco della Difesa europea: 419 voti a favore, 204 contrari e 46 astenuti. Dice di sì la maggioranza (Popolari, Socialisti, Liberali), compatta, salvo qualche voto singolo (e le 11 astensioni del Pd). Si spaccano i sovranisti di Ecr, con il sì di FdI e il no dei polacchi del Pis. Dicono sì i Verdi (a eccezione di 8 voti, tra cui i 4 italiani). Tra i contrari, invece, la sinistra Ue (incluso il M5S), i Patrioti per l’Europa (inclusa la Lega) e l’Europa delle nazioni sovrane. Come da previsioni della vigilia, si spaccano le coalizioni italiane: il Pd si divide tra sì e astenuti, M5S e Avs dicono no, alla fine sceglie di dire di sì FdI così come FI, mentre dice di no la Lega. E poi, ci sono delle curiose convergenze: FdI e Pd votano insieme l’emendamento presentato dai meloniani per cambiare il nome del piano da ReArm Eu a Defend Eu. Speculari le difficoltà di Giorgia Meloni ed Elly Schlein.
Subito prima si era votata la quarta risoluzione di sostegno a Kiev. Un testo predisposto in base a una discussione che c’era stata all’ultima plenaria, a febbraio. Prima dell’inizio dei negoziati a trazione Trump, prima dello showdown alla Casa Bianca tra Volodymyr Zelensky e il presidente degli States, prima dei colloqui di Gedda, con Kiev che ha accettato la proposta della delegazione americana di 30 giorni di cessate il fuoco. Ed è lì che l’Eurocamera va in confusione. L’Ue è ora il principale alleato di Kiev in seguito “all’apparente cambio di posizione degli Usa” sulla guerra di aggressione della Russia, si legge nel testo che passa con 442 voti a favore, 98 contrari e 126 astenuti. Se le famiglie europee si schierano come sul voto sulla Difesa, le delegazioni italiane in questo caso si comportano diversamente: il Pd dice sì in blocco, come Forza Italia, FdI si astiene, come i Verdi, dicono no i Cinque Stelle, The Left, la Lega.
Il testo è una critica esplicita e radicale a Trump. Da qui la decisione dei meloniani di dire no. Gli eurodeputati, dunque, criticano fermamente la politica dell’amministrazione Usa “di rappacificarsi con la Russia” e chiedono di “aumentare in modo significativo il sostegno militare a Kiev”, si legge. Inoltre, la risoluzione afferma che Kiev deve essere in grado di rifiutare accordi affrettati e si oppongono fermamente a qualsiasi tentativo di costringere la leadership ucraina alla resa con il solo obiettivo di agevolare un “cosiddetto accordo di pace”. Ancora. “L’Ucraina ha un futuro come Stato membro dell’Ue”, afferma il testo, che chiede inoltre l’introduzione di sanzioni più efficaci contro la Russia. Non manca neanche il sì alla coalizione dei volenterosi.
Per cercare di correggere il tiro, l’aula di Strasburgo approva per alzata di mano un emendamento presentato dal Ppe in cui si chiede di inserire “l’accoglimento con favore della dichiarazione congiunta dell’Ucraina e degli Stati Uniti a seguito del loro incontro nel Regno dell’Arabia Saudita l’11 marzo 2025, compresa la ripresa dell’assistenza militare e della condivisione di intelligence da parte degli Stati Uniti, nonché una proposta per un accordo di cessate il fuoco di 30 giorni”. Non senza ricordare “che il cessate il fuoco può costituire uno strumento efficace di sospensione delle ostilità solo se l’aggressore vi aderisce pienamente; si aspetta pertanto che la Russia lo accetti e lo segua”. Così salta agli occhi una certa schizofrenia della risoluzione. Non a caso il co-presidente di Ecr, Nicola Procaccini (FdI) aveva presentato una mozione per rinviare il voto: “L’accordo tra Usa e Ucraina sembra essere la buona notizia che aspettavamo. Temo che una risoluzione non aggiornata possa solo servire a scatenare l’odio contro Trump e gli Usa”. Richiesta respinta. Equilibrismo di Meloni tra Trump e Ursula in svolgimento.