Da stamattina c’è un presidio alla cittadella ospedaliera di Cetraro.
Il sindaco Angelo Aita si è messo la fascia tricolore, ha fatto un cartello con la scritta “Ufficio del sindaco” e si è seduto insieme ai medici dell’ospedale di Cetraro al banchetto allestito per l’occasione.
“Si tratta di un presidio contro l’arroganza – ha spiegato Aita -, contro lo sperpero di denaro pubblico. Un presidio a difesa del diritto alla salute e dell’ospedale Iannelli di Cetraro. Invito i miei concittadini a fare sentire anche la loro voce. Lottiamo insieme”.
Il sindaco di Cetraro, così come ha fatto poche ore fa anche il consigliere regionale Giuseppe Aieta, cetrarese e predecessore di Aita sulla poltrona di sindaco, protesta contro il piano della nuova rete ospedaliera regionale elaborato dalla struttura commissariale dei famigerati Massimo Scura e Andrea Urbani.
Ce ne siamo già occupati nelle settimane scorse e ribadiamo il nostro pensiero.
Il piano della nuova rete ospedaliera dimostra come Scura ed Urbani non solo non conoscono il territorio, quanto stiano creando le basi perchè la spesa vada sempre più dilatandosi ed i tempi di applicazione del decreto siano di là da venire provocando ritardi enormi ai già tanti accumulati da una politica inefficace, inefficiente e truffaldina che ha ridotto la sanità calabrese ad ultima su tutto il territorio europeo.
Il caso dello Spoke Cetraro/Paola è l’emblema di quanto affermiamo.
Il decreto prevede che tutte le attività chirurgiche siano espletate nel Presidio Ospedaliero di Paola. Cioè le Unità Operative di Rianimazione, di Ginecologia, di Neonatologia, di Urologia e Chirurgia che attualmente operano nello Stabilimento ospedaliero di Cetraro, dovranno essere allocate in quello di Paola.
I Dioscuri della sanità calabrese, però, non hanno previsto dove trovare gli spazi, quando attivare i lavori milionari che vanno eseguiti ed i tempi di attuazione.
L’ospedale di Paola è considerato dalla relazione l’ospedale pubblico calabrese a più alto tasso sismico e attorno al suo perimetro sussiste una frana profonda che ha messo a rischio anche la parte che sta davanti l’ingresso del Pronto Soccorso. Infatti è una zona ad alto rischio idrogeologico R4.
Le vie d’accesso all’ospedale, poi, sono insufficienti visto che è facilmente accessibile solo per chi viene da sud, mentre per chi arriva da nord deve attraversare tutta la città, per cui in caso di emergenza urgenza o, peggio, di grave sisma, si troverebbe isolato e non raggiungibile visto che non ha neanche una pista di atterraggio per elicotteri.
Ma Urbani, più che Scura, si è adoperato a tale soluzione perchè deve ossequiare il Cinghiale ed i cinghialotti paolani che altrimenti non potrebbero spendere i 10 milioni di euro previsti per la messa a norma della struttura. Invece a Cetraro esiste una struttura enorme capace di contenere tutte le attività ospedaliere e soprattutto capace di soddisfare l’emergenza/urgenza. Ma si devono buttare soldi!
A Paola, fra l’altro, per poter espletare le attività chirurgiche vanno prioritariamente messe a norma le sale operatorie, dove si opera in modo illegittimo ed a grande rischio per l’incolumità dei pazienti. Ma non importa. quello che è necessario è spendere spendere spendere e ritardare sempre di più la possibilità di avere una sanità quantomeno decente.
Con questo non vogliamo aprire inutili campanilisimi tra Paola e Cetraro. E’ evidente che i politicanti che continuano a (s)governarci, sono del tutto interessati ad aprire guerre tra poveri per salvarsi il culo e continuare a rubare. Fino a quando?