Rende 2025. L’ultima battaglia di Principe e il Pd alleato al centrodestra

Nell’ora e passa di intervento dal palco del salone grande dell’hotel San Francesco non ha mai pronunciato la frase formale che adesso si usa; “annuncio la mia candidatura a sindaco di Rende”. Sandro Principe ha utilizzato una formula più morbida: “I cittadini mi chiedono di impegnarmi, sarebbe un atto di vigliaccheria se non lo facessi”.
Che a vedere lo straboccare di presenze è un po’ la fotografia di quanto sta avvenendo a Rende. La sala era strapiena. I posti a sedere tutti occupati. Gente ai lati della platea, stipata in fondo alla sala, che gremiva i corridoi di accesso. Una vera e propria adunata di popolo.

Le prime parole sono uscite di bocca dal leader socialista strozzate dall’emozione. L’accenno all’attentato subito (le ferite si stanno rimarginando), alla tragica scomparsa della figlia (quelle ferite rimarranno sempre aperte), ma poi vinto il moto di commozione ha tracciato il quadro di un lavoro amministrativo che è stato bloccato dall’esperienza Manna e dalla stagione commissariale, e che merita di essere ripreso.

E qui si è inserita la visione ispirata dal socialismo scandinavo (l’attenzione all’urbanistica lasciando il Psc e abbracciando il Psa che deve riguardare Cosenza, Castrolibero, le Serre, la presila e il Savuto). E quello francese (l’attenzione al sociale al disagio, agli anziani ai portatori di handicap).

La sala ha seguito con silenzio. Con attenzione. Con cenni di testa di approvazione. Tanti gli applausi. Soprattutto sui passaggi più intimi, più personali.

Nelle prime file c’erano i compagni di battaglia di sempre. Questa volta senza defezioni. Sembra che le incomprensioni, i distinguo e gli strappi che in altre stagioni provocarono divisioni siano tutti alle spalle. Sembra che tutta la vecchia guardia voglia essere vicina al leader storico in quella che potrebbe essere l’ultima battaglia.

In prima fila c’era Salvatore Magarò, sindaco di Castiglione Cosentino. Unico primo cittadino presente. E poi Giacomo Mancini, che a Cosenza sta lottando contro Caruso che ha decretato lo sfratto della statua del leone e che a Rende si schiera a difesa di un monumento vivente del socialismo. Ed è proprio al centro dei due che Sandro Principe decide di sedersi prima di salire sul palco, per vincere l’emozione e per scambiare qualche battuta.

La parte legata alla politica politicante Principe la relega in coda al suo intervento. Ringrazia le associazioni locali e i partiti che sono al suo fianco: Psdi di Luigi Cosentini. Idm di Orlandino Greco, Innova Rende, Azione di Cataldo Savastano e ovviamente la sua Federazione Riformista.

Cita pure il Psi di Luigi Incarnato. Ma ignora Principe che nelle stesse ore Incarnato era a colloquio con Caruso, Pecoraro, Bevacqua e Locanto per far saltare l’appoggio a Principe e per spostarlo su un altro candidato. Pare l’ex rettore Gino Crisci. Perfetto per provare a far vincere… il centrodestra. 

Il motivo dell’ostracismo a Principe sarebbero le vicende giudiziarie ancora pendenti sulla sua testa. La prima è quella denominata “Sistema Rende” per la quale recentemente la Cassazione ha annullato le due assoluzioni. E l’altra è quella cd “Rimborsopoli” la cui sentenza è prevista per settembre, ma sulla quale pende ormai inesorabile la scure della prescrizione.

Su questa linea giustizialista Pecoraro e Bevacqua avrebbero l’assenso di Mimmo Talarico e della sua lista (anche se Simonetti e Ielasi ieri erano in sala) anche perché Talarico ha avviato in connubio politico e professionale con Tridico che al solo sentire parlare di processi pendenti ha un travaso di bile nonostante non sia certo uno… stinco di santo. Per info rivolgersi all’Inps.

Principe ovviamente anche sulle vicende processuali ha spiegato le sue ragioni e ha ribadito la convinzione di andare per la sua strada. Il pallino come sempre rimane a questa parte di centrosinistra che è a un bivio: schierarsi con Principe o voltargli le spalle e così agevolare la vittoria della destra. Conoscendo i protagonisti c’è da scommettere sulla seconda ipotesi.