L’idea di Conte: farsi rivotare leader dei 5S

(di Luca De Carolis – ilfattoquotidiano.it) – L’avvocato ne discute con i suoi da settimane. Ma ora, complici i sondaggi che volgono al bello e l’ottima risposta della base in vista del corteo anti-armi del 5 aprile, Giuseppe Conte è sempre più tentato dall’idea di farsi rivotare come presidente del Movimento da qui a qualche settimana. Magari in coincidenza con le votazioni sul nuovo Codice etico, quello che dovrà contenere le nuove, sospiratissime regole sui due mandati.

Anticiperebbe i tempi, Conte, visto che il suo mandato di quattro anni da Statuto scadrà a inizio agosto. Una mossa che diversi big gli consigliavano di fare già mesi fa, in occasione della Costituente. Ma l’ex premier non volle aggiungere altra carne al fuoco di una partita che ha portato alla cancellazione del garante, cioè di Beppe Grillo, e alla collocazione stabile dei 5Stelle nel campo progressista, seppure da “indipendenti”. Ora però potrebbe essere il momento giusto. Perché l’opposizione al piano di riarmo europeo sta ricompattando il Movimento e ridando un po’ di fiato ai sondaggi, dopo tanti mesi di bonaccia. “Stiamo riempiendo i pullman anche al Nord, la risposta è superiore alle attese” assicurano dal M5S. Dati e auspici che hanno almeno per ora placato i malumori interni, figli della batosta nelle Europee del giugno scorso, con quel 9,99 per cento che aveva spinto Conte a minacciare il passo di lato.

Ora invece potrebbe rilanciare a breve, facendo votare gli iscritti sulla sua leadership oltre che sui mandati, cioè quella regola totem che la base aveva autorizzato a modificare nelle votazioni per la Costituente. La sintesi alle varie indicazioni dovrà farla l’ex premier, e lo schema sembra ormai delineato: deroghe – ampie – al vincolo dei due mandati, a tutti i livelli, e sì allo stop and go, cioè alla possibilità di ricandidare chi non si è presentato nella scorsa legislatura. In sintesi, veterani come Vito Crimi e Paola Taverna potrebbero essere candidabili. Ma prima sarà tempo di piazza, il 5 aprile. La sensazione è che le possibilità di presenza di Elly Schlein alla manifestazione siano in forte discesa. Anche perché il Pd non ha gradito la mozione parlamentare del M5S contro il piano di riarmo. E lo si è visto, raccontano, nella capigruppo di ieri alla Camera, dove i dem hanno reagito in modo gelido alla richiesta dei 5Stelle di anticipare il più possibile la discussione del loro testo (e di quello di Avs, analogo).

Però la mozione, giurano dal M5S, non è stata pensata per creare problemi ai dem. “Dobbiamo lanciare la nostra piazza contro le armi, e poi la mozione può mettere in imbarazzo innanzitutto Giorgia Meloni e la Lega” riassumono. E ieri il Movimento lo ha ribadito anche tramite apposita nota: “La nostra azione rappresenta una sfida al governo, non è possibile che ogni nostra iniziativa venga vista come uno sgambetto a qualcuno”. Cioè al Pd. In questo clima di sospetti incrociati, i 5Stelle lavorano alla manifestazione. Tra gli ospiti sul palco, previsto anche lo storico Alessandro Barbero, che si è spesso lamentato della copertura mediatica della guerra in Ucraina, a suo dire “troppo propagandistica”.