Roberto Occhiuto, di fronte alla richiesta del M5S di dimissioni di Luciano Vigna da direttore della fondazione Calabria Film Commission, è intervenuto immediatamente in sua difesa dichiarando: “Luciano Vigna ha svolto un ottimo lavoro e per questo gli sono riconoscente. Io posso dire che Luciano Vigna, tra i miei collaboratori, è uno di quelli che io stimo di più per l’onestà e il rigore che ha sempre dimostrato nella sua attività… Quindi credo che Vigna abbia svolto un ottimo lavoro e per questo gli sono riconoscente”.
Solitamente Robertino è più cauto, l’aver scelto di intervenire tempestivamente con parole di apprezzamento forti e nette è la cartina al tornasole dell’importanza della Calabria Film Commission e del suo direttore nel sistema di potere creato da Roberto Occhiuto in Calabria.
I pilastri del sistema di potere occhiutiano sono essenzialmente tre: Sanità, Agricoltura, Turismo/spettacolo. Il controllo della sanità parte con la sua nomina a Commissario pochi mesi dopo la sua elezione a presidente di regione. Nonostante le sue chiacchiere, i presunti miglioramenti della sanità non sono stati recepiti dai calabresi che giornalmente sbattono la faccia contro liste d’attesa di mesi e mesi, pronto soccorsi intasati, mancanza di strutture e personale. Basta considerare l’alto tasso di migrazione sanitaria verso le regioni del Nord Italia. Per recuperare terreno ad un anno e mezzo dalle prossime elezioni il presidente-commissario decide di giocarsi il jolly e si fa nominare Commissario per la realizzazione degli ospedali in Calabria al grido “io lavoro (!!!) e gli altri fanno polemiche gratuite”. L’inizio è effervescente con sopralluoghi a favore di telecamere a Vibo Valentia e a Sibari. Nonostante che gli annunci siano altisonanti, anche lui inizia a prendere tempo. Prima della nomina spacciava per sicuro che in un anno gli ospedali sarebbero stati pronti, adesso invece afferma che in un anno avremo l’involucro esterno e per entrare in funzione ci vorrano almeno due anni. Lui pensa ad una specie di cavalcata trionfale delle valchirie, se gli va male e questo cronoprogramma dovesse saltare allora assisteremo ad una specie di requiem di Verdi.
Già è molto probabile la perdita di una buona fetta di finanziamento PNRR per i ritardi nella creazione degli Ospedali di Comunità e delle Case di Comunità dove su 61 case di comunità previste ad oggi nessuna è stata aperta. Gli stessi fondi del Pnrr stabiliti per l’adeguamento dell’Ospedale di Vibo Valentia sono a rischio visto che ancora nessun lavoro è iniziato.
Il secondo pilone del suo sistema di potere è certamente l’agricoltura attraverso i fondi comunitari e i vari eventi spettacolari del Vinitaly e del Vinitaly and city. I suoi riferimenti in questo settore sono l’assessore Gianluca Gallo Cedrone (ormai è come se fosse il secondo cognome) e la commissaria Arsac Fulvia Michela Caligiuri.
Il terzo pilone è costituito dal turismo di cui Roberto Occhiuto deteneva la delega fino a qualche mese fa. Oggi la delega è stata data all’assessore Calabrese ma in realtà il controllo del settore avviene tramite la Calabria Film Commission a cui sono stati dati nel corso di questi anni poteri enormi non solo nel campo della produzione cinematografica ma anche per la promozione turistica e culturale.
Nella sua dichiarazione a difesa di Vigna, Robertino ha affermato anche: “Senza il suo lavoro e il lavoro della Film Commission la Calabria non avrebbe avuto 150 milioni di telespettatori sulle sue bellezze, non avrebbe fatto la contro-narrazione rispetto al modo tradizionale di percepire la nostra regione in passato”.
In effetti quasi tutti i grandi eventi ormai passano e sono sotto il controllo della Calabria Film Commission: Capodanno Rai, Vinitaly and Sibari, celebrazioni per i Bronzi di Riace, marcatori identitari, eccetera eccetera. Tutto passa attraverso le mani del suo capogabinetto Luciano Vigna che la mattina decide cosa fare come direttore della fondazione e nel pomeriggio invece fa il controllore di se stesso come capo gabinetto. D’altronde è lo stesso criterio usato in campo sanitario dove Occhiuto è nominato commissario di se stesso e qui invece il Vigna capogabinetto controlla se stesso come direttore della Fondazione.
Questo metodo di governare somiglia alle scatole cinesi che si incastrano una nell’altra per non rendere trasparente gli interventi e le spese effettuate. Tutto è opaco, poco trasparente, ad iniziare dalla struttura stessa. La Calabria Film Commission che ha mosso 25 milioni in tre anni non ha una propria sede, è ospite della Regione Calabria a cui paga una miseria, e soprattutto non ha dipendenti. Si avvale semplicemente del lavoro di collaboratori e consulenti. Sul sito della fondazione risultano una trentina di collaboratori con contratti a termine. Nove sono i collaboratori per l’attività istituzionale, molti di questi sono scaduti il 31/12/24 e altri scadranno nel 2025. Poi abbiamo 10 collaboratori nel campo del ” sostegno allo sviluppo e alla produzione di opere cinematografiche, tutti contratti scaduti a dicembre 2024. Ben 12 sono i collaboratori impegnati nella realizzazione degli studios cinematografici, questi sono tutti in vigore avendo come scadenza il 31 dicembre 2025. Come possa funzionare una fondazione a cui sono stati delegate attività in ogni settore con personale saltuario è un mistero. Tra i collaboratori connessi all’attività istituzionale ci sono figure come assistente legale, amministrativi, gestore della rendicotazione, attività di segreteria, consulenza fiscale. Alcuni chiamati a collaborare per pochi mesi, altri per un anno. Di nuovi contratti di collaborazione ad oggi non vi è traccia sul sito della Fondazione. Vi è semplicemente una determina del direttore che allunga le collaborazioni al 2025.
Dal sito della fondazione risulta che a mandare avanti l’attività sono il presidente della Fondazione, lo stilista Anton Giulio Grande, il direttore Luciano Vigna e il revisore dei conti Giovanni Parisi. Gli organi della Fondazione come risulta dall’articolo 8 dello statuto sono: l’Assemblea dei soci che sarebbe la Regione Calabria, poi abbiamo il presidente Anton Giulio Grande, poi il Direttore Luciano Vigna, e il revisore Giovanni Parisi. Le figure del Presidente Onorario, il Comitato Onorario, e l’assemblea dei sostenitori non sono state attivate da parte della regione Calabria.
Per capire chi dirige la baracca e il ruolo di ognuno dei tre soggetti in campo dobbiamo andare alla voce provvedimenti. Dopo averci informati che per la legge sulla trasparenza la Calabria Film Commission è tenuta a pubblicare l’elenco dei provvedimenti adottati, andiamo a vedere le determine prese dal presidente e dal direttore. Il presidente Anton Giulio Grande nel 2024 ha emanato cinque delibere, due sul bilancio di previsione 2025, una per la nomina del responsabile della prevenzione e comunicazione della fondazione, una delibera per il bilancio consuntivo per 2023.
Passiamo al direttore generale Luciano Vigna, e qui si apre tutto un mondo. Nel 2024 Luciano Vigna ha emesso la bellezza di 607 determine su tutto lo scibile umano. Si va dall’acquisto di beni e servizi, alla liquidazione di consulenze e collaboratori, alla liquidazione dei compensi per il presidente, alle spese generali, ai rimborso spese, alla liquidazione di festival, all’impegno di spesa per alcuni progetto tipo “Creatività talentuosa”, alla liquidazione di Raicom per il Capodanno Rai, fino ad arrivare alla proroga dei collaboratori per il 2025.
Nel 2023 le determine emanate dal direttore sono state 600, nel 2023, nel 2022 sono state 475, nel 2021 sono state 243. Siamo passati in appena tre anni da 243 determine a 607, quasi il triplo. Questa è la prova del nove del sistema di potere che è riuscito a creare Roberto Occhiuto in Calabria. Un sistema opaco dove decide tutto lui con i suoi fidi collaboratori. Nessuna trasparenza sui singoli atti e determine, la legge sarà anche rispettata, ma di certo il Presidente Occhiuto non ci venga a parlare di trasparenza. Come avevamo scritto nella nostra indagine, la Fondazione Calabria Film Commission è la vera cassaforte del potere di Occhiuto.
Di tutte le iniziative importanti gestite dalla fondazione non si sanno i costi e le società che vi hanno lavorato. E’ uno scandalo che dopo due anni di Capodannno Rai in Calabria non si sappiano i costi sostenuti, non si conosca la convenzione stipulata e così via. Lo stesso si potrebbe dire per tutte le iniziative che passano dalla Calabria Film Commission. In pratica il pubblico ha ceduto il passo al privato. Un sistema in cui, se fai il bravo, un incarico, una collaborazione, una nomina, una sponsorizzazione, una pubblicità, la si trova. Questa è la Calabria dello Spettacolo di Roberto Occhiuto basata sulle parole, sul bla bla bla, sulla narrazione del nulla che viene rilanciata giornalmente dalla stampa amica.
La Calabria dello spettacolo di Roberto Occhiuto sembra solida e inscalfibile ma nel suo seno ci sono i virus che la porteranno all’autodistruzione, ad iniziare dagli studios di Lamezia Terme che saranno una palla al piede per la Regione Calabria, per la sua costruzione sono stati previsti 10 milioni e vedremo se basteranno, ma il peggio sarà dopo a mantenerla in vita giorno dopo giorno, sarà una macchina succhia soldi e contributi sulle spalle di tutti i calabresi.