Lo so che qualcuno gli avrà detto di non risponderci, altrimenti ci legittima, ma resta il fatto che il silenzio del dottor Gratteri su quanto sta avvenendo in queste ultime ore nell’ufficio che dirige, è a dir poco imbarazzante.
Mentre lui se ne va in giro a commentare e a dare buoni consigli a tutti su come combattere la mafia, nel suo ufficio succede di tutto e di più. Dalle fughe di notizie su delicate inchieste alla guerra intestina tra PM.
Mentre lui spiega nei dibatti estivi sotto le stelle cos’ è la ‘ndrangheta e la sua pericolosità, la stessa entra di notte nel suo “ufficio” e fa quello che vuole. Preleva carte e documenti e li distribuisce a chi gli pare, inquinando e avvelenando sia il “clima sociale” che le indagini in corso.
Mentre il dottor Gratteri si affanna a spiegare ai suoi ascoltatori che non è più la ‘ndrangheta a cercare i politici ma esattamente il contrario, la ‘ndrangheta continua tranquillamente ad intrallazzare con pezzi deviati dello stato con cui il procuratore dialoga tutti i giorni.
Mentre il dottor Gratteri spiega agli intervenuti a questo o a quel convegno la pericolosità della mafia dei colletti bianchi, gli stessi si adoperano per silenziare o inficiare ogni tipo di azione repressiva nei loro confronti. Con ottimi risultati.
Mentre il dottor Gratteri salta da uno studio televisivo all’altro per pubblicizzare i suoi saggi sulla ‘ndrangheta, la stessa pubblicizza i suoi protettori politici e si vanta dell’impunità.
E’ questo il quadro che viene fuori ancora una volta in merito a delicate inchieste sulla mafia masso/politica che governa tranquilla la nostra città: quando si tratta di applicare ciò che si dice, di passare dalla teoria alla pratica, per il dottor Gratteri c’è sempre qualche problema. Ogni scusa è buona per rimandare o affossare inchieste che vedono coinvolti politici, imprenditori, magistrati, funzionari dello stato infedeli, e mafiosi.
Il dottor Gratteri nei suoi comizi non fa altro che dire che bisogna denunciare, prendere coscienza, che il popolo si deve svegliare e poi a chi lo fa come noi tutti i giorni, fornendo anche notitiae criminis agli investigatori, con enormi rischi per la nostra sicurezza che a differenza sua non abbiamo una scorta, nessuno li calcola. Lui per primo.
A me tutta questa pantomima del dottor Gratteri sa di tira a campare, infatti è strano che all’oggi non abbia inteso aprire un fascicolo sulla grave fuga di notizie avvenuta in merito al parlamentare del PD affiliato alla cosca Muto. Silenzio assoluto. Camuffato ovviamente come segreto istruttorio.
Una formula usata dai magistrati per non dar conto a nessuno dei loro intrallazzi. Del resto siamo abituati a questo tipo di “insabbiamento” morbido che alcuni procuratori mettono in atto, sparando a zero sulla ‘ndrangheta politica nei convegni e nelle conferenze stampa, salvo poi imboscare tutto e chi si è visto si è visto.
Un copione già recitato dall’allora procuratore capo della DDA di Catanzaro Lombardo che annunciava una inchiesta senza se e senza ma sulla fuga di notizie in merito ai verbali di Foggetti, e poi tutto come sempre è sparito nelle segrete stanza della DDA di Catanzaro.
In pratica fanno come i politici mafiosi: in pubblico dicono peste e corna della mafia e la sera ci cenano insieme. Così succede anche in procura a Catanzaro: sono mesi che il dottor Gratteri ci rincoglionisce con le sue teorie, ma di acchiappare politici e colletti bianchi mafiosi, nonostante inchieste già pronte, e prove schiaccianti (vedi le intercettazioni tra Occhiuto e i malandrini e la “confessione” a sua insaputa del parlamentare del PD affiliato alla cosca Muto), neanche l’ombra. Questo è un dato.
Una oggettività che neanche il dottor Gratteri può smentire. Insomma, quella che doveva essere la rinascita della Calabria, la liberazione di Cosenza si rivela giorno dopo giorno solo un bluff. L’ordine che arriva dall’alto è quello che a Cosenza gli amici degli amici non si toccano. Un ordine al quale anche Gratteri si è uniformato. Perché di chiacchiere ne fa tante ma di fatti non se ne vedono.
Ho come l’impressione che Gratteri si sia prestato a fare da paravento a tutto questo teatrino, mettendo a disposizione di qualcuno la sua lunga e onorata carriera da magistrato incorruttibile e ligio al dovere, per porre fine alle “illazioni giornalistiche” che in seguito alle fughe di notizie si sono create sull’impunità dei colletti bianchi nella nostra città. Una specie di pubblicità ingannevole per “sedare” i calabresi onesti che dalla venuta di Gratteri si aspettavano Giustizia. Come a dire: con Gratteri niente resterà impunito. Tranne gli amici degli amici. E tanto basta.
GdD