IL WATER SIAMO NOI
di Rocco Tripodi
Dopo aver festeggiato con MUSUMECICA sobrietà l’anniversario della EVERSIVA nascita del nostro Stato Democratci e manifestato con ATTENZIONATO rigore riconoscenza a chi ha sacrificato la propria vita perché ciò si realizzasse, tra cui il fratello di mio padre, voglio ritornare a parlare di chi della SOBRIETÀ ne ha fatto un tratto distintivo del suo impegno politico: il SindacoAggarbatuni. Un “nonno” disponibile e accomodante (uno degli accomodati è il suo Capogabinetto Menniti, che come la signora Luisa comincia presto, finisce presto, ma non pulisce il water).
Ma anche comprensivo e tollerante. Nonostante, infatti, Menniti che ha creato la lista in suo sostegno, Progetto Vibo, che gli ha prodotto 7 consiglieri, ne abbia persi (sacrificati? Sdoganati? Pilotati?) 3, senza fare un plisse’ (era per fare la rima), senza fare una grinza.
Il pifferaio magico che ha incantato l’eccellenza di questo gruppo di area progressista è Domenico Console, fuoriuscito del Gruppo misto dopo essere stato nel…, per poi essere andato via da…, trovando accoglienza in…, collocandosi quindi a…, e mi fermo qui per decenza.
Di questo dinamico funambolo ricordo quello che di lui disse il suo sindaco Costa, nel 2017, quando intervistato da un giornalista di Rai2 che seguiva una inchiesta su chiacchierate presenze di influenti massoni, nella sua giunta, alla domanda se fosse a conoscenza della appartenenza di Domenico Console alla massoneria, il sindaco rispose: “Gliel’ho chiesto e mi ha risposto che si avvale della facoltà di non rispondere”. Il liutaio che gli ha fornito il piffero è sempre stato un impavido combattente, barricadero, guevarista. Un inossidabile capo popolo ossessivamente in rivolta in tutte le piazze dove si rappresentava una ingiustizia. Ballerinamente bazzicante nel Pd locale pare perché convinto che PD fosse l’acronimo di Politically Distant. Una bella Scirubetta, insomma. Dove le Opposizioni nci ammogghjanu u pani; e le Stelle (5) stanno a guardare. Fanno Gruppi con la stessa velocità con cui gli scout li fanno con le corde (loro sono avvantaggiati perché consultano il Manuale delle Giovani marmotte).
Tutti loro, c’è da dire, si mostrano a noi, considerati culimosci e boccaloni, come temerari guerrieri moderni senza macchia e senza paura, ma in verità sono robetta buona solo per le Pugnaeparvae. Entrano in politica senza sapere dove e con chi collocarsi, facendo carte false, come i chicchi di mais entrano in padella senza coperchio. Manmano che aumenta la temperatura e diventano popcorn saltano e non si può prevedere in che direzione “schicceranno”.
E cosa aggiungere che non sia già stato stigmatizzato a sufficienza dell’ultima tamarrata, incivile, spregevole e irriguardosa per quelli che ancora non concepiscono spazi in politica per intrallazzi, furbate meschine e volgare mercimonio?
Parlo delle “bancarelle dei mercatini abusivi del Pd dove si contrabbandano tessere di partito (c’è da dire a prezzi popolari e a prova di concorrenza). Un tempo chi iniziava la carriera politica spesso si giustificava con il fatto di avere famiglia. Oggi, oltre ad averne più di una, devono sostenere le necessità di fratelli muratori, confratelli coinquilini, collusi, cognati, cravattari, compari, cordatari e simile umanità. Ah! La rimpianta guardia municipale Morano con la sua Gilera di servizio rossa, con quale spavaldo spirito di servizio, avrebbe verbalizzato e sequestrato le bancarelle abusive e il materiale non autorizzato per la vendita!
Noi scherziamo, ma non dimentichiamoci che questi si definiscono gli eredi di Gramsci, Bordiga, Togliatti, Longo e Berlinguer!
Quelli che a Vibo e altrove recriminano e sono risentiti perché una consistente realtà di attivisti di organizzazioni, associazioni e altri piccoli partiti storicamente alla loro sinistra, non hanno inteso sostenere i loro progetti elettorali, perché manifestamente non credibili.
È ora che diano una botta di ferro caldissimo alle loro coscienze sgualcite.
Nell’ultima settimana è andata di scena la festività della Pasqua con tutti i preparativi e aspettative che la accompagnano. Appuntamento che con i suoi tradizionali riti, da sempre straordinario collante tra ricchi e pezzenti, padroni e manovalanze, galantuomini e farabutti, guardie e ladri, cristiani e farisei, viene quest’anno utilizzato strumentalmente dall’amministrazione comunale come momento di dissuasori di massa, con fiori, colori, pennacchi e con gioiose promesse di PITTACHINAM ET AFFRUNTATAS, nell’estremo tentativo di far dimenticare i disastrosi e blasfemi “riti pagani” celebrati dalla amministrazione nella gestione dall’ordinario e dello straordinario in questi 9 mesi del loro mandato, in perfetta modalità fotostatica con la precedente amministrazione.
Nei giorni precedenti la rappresentazione, sono stati rattoppati brevi tratti di strade interessate dal passaggio delle processioni, con apprezzabile celerità. Un tempo questo avveniva per il passaggio del Giro d’Italia. E ha permesso a noi cittadini di vedere per la prima volta, in un cantiere, precisamente in via Luigi Razza, consiglieri, assessori, tecnici comunali, fare pressione per rendere fruibile l’incrocio con corso Vittorio Emanuele dove le tre figure sacre si sarebbero affruntate.
L’evento “Affruntata” è stato quest’anno spalmato come nutella dappertutto, a livello locale, nazionale e oltre. Uno stravaso incontenibile di eccitazione laica se non pagana finalizzata alla pura propaganda di una parte politica in cerca di riscatto e approvazione, quale compensazione ad un malessere comune di gran parte della cittadinanza, insoddisfatta dei risultati degli ultimi eletti. Un asfissiante battage pubblicitario attraverso una campagna capillare incessante, che però, c’è da dire, ha permesso ancora una volta ai tanti affezionati estimatori di gustare l’assessore allo spettacolo (e che spettacolo!), in rigorosa tenuta di sartoria vintage da gangster anni ’50, con giacca a doppio petto, molto, molto fasciante, armata di bottoni in piombo ricoperti d’acciaio, in canna (pardon in asola) pronti ad esplodere come proiettili contro i vicini confratelli adoranti.