Antica Kroton Futura, un progetto per cannaruti

Antica Kroton Futura, un progetto per cannaruti
Fonte: ‘U Ruccularu
Il progetto rischia di rimanere uno “spot” costoso ma poco sostanzioso, mentre una gestione trasparente e orientata alla tutela potrebbe invece trasformare Antica Kroton Futura in un autentico volano di rinascita culturale per Crotone.
Andiamo con ordine.
Gara Urban Center
La procedura di affidamento dei servizi dell’Urban Center ha subito vicende anomale. L’aggiudicazione iniziale (10/06/2024) all’ATI composta da Pubbliemme Srl e Civita Spa è stata revocata in autotutela l’11/09/2024 per «un vizio procedurale nella costituzione e composizione della commissione giudicatrice». In seguito alla revoca, l’unica altra concorrente (Pirene Srl) è stata esclusa perché priva dell’offerta tecnica richiesta, lasciando di fatto Pubbliemme–Civita come unica aggiudicataria.
Appalti ridotti a pochi offerenti
Si segnala inoltre che la gara contava originariamente su appena due partecipanti.
L’esclusione di uno di essi dopo l’esito della commissione ha reso l’aggiudicazione poco competitiva.
Tali anomalie procedurali hanno destato dubbi sulla trasparenza della selezione, poiché un iter ordinario richiederebbe più contendenti e controlli formali.
In sintesi, i bandi relativi all’“Urban Center” sono stati segnati da intoppi amministrativi (revoca e riassegnazione), segnalati dalla stampa locale. Altri eventuali affidamenti (es. studi di progettazione, consulenze) non risultano al momento contestati, ma la vicenda dell’Urban Center ha messo in luce carenze nei controlli di gara.
Lentezza dei cantieri
Il progetto Antica Kroton (finanziato dal 2011 con 61,7 M€ del PAC) procede molto a rilento.
A inizio 2025 si contano solo due cantieri aperti in città (nei quartieri Acquabona e Gravina), benché il cronoprogramma prevedesse interventi estesi anche nel centro antico.
Questa lentezza alimenta il sospetto che il progetto abbia subìto iter non coordinati o ritardi burocratici.
Focalizzazione sul marketing
I finanziamenti più consistenti sono stati spesi in attività di comunicazione e formazione piuttosto che in scavi archeologici concreti.
Ad esempio, quasi 2 M€ sono destinati alla linea “Comunicazione, sviluppo, strategie e marketing”, e 1 M€ di questi è già stato impegnato in consulenze e corsi.
Secondo la stampa, queste scelte sarebbero state dettate anche da “scadenze burocratico-amministrative” e da esigenze politiche (fine mandato 2025).
In pratica, l’Amministrazione è parsa più interessata a spendere i fondi entro l’agenda politica che a realizzare in fretta nuovi scavi.
Mancanza di trasparenza
I cittadini lamentano scarso coinvolgimento nelle decisioni.
Il “Comitato Antica Kroton”, costituito da residenti e professionisti, chiede da tempo che l’amministrazione fornisca maggiori informazioni pubbliche sul progetto.
«La gente comune deve essere coinvolta e informata, i cittadini hanno il diritto di conoscere e capire, il comitato pretende risposte», ha dichiarato un portavoce.
Finora molti interventi (calendari di scavo, incontri di partecipazione, spese dettagliate) sono stati comunicati solo parzialmente, alimentando sospetti di decisioni prese “sottobanco”.
Potenziali conflitti di interesse
La governance del progetto presenta legami personali da chiarire.
Il dirigente comunale Antonio Senatore – responsabile dell’Unità Antica Kroton – ha un passato lavorativo con società collegate al Gruppo Civita: nel suo CV figura la “Società Civita Mu.S.eA Srl” e la “Opera Laboratori Fiorentini” (entrambe parte del gruppo Civita).
Ora la controllata “Civita Mostre e Musei” è partner dell’ATI aggiudicataria.
Pur non essendo in sé una violazione, questa «assonanza» tra incarichi pone domande sull’opportunità di vedere un ex-dipendente del gruppo tra i responsabili del bando.
La stampa locale ha notato il fatto come elemento di criticità nella composizione decisionale.
Dubbi su efficacia e sostenibilità
Risultati ancora scarni:
A fronte di un investimento di 61,7 M€, i risultati concreti appaiono finora modesti.
Come rilevato dai media, a oltre dieci anni dalla pianificazione «si può ammirare poco, per non dire nulla» del mega-progetto.
L’unico “tesoretto” visibile è quello speso in attività collaterali: nel frattempo i cantieri archeologici effettivi e i beni restituiti alla collettività rimangono limitati (due scavi aperti, un percorso espositivo ancora non allestito). Questo solleva il timore che ingenti risorse pubbliche siano state assorbite senza un aumento tangibile della fruizione culturale o turistica.
Predominio della comunicazione:
 Il fatto che gran parte dei finanziamenti (almeno 1 M€ su 2 previsti nella linea marketing) sia stata destinata a eventi, materiali divulgativi e formazione ha dato l’impressione di una strategia incentrata sulla “visibilità” del progetto anziché sulla sua sostanza.
Ad esempio, nell’attesa di Expo 2025 a Osaka il progetto è stato presentato attraverso un mese di eventi cittadini e stand promozionali.
Pur utili a creare interesse, queste iniziative non garantiscono da sole uno sviluppo sostenibile del turismo: gli esperti del settore temono che l’effetto principale sia promozionale, senza investimenti strutturali duraturi.
Rischio di spreco di risorse:
Le associazioni avvertono che senza un orientamento chiaro al recupero archeologico, il progetto rischia di rimanere uno “spot” dal grande impatto visivo ma di limitata utilità pratica.
I fondi PAC, pur abbondanti, sono vincolati a tempi e condizioni stringenti: l’eccessiva focalizzazione su momenti mediatici solleva dubbi sulla sostenibilità economica di lungo periodo. In mancanza di un piano di manutenzione e promozione continuo delle aree scavate, il ritorno in termini di flussi turistici e sviluppo locale potrebbe essere irrisorio rispetto all’investimento.
Compatibilità urbanistica:
Non mancano critiche sull’impatto territoriale del progetto.
I comitati chiedono di applicare il principio dello “zero consumo di suolo”: secondo loro il Comune dovrebbe bloccare nuovi interventi edilizi sulle zone archeologiche e inserire i vincoli Antica Kroton nel Piano Strutturale Comunale.
Questo per evitare che l’investimento venga vanificato da opere che erodono i siti storici.
Critiche da associazioni, cittadini ed esperti
Italia Nostra e Gruppo Archeologico Krotoniate – Nel 2024 queste associazioni hanno denunciato lo stato di abbandono e degrado delle mura magnogreche urbane (località Santa Lucia). Hanno chiesto con forza che il progetto Antica Kroton utilizzi fondi per il «consolidamento e restauro» urgente di queste strutture, espropriando l’area vincolata e affidando i lavori a esperti restauratori.
Il loro appello evidenzia l’incoerenza tra l’obiettivo di valorizzazione e la trascuratezza reale dei manufatti: «antiche testimonianze… distrutte dall’incuria e dal vandalismo, dovrebbero essere custodite come meritano», ha ricordato Italia Nostra.
Comitato Antica Kroton (cittadini) – Nato negli anni recenti, il comitato ha raccolto centinaia di firme contro le modifiche comunali al piano originario.
In un appello del 2021 i cittadini definivano «incomprensibile» la scelta di escludere ampie aree centrali dallo scavo e hanno consegnato le firme al Comune per difendere il progetto originale.
Il comunicato stampa del comitato affermava che tale “rimodulazione” rischiava di «comprometterne gli obiettivi fondamentali vanificando una grandissima opportunità di rilancio culturale, economico e sociale per tutta la comunità».
Gli attivisti chiedono inoltre di riaprire al pubblico monumenti storici (Castello Carlo V, Palazzo Lucifero ecc.) ora chiusi e di acquisire al demanio tutte le aree archeologiche vincolate (Gravina, Foti, BPER, via Tedeschi).
Altre associazioni culturali e professionisti – Diverse ONG e circoli locali (Arci, Società Dante Alighieri, Archeoclub, ecc.) hanno sottoscritto appelli simili a quello del comitato e di Italia Nostra, insistendo sulla necessità di mantenere il progetto come un “racconto completo” di Kroton antica.
Storici e archeologi locali ribadiscono che Antica Kroton dovrebbe puntare su un’integrazione sistematica fra scavi, musealizzazione, ricerca e turismo culturale, anziché su singoli eventi.
Ad esempio, sottolineano che i finanziamenti vanno utilizzati per convertire i cantieri in veri poli culturali (con laboratori, esposizioni, percorsi didattici) e non lasciati come semplici spazi di marketing.
Da antica…a futura Kroton
In sintesi, finora Antica Kroton Futura appare più come un grande fenomeno mediatico che un piano operativo efficiente.
I problemi procedurali e gestionali emersi indicano la necessità di correggere la rotta.
Le principali raccomandazioni emerse sono:
Orientare le risorse sulla conservazione: dare priorità al restauro e alla valorizzazione diretta dei siti archeologici (mura di cinta, scavi, castello, ecc.) invece che alla sola promozione.
In particolare, utilizzare i finanziamenti PAC per finanziare i consolidamenti urgenti richiesti da Italia Nostra ed espropriare le aree necessarie, restituendole allo stato di monumenti fruibili.
Migliorare trasparenza e partecipazione: pubblicare dettagliati cronoprogrammi e rendiconti di spesa, istituire tavoli di coordinamento tra Comune, Soprintendenza, MiC e rappresentanti civici.
Coinvolgere associazioni e cittadini nelle scelte progettuali ed educare la popolazione (p. es. tramite l’Urban Center) affinché il progetto sia vissuto come bene comune.
Salvaguardia del territorio:
applicare il principio dello “zero consumo di suolo” nelle aree archeologiche.
Adottare formalmente nel Piano Strutturale Comunale il vincolo sui siti di Antica Kroton e bloccare nuove costruzioni nei settori urbani storici.
Questa misura aiuterebbe a preservare l’integrità dei quartieri magnogreci e a non vanificare gli investimenti.
Focus culturale di lungo termine:
prevedere iniziative continuative (ricerche scientifiche, itinerari didattici, promozione del patrimonio) che diano continuità al progetto.
Ad esempio, il comitato insiste nel rendere fruibili al pubblico “tutte le strutture storiche di proprietà pubblica” (Castello, palazzi storici, ecc.). Seguire questi suggerimenti ridurrebbe i rischi di dispersione delle risorse e garantirebbe benefici concreti alla comunità.
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