Francesca Lopez: “Il Cosenza non è di chi lo gestisce come un feudo personale”

dalla pagina FB di Francesca Lopez

Dopo anni di silenzio, oggi sento il bisogno di parlare. Non per moda, non per convenienza, ma perché non si può più restare zitti davanti a una disfatta che non è solo sportiva, ma morale, politica, sociale.
Sono la moglie di un calciatore che non sarà stato una stella nazionale, ma che continua a vivere ancora oggi il calcio con amore, rispetto, verità.
Una scuola che ancora oggi mi ha insegnato cosa significhi davvero passione e appartenenza.

Per anni ho scelto di non intervenire, neanche quando – anni fa – mi venne negato lo stadio per una manifestazione di beneficenza, nonostante il permesso del Comune.
Il presidente Guarascio disse no, e la politica, invece di difendere un’idea giusta, si tirò indietro. Non si volle decidere. E quel silenzio ha fatto danni allora, come oggi.
Guarascio ha umiliato il Cosenza, ha umiliato la città e le sue risorse. Ha gestito una squadra di calcio come si gestisce un’azienda senz’anima, svuotando tutto: entusiasmo, orgoglio, dignità.
E la politica? Ha lasciato fare.
Per anni ci hanno detto che pioveva, mentre Guarascio pisciava sulla storia di una città intera.
Ci siamo innamorati della categoria, non del Cosenza.
Si siamo accontentati della sopravvivenza, applaudendo a ogni salvezza tirata per i capelli, mentre il cuore del Cosenza moriva, stagione dopo stagione. E guai a parlare. Guai a disturbare il “sistema”.
Oggi, da cittadina, da tifosa, da donna che ha conosciuto il calcio vero, non posso stare più in silenzio!
Il Cosenza non è di chi lo gestisce come un feudo personale.
Il Cosenza è della sua gente.
E se vogliamo risalire, dobbiamo cominciare a dire le cose come stanno.
Anche a costo di essere scomodi.