Ultimo mese di scuola per i ragazzi italiani, ultimo mese per recuperare le insufficienze e sperare in una bella pagella. Non sempre però il recupero è assicurato perché, nonostante l’impegno e magari qualche otto pieno, i voti bassi presi a inizio quadrimestre o pentamestre possono «macchiare» in modo indelebile il giudizio finale, minando l’autostima e la motivazione degli alunni che si sono impegnati. A richiamare l’attenzione di genitori e insegnanti su quello che è un problema molto più delicato di quanto non si creda è Daniele Novara, pedagogista e autore di numerosi best seller, tra cui l’ultimo «Mollami! Educare i figli adolescenti e trovare la giusta distanza per farli crescere» (Rizzoli), che punta con fermezza il dito contro il registro elettronico. Perché questo strumento usato per annotare le valutazioni può essere dannoso? «Perché educare non vuol dire controllare, ma favorire processi di apprendimento. A scuola si va per imparare, non è un luogo di espiazioni di comportamenti o di raddrizzamento. Nel momento in cui viene introdotto uno strumento, di cui tra l’altro nessuno riesce a capire la genesi, usato dai genitori per controllare i figli, si rischia di enfatizzare la scuola come luogo di correzione e non di apprendimento».
Media matematica
Il registro elettronico è una sorta di carta di identità dello studente, perché contiene le sue assenze, i ritardi, le uscite, le note disciplinari e i voti, la cui media alla fine dell’anno stabilisce il giudizio in pagella. «Che senso ha una valutazione sulla base della media numerica che mette assieme voti presi da un alunno mesi prima, agli inizi del suo apprendimento, quando era del tutto normale poter incepparsi, sbagliare, indugiare in qualche errore? Ritengo che dare i voti sulla media matematica rappresenti una vera e propria violazione del diritto dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze ad avere una valutazione giusta e rispondente alla realtà».
Nuova valutazione
Dove non ci sono i voti numerici, ovvero alla primaria, è impossibile fare la media. Quest’anno, però, per i piccolini delle elementari arriva una pagella con una nuova valutazione: vanno in pensione i giudizi descrittivi (avanzato, intermedio, base e in via di prima acquisizione) per tornare ai 5 giudizi sintetici (ottimo, buono, discreto, sufficiente e non sufficiente). «Più ci sono voti, più il giudizio diventa discrezionale e invadente – prosegue l’esperto -. Siamo riusciti con proteste molto forti a evitare che si mettesse gravemente insufficiente, che avrebbe inficiato la motivazione di alunni che hanno 6, 7 o 8 anni».
Progressi ed errori
Quale può essere il metodo giusto per valutare gli studenti? «Bisogna attivare una valutazione evolutiva basata sui progressi e che consideri gli errori un elemento fisiologico dell’apprendimento, non un giudizio, perché sbagliare ti permette di imparare. Ovviamente, bisogna che all’inizio dell’anno scolastico si capiscano i punti di partenza di ogni alunno, tanto più che oggi il 30% degli studenti italiani è di origine straniera», continua Novara. Si dà così una grande responsabilità agli insegnanti? «Le mie sono indicazioni, ma qualsiasi insegnante può utilizzarle, valutando sulla base dei progressi e non degli errori. Dipende sostanzialmente dai docenti, dal consiglio di classe, eventualmente dal collegio docenti e dall’autonomia scolastica. Per esempio, ci furono scuole che eliminarono voti e bocciature. L’autonomia scolastica lascia margini di manovre, ma prima di tutto libertà di insegnamento».
Eccesso di compiti a casa
La nuova circolare del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara invita a ridurre le troppe verifiche nello stesso giorno e i compiti inseriti all’ultimo dai docenti nel registro elettronico, che cosa ne pensa? «Ho sempre preso posizioni contro gli eccessi di compiti che, innanzitutto, alla scuola elementare non andrebbero dati e che alla secondaria sono troppi – dichiara il pedagogista -. La scuola non può rovinare la vita sociale dei nostri ragazzi e poi lamentarsi che passano il tempo davanti ai videogiochi. Se alle secondarie si sta a scuola sei ore al giorno, sei ore sono più che sufficienti per fare tutto. A casa al massimo si possono fare i compiti di realtà, ovvero andare a vedere una mostra, realizzare un disegno all’area aperta o visitare una zona meno conosciuta della propria città, che approfondiscono quello che il ragazzo sta imparando. Ripetere, però, a casa ciò che si fa a scuola è una sconfitta per la scuola e un’incombenza davvero superiore alle risorse dei nostri poveri ragazzi, sempre più chiusi in casa».
Insufficienze e bocciatura
Tra poco più di un mese riceveranno la pagella. Come si devono comportare i genitori davanti a eventuali insufficienze? «Per prima cosa non bisogna punirli, perché sono già stati abbondantemente punti. Secondo, consiglio sempre, dopo una bocciatura, di cambiare scuola, per evitare pregiudizi ed etichette e, specialmente, per evitare il rischio di alimentare negli insegnanti l’idea che hanno fatto la cosa giusta. E, per una sorta di sindrome di coerenza, potrebbero bocciarlo di nuovo». Infine è importante sfruttare l’estate per «fare delle buone esperienze, soprattutto sociali, per imparare qualcosa e per stare a contatto con la natura. È un’età meravigliosa».