Caro direttore,
Le scrivo sempre apprezzando gli articoli che pubblicate, dicendo e svelando tanti arcani che caratterizzano le tristi vicende della nostra terra e dei fatti, o meglio dei misfatti, di quella che si chiama politica, ma che sappiamo politica non è, essendo solo uno strumento di potere a uso e consumo di chi lo gestisce (salve le dovute, purtroppo poche, eccezioni).
Torno a parlare della mitica Dea ARCEA, in mano al Gallo cedrone, ma al quale è sfuggita di mano, perché, si dice, gestita in autonomia dal cosiddetto manolesta. Infatti, si dice, ma sembra vero, che sia finito l’idillio tra i due, arrivati ai ferri corti, non si sa perché, tant’è che pare non si parlino, e, a quel punto, non essendoci dialogo Arcea si sente libera e va per fatti suoi. Tant’è che il manolesta, per fare i dispetti al cedrone, premia una dirigente invisa allo stesso Gallo, perché ha osato fare causa alla Regione.
Cosa è successo. L’ Arcea ha una avvocatura, rimasta senza avvocato. Allora cosa fanno: modificano il regolamento che disciplina il funzionamento di questo ufficio, e prevedono che possa essere preposto all’avvocatura un dirigente. Guarda caso l’unica dirigente che ha i requisiti è proprio quella invisa al Gallo cedrone che così, con questo incarico può raddoppiare lo stipendio con i proventi delle cause che per legge spettano agli avvocati. Un bel regalo, tra l’altro a scapito di ARCEA, visto che già il dirigente ha un bello stipendio e potendo raddoppiare arriva anche a superare quello del direttore. Fino ad ora, invece, c’era un funzionario che avendo uno stipendio molto più basso, il surplus del raddoppio rimaneva all’ARCEA e non era male, tenuto conto della scarsità di risorse che attanaglia l’ente, ora incasserà tutto il dirigente.
Tutto ciò, si dice, in barba al Gallo cedrone che ha incassato questo sgarbo e non si capisce perché tace.
Ma vi è di più: la dirigente in questione, pur incaricata dell’avvocatura, ha mantenuto la dirigenza di un settore, con ciò creando una evidente incompatibilità in quanto l’avvocato di un ente pubblico deve svolgere solo questa attività in modo indipendente ed esclusivo, come prevede la legge professionale.
Per la serie non finisce qui: sull’Albo è pubblicato un decreto che liquida la produttività ai dirigenti. Sarebbe normale, ma pare non sia così, perché? La produttività si liquida in base al grado di raggiungimento degli obiettivi assegnati al dirigente o dipendente, ma, a quanto pare ad ARCEA si fa il Piano della performance, ma non si assegnano gli obiettivi e non si definiscono gli indicatori e, allora, come si stabilisce, la percentuale di raggiungimento se a monte non ci sono gli obiettivi? Quindi tutto lasciato alla mera discrezionalità? Oltretutto, è pacifico che pagare produttività senza obiettivi è vietato e costituisce danno erariale per chi la paga. Lo sa chi deve sapere queste cose. Tutto è stato fatto in fretta, in quanto era in dubbio il rinnovo del Commissariamento e c’era il rischio che venisse qualche altro. Ma nonostante tutto, qualche Santo è intervenuto. Tutto questo lo sa il Gallo cedrone? Lo sa quella struttura che ha la vigilanza su ARCEA? Caro Direttore, è così che si amministra?
Lettera firmata









