Cetraro, il coraggio di chi guarda il mare. Il sogno possibile di Giuseppe Aieta

Cetraro, il coraggio di chi guarda il mare. Il sogno possibile di Giuseppe Aieta

Ci sono parole che non si studiano, si sentono. Che non si scrivono, si dicono con il fiato corto dell’emozione, con le mani che stringono altre mani. Così ha parlato Giuseppe Aieta, a chiusura della sua campagna elettorale. Non da un palco, ma con i piedi per terra, tra la sua gente, tra la sua storia.

Ha parlato di un gesto antico, più che centenario, nato da un comitato veneto-trentino che regalò dignità ai pescatori, costruendo case, tessendo un quadrilatero di solidarietà. Da lì, da quel gesto, ha preso forma una visione: restituire il mare a chi il mare lo porta nel sangue. Perché da qui, un tempo, il mare non si vedeva. Era nascosto da pietre, sbarrato da incuria e dimenticanza. Ma oggi è tornato ad essere orizzonte, luce, promessa.
Il lungomare è rinato. Ospita ora giovani che hanno scelto di restare, di scommettere, di inventarsi un futuro. Il mare è tornato a essere passeggiata, respiro, incontro. E in questa città fatta di memoria e sale, la speranza cammina a piedi nudi sulla riva.
Ha parlato del vecchio borgo dove è cresciuto. Di una città che ha bisogno di tornare a battere, a vivere, a ospitare. Di spazi da riempire di gelaterie, di birrerie, di cuori palpitanti. Di demolizioni necessarie, anche dolorose, affrontate per ridare bellezza e visione. “Una chiesa che connetta il cielo al mare”, ha detto. Perché l’anima di una città è fatta anche di ciò che non si vede, ma si sente.

Non ha nascosto nulla. Ha parlato di difficoltà, di rischi, del peso di mettersi in gioco quando sarebbe più comodo restare a guardare. Ma ha scelto il coraggio. Ha scelto il vento, come i pescatori. Perché nessuna tempesta può fermare chi ha il mare dentro.
Ha ricordato i progetti in cammino: lo stadio, il teatro, le scuole, le rigenerazioni urbane che hanno portato Cetraro sui tavoli più importanti del Paese. “Non voglio fare il sindaco per mestiere. Ma per missione.”

Ha ringraziato chi gli è stato accanto, chi ha donato tempo e cuore. E ha guardato negli occhi chi era lì ad ascoltarlo. Con una richiesta semplice, ma profonda: scegliete con memoria. Scegliete con libertà. Scegliete con amore.
Perché la memoria è un sentimento, è cuore che unisce, ed è da lì che può rinascere una città intera.
Il 25 e il 26 maggio, questa rivoluzione gentile può accadere davvero. Basta crederci. Basta scegliere. Giuseppe Aieta è pronto a essere il timoniere di una nave che vuole ripartire. E noi con lui.