Cassano 2025. Papasso scivola sulla “residenza” della sua candidata e i suoi avversari vincono facile

Il Comune di Cassano allo Ionio è al voto dopo dodici anni di amministrazione guidata dal socialista Gianni Papasso insieme ad un esecutivo misto, con pezzi di Pd, Lega e Fratelli d’Italia. Una calda giornata ha dato il via ai seggi elettorali che dalle prime luci dell’alba sono presidiati da squadroni di rappresentanti di lista e sostenitori della candidata Papassiana, Carmen Gaudiano, ognuno con il suo tesserino di riconoscimento in bella mostra: più che rappresentanti di lista sembrano rappresentanti di schede telefoniche, quelli che incontri per strada e per i centri commerciali in cerca di nuovi clienti a cui vendere i loro prodotti.

Anche il sindaco uscente, Papasso, è stato visto a Sibari a presidiare i seggi insieme alla sua candidata. Un vizio che si è portato dietro per tutta la campagna elettorale, nonostante la legge parli chiaro: un sindaco non può fare campagna elettorale, né tantomeno può utilizzare il suo ruolo istituzionale per influenzare il voto.

Eppure Papasso da stamattina sta presidiando i seggi di Sibari, molto probabilmente deve rifarsi di credibilità, dopo che per anni ai cittadini della popolosa frazione ha fatto credere di essersi speso solo ed esclusivamente per lei. Infatti, a quanto pare, le parole di Papasso vengono smentite dai finanziamenti del PNRR, di cui tanto si è fatto vanto in questa campagna elettorale.

Da una lettura sommaria dei progetti approvati e fin qui in corso d’opera, Sibari rappresenta il solito fanalino di coda, con solo un milione di euro di finanziamento contro i due milioni e mezzo stanziati per Cassano centro ed un milione e mezzo stanziato per Lauropoli. Doria, non esiste proprio nei programmi papassiani!

Un dato purtroppo evidente, che mostra il totale disinteresse di un’amministrazione a pianificare e progettare il vero sviluppo nel momento in cui c’erano le potenzialità ed i mezzi per farlo.

Giova infatti ricordare che il treno del PNRR non passerà più e difficilmente si potrà in futuro sperare di captare e portare nuovi finanziamenti a Sibari, terra di turismo e di agricoltura, che invece dovrebbe essere il vero volano di sviluppo di questo territorio.

Una mancanza, una disattenzione che potrebbe costar cara a Papasso ed alla sua candidata sindaco, che in questa campagna elettorale non hanno inteso parlare di alcun progetto o programma futuro ma hanno preferito perdersi nelle solite manfrine fatte di pettegolezzo e manipolazioni del pensiero, addossando ad altri peccati che non avevano mai commesso ma soprattutto, in totale violazione della privacy, raccontando in giro le vicende familiari degli altri candidati, rei a dir loro, di aver messo famiglia in altro comune.

È oramai un dato di fatto che la campagna elettorale non è stata condotta dalla candidata sindaco ma dal suo padrino politico, o manovale che dir si voglia. Eppure, proprio oggi, sfogliando le varie pagine Facebook, ti accorgi di un altro tonfo di Papasso.

Proprio lui che per quaranta giorni ha sbraitato contro i candidati che sarebbero venuti da altro comune, non si è accorto che la sua candidata Sindaco è l’unica dei tre candidati Sindaco a non avere la residenza a Cassano Ionio. Già da qualche ora infatti, sia Iacobini che Avena hanno postato la tradizionale foto dinanzi all’urna elettorale con l’invito e l’augurio al buon voto.

Messaggio non pervenuto dalla candidata socialista che… guarda caso ha la residenza a Cosenza e quindi è l’unica dei tre candidati a non votare a Cassano!!!

Uno smacco, quello della foto nel seggio, che racconta ancora una volta ai cassanesi chi sia Gianni Papasso: una persona sempre pronta a colpire l’avversario, anche a costo di rimetterci la faccia.

Come quando, all’inizio della campagna elettorale, ha provato a far credere ai cassanesi che sia il programma che le grafiche di Iacobini fossero copiate quando in realtà decine di pagine e di grafiche pubblicate da lui e dalla sua amministrazione con i soldi dei contribuenti, sono frutto di un copia incolla, tra l’altro venuto anche male!