“Crotone oscura”, una microdittatura balneare

“Crotone oscura”, una microdittatura balneare
Cronache da una città dove la critica è peccato e il pensiero unico ha il mare in concessione

Fonte: U’Ruccularu 

Avete presente una città normale? Bene, dimenticatela.
Immaginate una città con il mare, il sole, la Magna Grecia sotto i piedi e i PNRR che piovono come coriandoli a Carnevale. Una città dove tutto cambia… ma nulla si muove.
E ora immaginate che in questa città, ogni volta che qualcuno fa una domanda – una domanda banale, tipo “Scusate, la piscina CONI la riaprite?” o “Antica Kroton che fine ha fatto?” – si alzi una voce. Sempre la stessa.
Una voce che dice: “Chi siete voi per chiedere?”

IL CONSIGLIO COMUNALE SECONDO VOCE
Il sindaco, detto l’Innominabile Ionico, presiede il Consiglio comunale con il piglio del padre-padrone e il tono dell’avvocato d’ufficio.
Ogni volta che un consigliere di opposizione osa aprire bocca, parte l’attacco: “Per fatto personale”.
Cioè non una risposta. Ma un’accusa. Non un confronto. Ma un processo.
Toni legali, sì, ma taglienti. Quasi intimidatori. Frasi che sminuiscono, ridicolizzano, delegittimano. Parli di bonifica? “Disinformato.”
Chiedi del Piano strutturale? “Strumentale.”
Solleciti chiarezza? “Cerchi visibilità.”
Ti preoccupi del dissesto congesi? “Provocatore”
Sei una consigliera giovane? “Qui non siamo a scuola”.
E alla fine, come nei processi farsa degli anni bui, l’accusato è il cittadino, non l’amministrazione.

L’INFORMAZIONE PUBBLICA? FATTA DI NEBBIA
Sul sito del Comune c’è più trasparenza in un cappotto di lana che in un verbale di giunta.
Le opere pubbliche? Un mosaico di titoli, rendering e silenzi:
La piscina CONI, proclamata nel 2025, promessa per questo maggio appena passato, oggi è un’eco d’acqua in una bolla di cloro immaginario.
Antica Kroton, il più grande progetto archeologico del Sud, è sparito nei meandri della comunicazione vuota, del marketing di conferenze, tavoli di lavoro, applausi a se stessi.
come un vaso attico disperso in discarica.
Il PSC, il piano per decidere come sarà Crotone nel futuro, è un documento in gestazione e 0 incontri pubblici. Lo strumento che fa più gola di tutti per appetiti immobiliari, rappresenta il lato più oscuro di questa amministrazione, come l’altro della Luna. Del PSC in 5 anni non si è mai parlato e non se ne deve parlare. Complici anche gli ordini professionali che da sempre non si permettono a dire una parola:
“metti che il sindaco si offende?”
“Magari se non parliamo qualcuno di noi fa l’assessore”
“Zitti e buoni cosi ci fa presentare la lista”
Insomma gli interessi interessanti anche da parte di chi dovrebbe essere indipendente non mancano.

I “VOCE BOYS” E IL MURO DIGITALE
E poi ci sono loro. I Voce Boys.
Sono utenti. Ma non solo. Sono follower, ma anche vigilanti. Sono cittadini attivi… nel commentare per distruggere.
Chi prova a chiedere spiegazioni riceve un’immagine in HD su Facebook con una didascalia tipo: “Stiamofacendo”, “stiamo crescendo”, “il cambiamento è inarrestabile”, “meglio di noi non c’è nessuno”
Ogni post critico, ogni satira, ogni dubbio espresso sui social, viene subito intercettato.
“Ti lamenti sempre.”
“Non sai niente.”
“Vergognati.”
“Fatti un partito.”
“Non vuoi bene A Crotone”
“Tu sei il nemico della città”
“Sono solo Rucculi”
(il nostro commento preferito❤️)

Sotto ogni post che osi mettere in discussione l’operato del sindaco o dei suoi assessori, compare il solito plotone digitale di smentita, derisione e dileggio.
Alcuni utenti sono sempre gli stessi. Sempre presenti. Sempre armati. Sembrano usciti da un romanzo di Orwell, ma hanno il Wi-Fi.

CONTROLLO DELL’INFORMAZIONE: LA STAMPA COME MEGAFONO
A Crotone non esistono opposizioni forti. Esistono post su Facebook.
La cronaca è spesso “copincollata” da comunicati stampa. Le televisioni locali, dipendenti da rapporti con l’ente pubblico, non approfondiscono, non pongono domande scomode. Non conviene.
Da settembre 2020 ad oggi, alcuni cittadini critici sono stati “interdetti dai social del Comune” per commenti giudicati “lesivi”.
Il portavoce non smentisce, anzi rilancia: “Chi insulta l’ente pubblico, non merita cittadinanza digitale”.
Siamo nel 2025, ma pare di essere nella Germania dell’Est, dove la televisione era pubblica ma serviva il partito.
>“Non si può parlare male di Crotone se si è crotonesi”, dichiarava in consiglio comunale un esponente vicino al sindaco.”
Un pensiero che sembra tratto da un manuale di propaganda norcoreana..

LE CHAT SEGRETE DEL POTERE
Ma la cosa più inquietante – e no, non è una leggenda urbana – sono le chat parallele.
Esistono. Sono vere.
Sono gruppi WhatsApp o Telegram in cui consiglieri, assessori, portaborse e supporter “vicini” all’amministrazione condividono i post dei cittadini critici.
Li analizzano. Li scremano. Li bollano. Poi parte l’azione.
Come un piccolo Ministero della Verità in salsa crotonese, vengono scelti i bersagli.
E il giorno dopo, il post è un campo di battaglia.
“Disfattista.” “Nemico della città.” “Depresso cronico.”
Un tempo li chiamavano ebrei, sovversivi, antifascisti. Oggi, semplicemente: “haters” o “non amanti della città”.

IL CASO DELLA MOZIONE SCOMPARSA
Nel maggio 2025, la minoranza in Consiglio propone una mozione per chiedere denuncia all’ENI per l’omessa bonifica. Un atto simbolico, forte. Sapete cosa succede? Niente.
La maggioranza si assenta. Non vota. Silenzio.
Nessuna testata ne parla. Nessun giornalista chiede.
I cittadini? Distratti da un nuovo rendering di pista ciclabile o dal solito video motivazionale “Crotone si rialza”.
Come nella Berlino del 1938: il dramma accade nel silenzio perfetto.

IL PENSIERO UNICO HA IL SOLE IN FACCIA
Crotone oggi non è una dittatura. Non ancora. Ma è un perfetto laboratorio di autoritarismo di prossimità. Poca stampa libera. Nessuna opposizione efficace. Cittadini intimiditi.
Dissenso zittito con l’arma più letale: il ridicolo.
E se provi a raccontarlo, se provi a denunciare…
…qualcuno ti scriverà:
“tu non vuoi bene a Crotone”
Noi invece restiamo. Perché raccontare è già resistere.
Finché c’è chi legge, chi scrive, chi domanda. Anche se chi governa vuole solo applausi, e magari qualche like in più.