(di Gianluca Roselli – ilfattoquotidiano.it) – Alla fine, si rivela una tempesta in un bicchier d’acqua l’ospitata di Fedez al congresso di Forza Italia giovani che in settimana ha quasi fatto esplodere il partito, coi parlamentari sul piede di guerra perché “Gasparri non ci aveva detto niente e lui non c’entra nulla con la nostra storia”. Per non parlare dei testi contro Berlusconi in alcuni suoi brani. “Non la pensa come noi, ma non fischiate”, avverte Stefano Benigni, prima. Preoccupazione inutile, perché quando il rapper milanese arriva sul palco parte subito un lungo applauso, che si ripeterà più volte durante il suo intervento, in realtà un dialogo con Giuseppe Cruciani e lo stesso Benigni.
Tanto più che Fedez, come vedremo, fa di tutto per accalappiarsi la simpatia della platea del Palazzo dei congressi. Mancava solo si mettesse a intonare “Azzurra libertà”. “Io accetto sempre il confronto, specie con chi non la pensa come me. E da quando conduco podcast sono quelli di sinistra che si sottraggono sempre”. Poi si parla delle periferie e della sua città, Rozzano. “A mancare in certi luoghi è un calendario di eventi: si fanno troppe cose in centro e nessuna in periferia. Comunque, sono contento che tra due anni Beppe Sala non si possa ricandidare”, sostiene Fedez. E qui s’inserisce Cruciani, secondo cui un candidato sindaco perfetto per il capoluogo lombardo il centrodestra ce l’ha già: Paolo Del Debbio, che qualche minuto prima aveva incassato ovazioni col pubblico in piedi, provocando forse l’invidia di Antonio Tajani.
Poi Fedez racconta del tumore, dell’emorragia che l’ha quasi lasciato senza sangue, della depressione. “La salute mentale sarà il tema dei prossimi 15 anni e la politica non ne parla mai”, afferma il rapper, dichiarandosi disponibile a collaborare sul tema con Fi. La sua vicenda, però, non riguarda solo la salute, ma anche le indagini che l’hanno sfiorato, le risse in discoteca, le frequentazioni con i capi delle curve, eccetera. “Sulle intercettazioni ho cambiato idea: si può creare una falsa narrazione e mistificare la realtà con una facilità incredibile. Il reato di violazione di segreto istruttorio è in realtà un reato che non esiste, perché non ci si riesce a difendere. Il mio nome nelle ordinanze del tribunale compare 49 volte senza che io sia indagato…”, racconta Fedez. Poi arriva il capitolo Berlusconi.
Nessuno chiede direttamente al rapper se pure sul Caimano abbia cambiato idea, però lui spiega: “Ho sentito Michele Santoro concedere l’onore delle armi a Berlusconi dopo la sua morte. Quando purtroppo vedo Marco Travaglio fare un libro su Berlusconi postumo e fare la promozione pulendo la sedia, mi sembra totalmente inutile, se non alle tasche di Travaglio e lo trovo davvero spiacevole…”. E qui altra ovazione. Insomma, del rapper che frequentava il Leoncavallo e che poi è stato vicino al M5S sembra non essere rimasta traccia. “Oggi non voterei per nessuno”, dice, provocando una piccola delusione per la mancata svolta forzista. Infine, racconta pure un episodio in cui la famiglia di Elon Musk durante il Covid lo contattò per regalare dei respiratori agli ospedali italiani. “Perché chiedete a me? Parlate con Di Maio (allora agli Esteri, ndr). “Ci fidiamo più di te”, la risposta. Per il resto, Simone Leoni, 24enne romano, viene eletto per acclamazione nuovo segretario dei giovani forzisti: era l’unico candidato. “Perfetto stile Comintern”, lo prende in giro Del Debbio.









