Calabria, un altro braccio di ferro a Forza Italia. Cannizzaro vuole soffiare a Mangialavori la Commissione Bilancio della Camera

Nessuno tra i diretti interessati, né tra i vertici di Forza Italia, ufficialmente parla di frizioni o tensioni. Ma è indubbio che sull’appuntamento in programma martedì 10 giugno a Montecitorio siano concentrate le attenzioni dei big del partito azzurro. Per quel giorno è previsto, seppur con notevole ritardo rispetto al tradizionale timing, il rinnovo delle commissioni parlamentari permanenti.
E nella grande maggioranza di procederà ad una sostanziale riconferma degli assetti attuali con Fratelli d’Italia e Lega interessati soprattutto a non mettere in discussione il risiko faticosamente costruito a inizio legislatura, l’attesa riguarda soprattutto la commissione Bilancio: la presidenza assicura visibilità e peso politico importanti perché è in quella sede che prende forma ogni anno la manovra finanziaria con tanto di destinazione finale delle risorse e gestione di delicati dossier. La casella è occupata da inizio legislatura dal deputato vibonese Giuseppe Mangialavori.

Un’investitura, quella del parlamentare di Forza Italia, arrivata al termine di settimane convulse e dopo che il nome di Mangialavori era stato inserito nella rosa dei papabili per una poltrona di sottosegretario (poi era stato estromesso in concomitanza delle inchieste della Dda nelle quali appariva il suo nome e la sua poltrona era andata a Matilde Siracusano, attuale compagna di Roberto Occhiuto, ndr).

La “compensazione” riconosciuta ad uno degli esponenti di primo piano della cosiddetta minoranza interna nel partito – guidata da Licia Ronzulli e Giorgio Mulè – all’epoca mise tutti d’accordo. Sarà così anche stavolta? Nulla è scontato in questa fase delicata di riassetto tra i post berlusconiani. Il coordinatore calabrese del partito, il deputato reggino Francesco Cannizzaro, che è subentrato allo stesso Mangialavori nella conduzione di Forza Italia a queste latitudini – a chi gli chiede conto continua a ribadire “l’ottimo lavoro fin qui portato avanti da Giuseppe”. Basterà ciò per ottenere la garanzia di una riconferma?

Di certo è che dentro Forza Italia, soprattutto nell’inner circle del ministro Tajani, viene rivendicata quella postazione per un esponente della maggioranza azzurra. Tra i nomi avanzati, come sottolineato nelle settimane scorse anche dal Foglio, ci sarebbero i nomi del deputato pugliese Mauro D’Attis, quello del piemontese Roberto Pella e, manco a dirlo, del calabrese Cannizzaro. I tre possono essere annoverati tra i fedeli custodi dell’ortodossia predicata dall’attuale vicepremier e ministro degli Esteri.

Insomma, seppur sottotraccia, il braccio di ferro tra le parti in causa prosegue. Con la minoranza forzista intenzionata a difendere il ruolo di Mangialavori. Qualcosa in più si capirà lunedì 9, quando a Roma i protagonisti della vicenda dovrebbero vedersi per stabilire una linea comune da assumere quando si entrerà in Aula per votare. Fonte: Gazzetta del Sud