Mario Murone è il nuovo sindaco di Lamezia Terme. Arriva al 54% con circa 14.500 voti. Pur perdendo circa mille voti non c’ è stata partita. I giornali on line, i siti, gli opinionisti hanno parlato di un testa a testa con Doris Lo Moro che in realtà non c’è mai stato.
Doris Lo Moro è la grande sconfitta di queste elezioni comunali. Forte era il divario dopo il primo turno in cui aveva raggiunto poco più di undici mila voti. Nel ballottaggio arriva a dodicimila recuperando 800 voti che non le sono serviti nemmeno a competere. Doveva essere il candidato vincente con la sua storia e il suo background. Una campagna impostata tutta sull’io. Basta dire che dei leader nazionali non ha voluto nessuno al suo fianco, ad eccezione di Giuseppe Conte. Elly Schlein non si è vista, del Pd è arrivata solo certa Marina Serene. Il segretario regionale Nicola Irto si è fatto vedere solo per il suo insediamento come segretario regionale in un hotel periferico. Il suo slogan: “Liberiamo Lamezia Terme” ha fatto incazzare quasi tutti i lametini che si sentono persone libere nonostante la presenza pesante della ‘ndrangheta, come in tutta la Calabria.
Doris Lo Moro perde perché i cittadini lametini hanno giudicato negativamente i suoi nove anni di amministrazione della città. Eh sì, perché il fatto strano di queste elezioni è che invece di parlare dei dieci e passa anni di amministrazione del sindaco Mascaro, non certo esaltanti, si è preferito parlare dell’esperienza di Doris Lo Moro di quasi 25 anni fa. E lei ci è cascata come un pollo, mani e piedi. I suoi fan tutti intenti a far veicolare su Facebook le opere realizzate in quegli anni splendidi quando, secondo loro, Lamezia Terme era una bengodi. Tutti stavano bene. Analisi condivisa da tutte le forze che hanno appoggiato la Lo Moro compresi i Cinquestelle che hanno definito la Lo Moro la migliore risorsa da candidare per il suo passato….
Invece di guardare al futuro si è parlato del passato. Famolo strano. Peccato che i cittadini ricordavano un altro film. Ricordavano l’interruzione della seconda consiliatura per candidarsi al Parlamento nazionale battuta da Galati. Ricordavano anche la sua esperienza come assessore alla sanità regionale che non ha impedito l’accorpamento dell’ASL di Lamezia a quella di Catanzaro. E soprattutto ricordavano che da anni e anni non avevano più notizie della Lo Moro in città. Saranno state anche critiche esagerate, ma delle opinioni del popolo bisognava tenerne conto al momento della scelta. Invece niente, si è fatta una scelta tra pochi dirigenti di partiti, alcuni dei quali nemmeno una lista hanno presentato.
In pratica Doris Lo Moro che doveva essere un traino è stata un freno, una palla al piede. Il voto del ballottaggio scaturisce da qui. La Nicastro bene che vota Lo Moro e il resto della città vota Murone. Una parte minoritaria di lametini sono andati a votare per la Lo Moro sperando di rivivere il passato. Una gran parte dei lametini invece è corsa alle urne proprio per bocciare la sua esperienza. E poi ci sono ritornati per evitare il rischio di un suo ritorno. Hanno votato il cavallo scosso Mario Murone con la sua bonomia, i suoi silenzi, la sua oratoria soporifera. Oggi tutti i capi e capetti del centrodestra sono corsi a Lamezia per festeggiare dopo che avevano abbandonato Mario Murone al suo destino. In primis è arrivato Roberto Occhiuto desaparecidos in questi mesi. Un giornale di regime che ha sponsorizzato la candidatura della Lo Moro spendendosi in ogni dove adesso attribuisce la vittoria di Murone al presidente Occhiuto e alla sua giunta. Come stravolgere la realtà e fare i servi sciocchi fino alla fine. Se fosse stato per Roberto Occhiuto e la sua giunta oggi avremmo Doris Lo Moro a festeggiare e il giornale in questione ad esaltarne la vittoria. Purtroppo non ha vinto superwoman ma il cavaliere inesistente. Fatevene una ragione ma in ogni caso il più pulito c’ha sempre… la rogna.









