La Calabria è dentro una logica di sterminio e il Potere predica moralità solo con i poveracci (di Santo Gioffrè)

di Santo Gioffrè, medico e scrittore

Qui non c’è il disgusto per la notizia. No! Infatti i cosiddetti arresti o inquisiti per la cosiddetta privatizzazione di Oculistica di Catanzaro, non hanno colpito nessuno. Quella cosa, come tutte le cose in Calabria, è prassi, non eccezione. Come il morire per assenza totale di soccorsi, tanto che persino ieri è avvenuto. Il fatto che i primari, cioè coloro che hanno in mano il controllo assoluto della gestione dei posti letto e medicina artem operandi, fanno passare dai loro studi, è istituzione accettata, non solo a Catanzaro, ma pure a Reggio Calabria, come in tutt’Italia. Dove, bene o male, in Italia, non in Calabria, il rapporto con le liste d’attesa viene mantenuto. Metà del primario, metà liste d’attesa… 

Quindi, al di là del solito bailamme, nulla di nuovo. Questo è il sistema che avete voluto. Lo avete voluto voi. Iniziando con la Bindi e finendo a dare tutto il potere non ai Soviet, ma ad un manipolo di fascisti e banderuoli che, per comprare armi dagli Americani, accontentare banche, gli Armieri, la Confindustria, la Condiretti, la Cisl e gli Apparati Militari, privatizzeranno tutto, ma tutto.

Iniziando, in altre parti, dalla sanità. In altre parti, perchè, in Calabria, la sanità è già privata e la gente, in contentezza, muore. Soprattutto nei disabitati paesi dell’entroterra e delle montagne, ormai privi di alcuna assistenza sanitaria e con un protocollo ministeriale attivo che ci accompagnerà verso l’estinzione antropologica. Totale!

Una volta c’erano i medici condotti che, in groppa ai muli, giravano per le campagne, portandosi dentro quel senso arcaico di imporre la loro superiorità di classe elargendo carità compassionevole con la fornitura d’assistenza medica. Venivano, il più delle volte, pagati col baratto. Soldi, chi ne aveva, servitù nei loro poderi agricoli, primizie, capretti, galli, formaggi, stipendio dallo Stato. Comunque, preparatissimi, erano lì presenti.

Poi, c’erano le mammine, le ostetriche, stipendiate dai Comuni che, quantomeno, cercavano di essere accanto alle partorienti nei luoghi più sperduti, nelle campagne e nelle montagne. Gran parte delle volte, impotenti, potevano assistere solo alla morte delle donne, conseguenza di un parto complicato, mentre i figlioletti, attorno al letto, disperati, piangevano l’andar della madre. Quante migliaia di casi stanno conservati nelle mente di chi non vuol arrendersi in Calabria.

Poi, arrivò il ’68 e tutto cambiò. Ora, da 40 anni, finito l’impulso rivoluzionario, dove una generazione di menti eccelse e santi, si consumarono tra le lotte e le carceri, siamo tornati ai silenziosi deserti delle campagne, che sono le nostre case, i nostri paesi, le nostre città. Silenzi privi di medici, mammine e di quell’umanità arcaica che non ti lasciava, mai, da soli, come sta succedendo ora.

La Calabria è dentro una logica di sterminio. L’essenza vera è che noi non rientriamo nell’economia di mercato della domanda e dell’offerta del grande capitale italiano, che è il vero Governo di questa Nazione. Esistiamo finché saremo un bancomat e forniremo braccia e materia grigia per i loro sistemi di accumulo di ricchezza. Altrimenti, non saremo, più, niente. Come fate a non accorgervi che ci stanno consumando? Che ci stanno spegnendo? Ma voi capite che al governo della Regione c’è un qualcosa che si chiama Lega Nord per l’indipendenza della Padania? Lo capite o no? E se avete un minimo di cervello, capite cosa significa, o no?

Tornando al fatto di Catanzaro… Lì, lo scandalo, non è il fatto del farsi pagare per surclassare le liste d’attesa. No. Se si dovesse fare qualche considerazione, caso mai, è la spudoratezza di taluni che erano a tempo pieno e si arricchivano altrove perché legati al potere. Il Potere, che predica moralità e ci riempie di sermoni savonaroleschi quando si ha a che fare con poveracci. E pensare che tutto questo mondo è arrivato al potere sull’onda della strumentalizzazione dei furbetti del cartellino in mutande, mentre loro si stanno svendendo l’Italia e la Calabria.