IL PARTITO TRASVERSALE DELLA REGIONE NON SI TOCCA
di Pino Tassi
Roberto Occhiuto non ha condanne passate in giudicato, non ha condanne in appello né tantomeno in primo grado, non solo: non è rinviato a giudizio, non ha richieste di rinvio, è soltanto indagato. Tocca alla magistratura formulare eventuali capi d’accusa e poi ai Tribunali e alle Corti pronunciarsi. Così come tocca ai media far conoscere i fatti, le accuse, le difese, formulare ipotesi, scenari, senza sconti per nessuno. E voi di Iacchite’ siete tra i pochi che fanno in maniera eccelsa questo lavoro senza sconti per nessuno.
Roberto Occhiuto è quindi innocente per la giustizia italiana. Purtroppo per la Calabria (è un dato oggettivo, nonostante la sua narrazione ultimi eravamo e ultimi siamo rimasti in tutti i campi) Roberto Occhiuto è anche presidente della Regione. Un ruolo che attribuisce vasti poteri ai presidenti, al punto che molti li chiamano, all’americana, i governatori.
Qui scatta un altro tipo di valutazione, la valutazione politica del suo operato e il ruolo delle opposizioni, dei partiti politici. I cosiddetti partiti di opposizione in Calabria con in testa Pd, M5s, Avs, seppur timidamente, dopo il vergognoso ultimo consiglio regionale in cui hanno issato bandiera bianca, affermano che Roberto Occhiuto ha fallito in sanità. Nicola Irto plaude alla magistratura dopo le perquisizioni: “È positiva e ci rassicura la costante attenzione alla sanità da parte dell’autorità giudiziaria e delle forze dell’ordine, che con perquisizioni e accertamenti stanno controllando il rispetto delle regole all’interno della Regione Calabria”.
Anna Laura Orrico invece ha dichiarato: “Attenderemo ovviamente l’esito delle indagini, perché ci preoccupa non solo lo stato di salute della sanità calabrese che sappiamo essere purtroppo molto lontano da quello che racconta il governatore Occhiuto attraverso i social media, ma ci preoccupa soprattutto, come dire, dover dare ancora una volta l’immagine di una Calabria dove i livelli istituzionali probabilmente gestiscono la cosa pubblica come una cosa non molto pubblica”.
Ora cosa abbiano da attendere i partiti dell’opposizione non è dato saperlo. La stessa Orrico rilancia l’accusa che la cosa pubblica non è gestita in maniera trasparente. La magistratura ha i suoi criteri di valutazione, la politica ha come bussola la Costituzione. All’articolo 54 i nostri padri costituenti scrivono: “… I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore…”.
Nicola Irto, Anna Laura Orrico, Fernando Pignataro, a nome dell’opposizione, insieme ai capigruppo e ai consiglieri provinciali, dovrebbero chiedere le dimissioni di Roberto Occhiuto da presidente della Regione Calabria proprio per gli elementi emersi finora di sovrapposizione tra il ruolo pubblico e attività imprenditoriali private, per l’opacità nelle nomine pubbliche dove spesso circolano gli stessi nomi, per il sospetti che oltre ai criteri di professionalità e competenza vi siano anche altri criteri non scritti che sono quelli amicali e politici, per la mancanza assoluta di trasparenza nella gestione della Fondazione Calabria film Commission di cui per conoscere determine e delibere bisogna essere novelli Einstein.
L’opposizione non può essere guardinga perché forse è un regolamento di conti all’interno del centrodestra. Non c’è nulla da attendere, l’opposizione, se vuole guadagnare credibilità, deve chiedere le dimissioni di Roberto Occhiuto perché responsabile morale di questo sistema quantomeno opaco che è emerso. I partiti facciano politica e non scarichino il tutto alla magistratura. La magistratura potrà anche archiviare il tutto, la politica seria ha tutti gli elementi per chiedere a Roberto Occhiuto di mettersi da parte. Altrimenti si rafforza il sospetto che ancora esiste quel partito trasversale che ha governato la regione Calabria negli ultimi trent’anni.