Dopo la scoperta di una condotta danneggiata e potenzialmente pericolosa per le qualità delle acque, fatta ieri e segnalata dallo stesso presidente della Regione Roberto Occhiuto, oggi a denunciare un canalone sospetto nel Tirreno lametino è il comitato “Difendiamo il mare” con una nota.
“In linea con l’invito, partito dalla Regione e rivolto a tutti i cittadini, di segnalare scarichi illegali, mare inquinato e tutte le situazioni di criticità ambientali, il comitato “Difendiamo il mare” ha segnalato sulla piattaforma difendiambiente.regione.calabria.it ,messa a disposizione dalla Cittadella, quanto segue : “A distanza di poco più di 500 metri dal canalone area vicino al pontile ex Sir, sequestrato nella stagione estiva scorsa, in un’area verosimilmente interessata dal torrente Turrina, lungo il tratto di spiaggia, seguendo verso sud, si scorge un riversamento importante nel mare, di acque di dubbia provenienza, ma che potrebbero fare capo al canalone sequestrato dalla Magistratura. E’da aggiungere che nel canalone sopra evidenziato risulta essere presente una grossa tubazione, che immette una consistente quantità di acqua che, a vista, sicuramente non rassicura per il colore, l’odore e la schiuma”.
“L’intera acqua del canalone verosimilmente potrebbe interessare la spiaggia verso sud, per circa quattrocento metri, per poi gettarsi a mare. E proprio il suddetto canale può essere imputato come causa di una situazione di alterazione del colore delle acque ed altre fonti inquinanti, sicuramente di importanza notevole, che per circa due o tre chilometri a nord e a sud per circa 400 metri in larghezza, creano una colorazione verde marrone che, poi le correnti spingono lungo la costa, a seconda della direzione delle correnti stesse”.
“Quanto denunciato – proseguono ancora – è il frutto di una escursione, effettuata nelle prime ore del mattino, nell’area sopra descritta, da alcuni rappresentanti del Comitato “Difendiamo il mare”. Gli stessi, pur accogliendo positivamente la possibilità di poter dare un contributo nel contrasto all’inquinamento marino, con la consapevolezza che in quella area sono presenti condotte sicuramente irregolari e quindi illecite, non possono non lamentare la mancanza a tutt’oggi di interventi strutturali , che, a monte, contribuiscano a definire una seria politica depurativa che interessi tutte le comunità che gravitano intorno ai corsi d’acqua. A ciò si aggiunga la necessità, una volta scoperto eventuali illeciti, di individuarne gli autori , soggetti poi a punizioni esemplari, per gravi reati ambientali. Diversamente – concludono – tutte le operazioni che si svolgono in questi giorni dagli enti preposti, hanno il sapore solo di una perdita tempo, con fini propagandistici, in attesa che l’estate finisca”.