“Cosenza, sanità venduta. Cosa aspetta l’Ordine dei Medici a prendere provvedimenti contro Garofalo e Bruni? Uno dei due è consigliere?”

Esistevano ed esistono delle limitazioni per chi fruisce della borsa di studio per la specializzazione medica, ma anche per gli assegni di ricerca, solo successivamente al Covid sono state introdotte delle eccezioni, dapprima come medici per le cosiddette Usca e poi come medici vaccinatori.

Con il decreto legislativo n. 368 del 1999 era sancito che “per la durata della formazione a tempo pieno al medico è inibito l’esercizio di attività libero-professionale all’esterno delle strutture assistenziali in cui si effettua la formazione ed ogni rapporto convenzionale o precario con il servizio sanitario nazionale o enti e istituzioni pubbliche e private”. Le uniche eccezioni consentite, per via delle modifiche introdotte dalla Legge n. 448 del 28 dicembre 2001 e dal Decreto-legge n. 81 del 29 marzo 2004 convertito in Legge il 19 maggio 2004, sono:

  • esercizio della libera professione intramuraria, in coerenza con i titoli posseduti, previa definizione di accordi di convenzione;
  • guardia medica;
  • sostituzione di medico di base;
  • guardia turistica;
  • sostituzioni nell’ambito della Medicina Penitenziaria.

Dopo il Covid, vista la situazione emergenziale, grazie al Decreto Calabria (L. 145/2018art. 1 co. da 547 a 548 ter ss.mm.ii.) i medici specializzandi, a partire dal secondo anno di formazione, possono essere assunti dalle aziende sanitarie con contratto di lavoro subordinato a tempo determinato, con orario a tempo parziale in ragione delle esigenze formative. Inoltre, Ai sensi dell’articolo 12, comma 2, del Decreto-legge del 30 marzo 2023, n. 34, fino al 31.12.2025, in via sperimentale, i medici in formazione specialistica regolarmente iscritti al relativo corso di studi possono assumere, su base volontaria e al di fuori dall’orario dedicato alla formazione, incarichi libero-professionali, anche di collaborazione coordinata e continuativa, presso i servizi sanitari del servizio sanitario nazionale, per un massimo di 8 ore settimanali.

Beh, le cose nel tempo sono cambiate, le restrizioni sono mutate. Però una considerazione va fatta: quanti medici a causa di tali restrizioni hanno subito procedimenti penali, sono stati sbattuti sui giornali come dei delinquenti e sono stati cancellati dagli Ordini dei Medici? Hanno dovuto rifare il test per rientrare nella specializzazione ed hanno dovuto rifrequentare il corso. Altro che storie!

Oggi, ci troviamo di fronte due professori cioè il Dott. Eugenio Garofalo e il Dott. Andrea Bruni, che di fatto, ed è dimostrato dalle carte in possesso della Procura di Catanzaro, hanno assunto incarichi libero professionali, svolgendo attività incompatibili con la loro posizione di specializzandi e di ricercatori, all’epoca dei fatti. Sta a loro dimostrare il contrario. E quindi che cosa si fa se ciò fosse vero?  L’Ordine dei Medici di Cosenza non chiede gli atti alla Procura? Non interviene? Forse perché uno dei due è consigliere all’interno dello stesso Ordine?

Il Miur interverrà? Dichiarerà i due decaduti dalla specializzazione e dall’assegno di ricerca?  O questa è l’Italia dei due pesi e due misure? Qualora dovesse passare la linea del lasciar correre, quanti medici avranno diritto a chiedere i danni per la pena subita?

Lettera firmata