Golfo di Lamezia, mare “multicolori”. Perché Occhiuto non dispone controlli su aziende agricole e agroindustriali?

Avevamo lasciato il Presidente Roberto Occhiuto che annunciava, nel suo tg personale su Facebook, notizie clamorose sul tubo penzolante che la sua sonda Sar, da noi ribattezzata SarSa, aveva identificato nel mare di Gizzeria fonte di potenziale inquinamento del nostro mare. Queste notizie clamorose, rilanciate da tutti i siti tra gli applausi dei fan, amici e amichetti del presidente, non sono più arrivate e ad oggi il tg Occhiutiano è muto. In realtà è diventato muto dopo la risposta puntuta del Comune di Gizzeria che il tubo non apparteneva a loro ma forse al comune di Falerna che a sua volta ha precisato che si trattava di un tubo non attivo e quindi non poteva inquinare.

Non bastasse tutto ciò, un articolo sul Quotidiano del Sud identificava il tubo come appartenente all’aeroporto e al Comune di Lamezia Terme. Queste notizie non hanno ricevuto alcun commento dal presidente Occhiuto e dal direttore dell’Arpacal che forse sarà stato impegnato in qualche altro controllo sul motoscafo d’altura di Forgiuele con leghisti al seguito.

Il presidente Occhiuto che è così solerte a mandare ispezioni, ruspe, escavatori ad ogni immagine della sua SarSa, invece tace da sette giorni sulla denuncia fatta dal sito Cityone che mostra lo sversamento nauseabondo di un canalone nella zona industriale di Lamezia Terme. Chissà come mai quando si tratta di effettuare controlli su aziende agricole, o su realtà agroindustriali, il presidente perde la parola. Visto che oggi sarà a riposo potrà ascoltare sempre su Cityone un’intervista al’ingegnere Fagà che sostiene che andrebbero fatti controlli seri con degli strumenti chiamati piezometri che potrebbero rivelare la presenza di azoto nelle acque e soprattutto nel sottosuolo.

L’identificazione della presenza di nitriti e quindi di azoto potrebbe essere la causa della fioritura algale (oltre le alte temperature del mare) che porta il mare ad avere un colore verde e a volte marrone. Ma forse costano poco (nostra malignità), duecento euro a pezzo,e forse per questo la regione Calabria non è dotata di questi strumenti, a dire dell’ingegnere. Oppure sempre il presidente si potrebbe leggere un articolo da noi pubblicato ieri in cui si scriveva: “Le microalghe sono alimentate da sostanze che finiscono a mare a seguito di attività dell’uomo. Quindi pur essendo balneabile il mare per alcuni parametri, lo stesso risulta in sofferenza; quindi andrebbero ridotte le emissioni nel mare di tali sostanze che nutrono le microalghe che distruggono l’equilibrio marino, togliendo ossigeno e tutto quello che serve per avere un mare pulito”.

Invece abbiamo che il presidente tace e continua a giocare con il Sar, l’Arpacal fa bollettini che il mare è pulito, i tifosi e fan che si accontentano di poco applaudono.
E intanto i turisti scappano o cancellano le prenotazioni (altro che i dati ad minchiam) perché il mare sarà pure pulito ma loro preferiscono andare in regioni o all’estero dove il mare oltre che pulito sia anche trasparente. Altrimenti meglio Rimini.