“Lamezia, festeggiamenti per Santa Rita. Il torneo di Gabella e la storia della maestra Maria Strangis”

Lamezia Terme, 15 Luglio 2025

Il torneo di calcio, avviato ieri a Gabella di Lamezia nell’ambito dei festeggiamenti a Santa Rita, ha provocato in me una forte emozione per la generosità dei giovani organizzatori, che hanno colto il valore simbolico di tre morti premature, ancora vivo in una comunità che ha sopportato di tutto lungo il tragitto della sua storia. Gennaro Villella, Antonio Mete e Maria Strangis, parte significativa di questa storia, godono di un meritato diritto di intitolazione di un importante torneo sportivo in onore di una Santa, Rita da Cascia, capace di dare risposte a casi impossibili, come far sbocciare d’inverno una rosa.

Ma la breve storia che voglio ricordare è quella della mia collega, Maria Strangis, maestra elementare, colpita nel 2019, sul treno per Roma, da un crudele malore che la condusse alla morte. Come ogni inizio settimana soleva raggiungere la sua scuola di Roma ma quella mattina i suoi alunni non la videro arrivare. Una grande commozione travolse la comunità di Gabella che presentò una petizione al Comune di Lamezia Terme per l’intitolazione di una strada alla maestra Maria. La petizione fu esaminata dalla terna commissariale, guidata dal Dott. Franco Alecci, una delle poche autorità dello Stato capace di interpretare la voce dei sentimenti e non di applicare in modo sordo l’apparente neutralità delle norme.

Quella Giunta Straordinaria colse il senso dell’istanza, avvalorata dalla scelta di Maria, fatta in vita, di donare i suoi organi e deliberò l’approvazione della proposta di intitolazione. La delibera comunale, poi trasmessa alla Prefettura di Catanzaro, trovò il diniego del Prefetto di allora che non diede  l’autorizzazione e, diversamente da Rita, la Santa di Roccaporena, abilitata a risovere casi difficili, non fu capace di derogare alla legge 23 giugno 1927, n.1188, che non consente di intitolare una strada o una piazza se non si é deceduti da almeno 10 anni, a meno che non si siano acquisiti meriti particolari verso la Nazione.

Ma quali requisiti più credibili può rivendicare una insegnante pendolare che muore per strada e che ha deciso di lasciare a chi resta parti vitali di se stessa?  Quale regalo più grande, vorrei ricordare a quel Prefetto di cui non ricordo il nome, grazie a Maria Strangis, la morte ha potuto fare alla vita? Maria c’è riuscita con la generosa delicatezza di un gesto che si inscrive nell’eroismo sobrio delle persone semplici. Ieri sera, nella frazione Gabella, è iniziato un torneo prendendo a padate una sfera di cuoio e le istituzioni erano lì schierate a sostenere la dimensione folkroristica-sportiva di una festa religiosa.

Nessuno di loro si ricorderà di quella delibera della terna commissariale, assassinata da una legge del 1927, demolita da un Prefetto cavilloso e messa definitivamente in soffitta dall’amministrazione comunale dell’avvocato Mascaro. D’altro canto, non possiamo pretendere che un prefetto o un sindaco, oltre ad amministrare, bene o male, una comunità siano anche attratti dalla dimensione emotivo-affettiva degli accadimenti. Forse Santa Rita, specializzata in casi difficili, potrebbe compiere il miracolo di renderli permeabili ai moti del cuore più che ai vincoli delle norme. Temo, però, che, anche per Lei, buttare a mare, di questi tempi, una legge fascista sia assolutamente proibitivo.

Fiore Isabella (Ex Consigliere Comunale di Lamezia Terme)