MENTRE A GERMANETO SI BRINDA, LA CALABRIA MUORE
L’Arpacal e Calabria Verde nel corso del fine settimana hanno vigilato sulle vacanze dei turisti arrivati in Calabria controllando le acque marine delle nostre coste. Anche perché nel fine settimana si è “celebrato” il grande evento nazionale, ma che dico europeo, anzi internazionale, facciamo planetario del Vinitaly and the city Sibari meglio conosciuto come il Festival della Pontida parassita del Sud che ha visto l’arrivo di centinaia… pardon migliaia… facciamo milioni di turisti del bere in Calabria. Fonte assessorato al Turismo, in collaborazione con istituto demoscopico di fama mondiale, assessorato all’Agricoltura, Arsac, presidenza giunta, Aci, Anas, Società autostrade, Isoradio, Istituto Luce pardon… Tg3 Calabria e chi più ne ha più ne metta.
L’Arpacal nella giornata di ieri ci ha comunicato di aver riscontrato qualche problema alla foce del Mesima. Ma va là, alla buon’ora, chi mai l’avrebbe detto? Fino al giorno prima Legambiente è stata insultata dall’assessore Giovannone Calabrese, quello con la zeppola alla Agnelli, che accusava Legambiente di misfatti peggiori di Putin, di cospirazione contro la libertà e il buon lavoro della giunta Occhiù e di tutti i suoi collaboratori, mettendo tra questi anche i battelli super ecologici, i droni super tecnologici e la sonda SarSa così moderna che non ne ha azzeccata una, dicasi una.
Siamo andati tutti a dormire tranquilli certi che il duo (G)alabrese/Occhiù sorvegliasse su di noi e sul nostro mare. Al risveglio, invece, stamani ci arriva questo comunicato incazzatissimo dei comitati per il mare di Pizzo Calabro che dicono che il mare, ieri a Pizzo, non era né azzurro né verde, siamo arrivati al colore marrone e al nero. I comitati dicono:
“Da un esame visivo si è rilevato che tale chiazza arriva molto probabilmente dal canalone dall’area ex Sir del comune di Lamezia che sembrerebbe riversare a mare i reflui. Oggi in pochi hanno inteso bagnarsi però oramai a nostro parere sismo al disastro ambientale ed ecologico con ripercussioni sulla salute pubblica”.
Quello che i comitati non ricordano è che quasi 20 giorni fa vi fu una denuncia dettagliata fatta dal sito Cityone che mostrava lo sversamento nauseabondo di un canalone nella zona industriale di Lamezia Terme. Il presidente, che a parole dice di controllare tutto, non ha mosso un dito in queste settimane, lo stesso ha fatto l’Arpacal e pure Calabria Verde. Non sappiamo se la Procura di Lamezia Terme ha messo in atto qualche controllo. Chissà come mai quando si tratta di effettuare controlli su aziende agricole, su realtà agro industriali, il presidente Occhiù perde la parola. In nostro articolo di qualche giorno dopo denunciavamo l’inerzia di Occhiuto e gli consigliavamo di ascoltare, sempre su Cityone, un’intervista al’ingegnere Fagà dove sostiene che andrebbero fatti controlli seri con degli strumenti chiamati piezometri che potrebbero rivelare la presenza di azoto nelle acque e soprattutto nel sottosuolo. L’identificazione della presenza di nitriti e quindi di azoto potrebbe essere la causa della fioritura algale (oltre le alte temperature del mare) che porta il mare ad avere un colore verde e a volte marrone. Ma forse costano poco (nostra malignità), duecento euro a pezzo, e forse per questo la regione Calabria non è dotata di questi strumenti, a dire dell’ingegnere.
Invece abbiamo che il presidente tace e continua a giocare con i droni, con il SarSa, con il Vinitaly e adesso con il Magna Magna Graecia Festival.
L’assessore fa la parte dell’ira funesta del pelide Achille, l’Arpacal fa bollettini che il mare è pulito, i tifosi e fan che si accontentano di poco applaudono.
E intanto i turisti scappano e i residenti sono disperati e non sanno più a che santo rivolgersi.









