L’Europa boccia il finanziamento del Ponte sullo Stretto: “Progetto interamente italiano, niente fondi Cef”

di Patrizia Vita

Fonte: L’Eco del Sud

Doccia fredda per il governo italiano: la Commissione Europea ha escluso il ponte sullo Stretto di Messina dai finanziamenti del programma Connecting Europe Facility (CEF-T), il principale strumento comunitario per sostenere le grandi infrastrutture di trasporto. La motivazione è chiara e formale: il ponte è un progetto interamente situato in Italia e, quindi, non ha i requisiti per accedere ai fondi destinati ai progetti transnazionali”.

UNA BOCCIATURA CHE SMONTA LA NARRAZIONE DEL GOVERNO

Per mesi, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini aveva sostenuto che il ponte fosse “chiesto dall’Europa”, inserito nel corridoio Ten-T Scandinavo-Mediterraneo, e quindi eleggibile per il CEF. Ma la Commissione ha chiarito che l’inserimento nella rete Ten-T non implica automaticamente il diritto ai fondi, soprattutto se l’opera non attraversa più Stati.

“Altro che sostegno europeo: siamo di fronte a una bocciatura formale, nero su bianco”, ha dichiarato il comitato ‘Invece del ponte’, che da anni si oppone all’opera. Ed ha aggiunto:

I comunicati politici possono dire ciò che vogliono, il dato di fatto è che la Commissione Europea ha azzerato la strategia finanziaria finora perseguita dal Governo per il ponte sullo Stretto di Messina.

Il 16 luglio scorso, presentando la proposta di Quadro Finanziario Pluriennale 2028–2034, la Commissione ha risposto in maniera inequivocabile. Un passaggio tanto chiaro quanto devastante per l’impianto narrativo del Governo, che da sempre sostiene che il Ponte sia un’opera “europea” e che, in quanto inserito nella rete TEN-T, avrebbe diritto ai fondi CEF-T. Niente di più falso: la Commissione afferma che il ponte è “un progetto interamente italiano” e non ha i requisiti per accedere ai fondi CEF-T, destinati a progetti transnazionali. Un doppio schiaffo, che ridimensiona clamorosamente le ambizioni del Governo e ne svela gli errori di procedura e di sostanza.

QUALI FONDI RESTANO SUL TAVOLO

La Commissione ha lasciato aperti alcuni spiragli, ma tutti incerti e complessi:

  • Fondi nazionali previsti dai piani di partenariato tra Italia e Bruxelles;
  • Il futuro Fondo europeo per la competitività, operativo solo dal 2028;
  • L’ipotesi di classificare il ponte come infrastruttura militare, per farlo rientrare nelle spese NATO.

Tutte queste opzioni, però, non garantiscono alcun finanziamento diretto, e richiedono procedure selettive, deroghe ambientali e giustificazioni strategiche.

IL FUTURO DEL PROGETTO

Con un costo stimato di 13,5 miliardi di euro, il ponte sullo Stretto resta la più grande opera pubblica della storia italiana, ma ora rischia di essere interamente a carico dello Stato. Il governo Meloni ha già inserito la copertura nel bilancio nazionale, ma la mancata partecipazione dell’Europa ridimensiona le ambizioni internazionali del progetto.

Il ponte sullo Stretto di Messina rimarrà una linea tracciata tra due sponde di una mappa?