Sono passati 43 anni dalla morte violenta per mano della ‘ndrangheta di Pompeo Panaro, ex amministratore della Dc a Paola, e per lui e per la sua famiglia non c’è mai stata verità e giustizia. Il figlio Paolo ha raccontato la storia di suo padre dappertutto, anche in televisione, ma purtroppo nulla si è mosso. Per fortuna, tre anni fa almeno la città di Paola si è degnata di dedicargli uno spazio, una targa e un ricordo ma niente di più. Oggi Paolo Panaro sui social ha pubblicato un post assai significativo, che doverosamente pubblichiamo.
43 anni di silenzi. Pilotati da 43 anni.
43 anni di oblio, perché provò a scardinare le dinamiche deviate di questo territorio: l’ho squarciato, raccogliendone il retaggio, contrapposto ad una moltitudine (politica, magistratura, associazioni, organi d’informazione, “famiglia”…), andando incontro allo stesso destino, in un contesto sociale ormai irrimediabilmente alla deriva, laddove finanche l’antimafia di mestiere è settoriale.
Ne ho subite e continuo a riceverne di ogni tipo. Esiste però un dettaglio, che fa tutta la differenza del mondo. Da un lato c’è un esercito, più o meno legalizzato, che ha bisogno di tramare nell’ombra; dall’altro c’è uno solo, che proprio per questo è e resterà quello che dall’altro lato non saranno mai, un Uomo.
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