Calabria, Occhiuto corrotto. L’inchiesta della procura accende i fari sulla sanità privata: i casi Potestio-Anmi e Daffinà-Tirrenia

Il boss della sanità privata calabrese Potestio a spasso con Occhiuto e i suoi scagnozzi

di Enrica Riera
02 agosto 2025 

Fonte: Domani 

Verifiche della procura sui centri accreditati al sistema sanitario regionale.

All’indomani dell’annuncio che ha spiazzato il centrosinistra, il dimissionario governatore della Calabria Roberto Occhiuto si fa immortalare insieme al ministro della Cultura Alessandro Giuli e alla sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro, entrambi in visita istituzionale a Catanzaro Lido. «La Calabria prima di tutto», scrive sui social, a corredo della foto, il presidente indagato per corruzione. È di fatto alla Calabria che il forzista punterà nuovamente, quando, in base alla strategia avallata dalla premier e dai vertici di Forza Italia, si ricandiderà alla conquista del suo scranno più alto.

E il ministro Antonio Tajani, nel corso degli Stati generali del partito di cui è leader, venerdì si è detto più che fiducioso: «Il successo della Calabria, a cui Occhiuto ha ridato dignità, sarà uno straordinario trampolino di lancio per vincere nel 2027». Compiaciuto, il presidente ha ironizzato: «Quest’anno un po’ di sfiga c’è stata. Ho lasciato per non logorarmi».

Intanto questa mossa, condizionata dall’inchiesta giudiziaria dei pm che è anche pronta a illuminare le zone d’ombra nel settore della sanità privata, ha gettato nel panico il fronte delle opposizioni. I competitor di Occhiuto, infatti, non avevano ancora iniziato a ragionare sulle prossime regionali. Ma nelle ultime ore l’atteggiamento è cambiato.

Toto-nomi
Riunioni e telefonate continue per accelerare e non farsi trovare (ancora una volta) impreparati. Sul tavolo di Pd, Avs, M5s e altri alleati c’è già dunque qualche nome. Tra questi, quello di Flavio Stasi, il sindaco di Corigliano-Rossano (Cosenza) con un passato da attivista e vittima un anno fa di una serie di azioni intimidatorie per le denunce di illegalità sul proprio territorio.

Contattato da Domani, Stasi ha detto: «Molti fanno il mio nome come candidato? Ovviamente mi fa molto piacere. Io sono impegnato in un compito difficile ed importante, quello di sindaco della terza città della Calabria. Certamente ritengo che serva subito uno strappo del centrosinistra che rovini la festa ad Occhiuto ed alle sue squallide tattiche sulla pelle dei calabresi, una candidatura forte, di rottura, che sia radicata nel territorio. Certamente in questa battaglia ci sarò, perché da sindaco ho visto il disastri di questa giunta regionale, che peseranno per anni, e sono in contatto con decine di amministratori, dirigenti ed attivisti per decidere il da farsi».

Il primo cittadino si è mostrato critico nei confronti della mossa di Occhiuto: «Il governatore si immola sull’altare del martirio immaginando che i calabresi lo avvertano come una vittima e non come l’unico e solo carnefice dell’arretratezza della nostra regione. Il segnale più lampante dell’esigenza di una classe politica diversa che si assume la responsabilità di rilanciare davvero la Calabria e di lottare per essa. Sarà un caso, ma questo colpo di teatro è arrivato proprio nel giorno in cui vengono tagliati alla Calabria 10 miliardi di euro per l’Alta Velocità, esattamente ciò che avevo previsto un anno fa. Questa giunta regionale sarà ricordata per i fondi che non ha speso o intercettato, su tutto: acqua, infrastrutture, sociale, ambiente»… 

Accreditamenti sanitari
Prima di tutto c’è la già citata inchiesta giudiziaria, partita da un avviso di garanzia al presidente, accusato, tra le altre cose di aver tratto «benefici» dal conferimento di risorse economiche che il suo ex socio, Paolo Posteraro, realizzò nelle «comuni società».
Poi al centro dell’inchiesta – anche a fronte delle nuove perquisizioni realizzate dagli uomini della finanza negli uffici della Regione – anche l’ombra di nomine in società pubbliche. Insieme a un sistema di potere che corroderebbe i settori cruciali del territorio – la sanità, anzitutto – e ha pure portato i magistrati ad accendere i fari sui più stretti collaboratori dell’ex presidente: tra gli indagati, infatti, c’è il subcommissario nazionale alla depurazione Antonino Daffinà, manager vicinissimo a Occhiuto e con una storia tra le file di Forza Italia in Calabria, accusato di corruzione, turbata libertà degli incanti e peculato; ma anche la segretaria particolare di Occhiuto, Veronica Rigoni.

Perquisizioni sono state realizzate a carico del dg alla Sanità Tommaso Calabrò. Dalle carte giudiziarie è emerso, ad esempio, che Daffinà si relazionava «con Tommaso Calabrò (dg del dipartimento regionale salute, ndr), con Gandolfo Miserendino (a capo di Azienda Zero, ndr) e con Iole Fantozzi, sub commissario per l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi del servizio sanitario in regione» per «favorire srl» “amiche”.

Tra queste, la Tirrenia hospital srl, accreditata al sistema sanitario regionale. Proprio alla Tirrenia ha prestato servizio Andrea Bruni, indagato per truffa in una recente inchiesta della procura di Catanzaro sulla sanità privata.

Bruni è molto vicino a Occhiuto: nel 2024 è stato nominato consulente della Regione, confermato consulente esterno del governatore per le attività della Conferenza Stato-Regioni e appena nominato primario all’ospedale di Cosenza. C’è un legame tra il lavoro di Bruni nella clinica e il trattamento ricevuto dalla srl grazie a Daffinà?
Se non è possibile dare risposta certa, negli atti si legge che «plurime sono le evidenze dell’interessamento di Daffinà in favore di srl per garantire l’adozione di un provvedimento di accreditamento con il servizio sanitario regionale».

Il caso Anmi
Sistema di accreditamento al servizio sanitario regionale finito sotto il faro dei pm: l’ipotesi è che un filone di indagine riguardi le strutture private dai fatturati milionari e vicine ad ambienti della maggioranza. Strutture cui la regione ha rinnovato l’accreditamento.
Se queste sono piste e ipotesi investigative, di certo la sanità privata e i conflitti di interessi sono temi ben noti a casa Occhiuto. Una delle cliniche più rilevanti in zona è l’Anmi, controllata da Carmine Potestio, vecchia conoscenza sia di Roberto sia di Mario Occhiuto, senatore di FI ed ex sindaco di Cosenza: i due forzisti in passato sono stati soci nella Biofin, azienda di brokeraggio chiusa nel 2007 insieme a Potestio.
Domani ha contattato Potestio per chiedergli di un eventuale suo coinvolgimento nell’inchiesta. «Non ho ricevuto alcun avviso di garanzia», ha detto il manager. Ciò che è certo, tuttavia, è che la procura stia indagando sulla sanità. «Ho chiarito tutto, confido in una celere archiviazione», aveva detto Occhiuto il 23 luglio dopo l’interrogatorio.
Poi le dimissioni. E l’avvio della campagna elettorale. «La inizio io», ha chiosato il ministro Giuli da Catanzaro. A sostegno del governatore indagato insieme al cerchio magico.