SAN GIOVANNI IN FIORE – La sindaca Succurro si prepara a inaugurare i “lavori di restauro e illuminazione artistica dell’Abbazia Florense” con un invito personalizzato, a sottolineare l’importanza dell’evento. Tuttavia, si evidenzia come la comunicazione ufficiale ometta un dettaglio significativo: il finanziamento di 2,5 milioni di euro per questi lavori è stato concesso al Comune di San Giovanni in Fiore dalla Regione Calabria nel 2019.
Questo finanziamento, erogato tramite decreto, fu fortemente voluto dall’allora presidente della Regione Mario Oliverio, in attuazione di un programma che porta la sua firma. Inoltre, la convenzione che ha trasferito tali fondi al Comune reca le firme dell’ex sindaco Giuseppe Belcastro e dello stesso presidente Oliverio. Questi aspetti, cruciali per comprendere l’iter del progetto, non vengono menzionati.
Un progetto originario più ambizioso accantonato…
È importante ricordare che, in intesa con la Regione, l’amministrazione passata aveva affidato gratuitamente la progettazione dell’intervento alla Soprintendenza ai Beni Culturali. Quest’ultima, avvalendosi della riconosciuta competenza dell’Architetto Pasquale Lopetrone, tecnico alle sue dipendenze, aveva elaborato un progetto ben più ampio.
Oltre all’illuminazione artistica, il piano originario prevedeva interventi mirati a restituire all’Abbazia la sua imponenza, tra cui:
L’abbassamento del terreno retrostante per portare il livello di accesso ai locali ora seminterrati.
Il consolidamento delle fondazioni.
La sistemazione in pietra di granito silano di una grande piazza adiacente.
La realizzazione di una larga e maestosa gradinata in pietra di granito silano nell’area antistante.
L’attuale amministrazione, guidata dalla sindaca Succurro, ha deciso di accantonare questo progetto, affidando un nuovo incarico di progettazione a professionisti privati. Questo ha comportato lo stralcio delle opere strutturali precedentemente menzionate, limitando gli interventi a lavori che, secondo le critiche, avrebbero potuto essere sostenuti dalla Soprintendenza con il proprio fondo di manutenzione straordinaria.
La situazione è ulteriormente alimentata dalle polemiche sui costi dell’inaugurazione: è previsto che vengano spesi 15 mila euro: sì proprio così, tutti quei soldi per comunicare il fine lavori, roba da menarsi da soli, una cifra prelevata direttamente dal quadro economico del progetto.
Questo dato, unito alla percezione che i 2,5 milioni di euro siano stati impiegati principalmente per “pulire le pietre”, ha generato malumore e delusione, perché a qualcuno può sembrare un modo per fare polemica ma vi assicuriamo che così non è, infatti, tutti quelli che vedono l’Abbazia, ora, dopo i lavori, la prima cosa che notano, è il fatto che dei milioni spesi nessuno nota traccia, tutto è come prima.
Molti ritengono che sia stata persa una grande occasione per un restauro più completo e significativo, che avrebbe restituito all’Abbazia Florense il suo antico splendore e la sua piena fruibilità. Insomma, la solita “patacca” in perfetto “modello Occhiuto/Succurro”.









