Calabria 2025. Tra gli outsider di sinistra prende quota il nome di Santo Gioffrè

di Silvio Messinetti

Fonte: il manifesto

L’azzardo del presidente dimissionario Roberto Occhiuto (Fi) ha spiazzato la sinistra calabrese. E non è la prima volta. In attesa che il vicepresidente facente funzioni Filippo Pietropaolo (FdI) emani il decreto di fissazione elezioni (le date cerchiate in rosso sono il 12 e il 19 ottobre) l’opposizione appare disorientata. Occhiuto ha messo nell’angolo il campo avverso. La fretta e i tempi stretti sono fattori a suo favore. Lui lo sa e in un’intervista al Corriere della sera mette il dito nella piaga: «Il candidato non ce l’hanno e non sanno neanche loro chi sia». Quando in regione arrivano questi shock politici sembra che la sinistra soffra di ansia da prestazione. Per provare a vincere, regionali alla mano, serve un campo larghissimo.

Nel 2021 la morte di Jole Santelli portò a elezioni anticipate e la sinistra entrò in un pantano da cui non si è risollevata. I veti incrociati e le ripicche tra bruciarono in serie le autorevoli candidature del sindaco di Riace Mimmo Lucano, dell’editore Floriano Rubettino, del parlamentare Nicola Irto e dello storico Enzo Ciconte. La sinistra, alla fine, andò divisa con la candidatura del medico Amalia Bruni per Pd e M5S e quella dell’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris per l’area radicale. Il risultato fu una schiacciante vittoria di Occhiuto. Una debacle che rischia di ripetersi tra poche settimane. Il copione ora è un po’ diverso. Il campo appare unito ma il format di scontri e polemiche resta uguale.

Davanti a un presidente dimissionario c’è una sinistra dimessa. I maggiorenti sono riuniti in conclave a Lamezia da 24 ore. Ma la quadra non si trova. Ci vorranno giorni se non settimane. I dem punterebbero alla nomination con il suo segretario regionale, il solito Irto. A sgomitare c’è anche il “partito dei sindaci” con Peppe Falcomatà di Reggio Calabria, Franz Caruso di Cosenza e Flavio Stasi di Corigliano- Rossano. Ma sembrano armi spuntate. E soprattutto c’è l’incognita 5 stelle. Nelle regionali fanno fatica ma negli ultimi mesi si sono dimostrati aggressivi. Il nome forte è quello di Pasquale Tridico, già presidente Inps ed europarlamentare, che ieri ha commentato: «Le dimissioni di Occhiuto sono espressione del peggiore tatticismo politico».

Rimettiamo al centro la sanità pubblica, fuori da clientele e interessi opachi. C’è un’urgenza collettiva: ridare dignità ai calabresi e costruire, insieme, una svolta

(Santo Gioffrè)

Anche Avs reclama un ruolo: «Ci siamo anche noi». Tra gli outsider nell’area di sinistra diffusa prende quota il nome di Santo Gioffrè. Medico, scrittore, amministratore pubblico e negli ultimi anni gran fustigatore della malasanità calabrese. Il suo ultimo libro Tutto pagato è un caso editoriale in Calabria. Piazze strapiene nel suo tour estivo. Gioffrè è il testimone della «grande truffa della sanità calabrese». Nell’ultimo saggio racconta la sua esperienza sulla tolda di comando dell’Asp di Reggio Calabria, commissariata per infiltrazioni ‘ndranghetiste. Ricostruisce atti, pressioni e minacce subite nel tentativo di far emergere la verità contabile dell’ente. Gioffrè rappresenta la rete sociale che in questi anni si è schierata a difesa della sanità pubblica. Comitati civici, associazioni e movimenti territoriali lo sostengono.

La sanità è il vero tallone d’Achille della giunta uscente. Gioffrè non si sottrae alla sfida e, contattato dal manifesto a Santa Severina, rompe gli indugi: «Se il centrosinistra ha davvero a cuore il destino di questa terra, io sono pronto a mettermi a disposizione. È arrivato il momento di rimettere al centro la sanità pubblica, fuori da clientele e interessi opachi rilanciando la Calabria come una regione cardine nel cuore dell’Europa e del Mediterraneo. C’è un’urgenza collettiva. Occorre ridare dignità ai calabresi e costruire, insieme, una svolta vera».

A queste latitudini la sanità ormai è un romanzo criminale in scena da trent’anni. Dove la cronaca supera persino la finzione. Un sistema di corruzione e connivenze, inefficienze e truffe milionarie. Il decesso di Carlotta La Croce, la ragazzina morta quattro giorni fa all’ospedale di Catanzaro, dopo avere atteso per due ore un’ambulanza che potesse trasferirla da quello di Soverato, è la rappresentazione drammatica dello sfascio. Gioffrè, forse, potrebbe riuscire a sparigliare le carte. In Calabria, dove la sanità è commissariata da venti anni. E ora il commissario straordinario si chiama Roberto Occhiuto.