Calabria, assalto alla Cittadella. Occhiuto, i guai non finiscono mai: i pm di Roma sulla gara truccata con Daffinà per il Numero unico di Emergenza 112

A distanza di qualche settimana, Domani – il giornale di De Benedetti -, primo a diffondere le carte dell’inchiesta per corruzione sulla Regione Calabria, torna sull’argomento e rivela nuovi particolari. A partire dalle gare truccate da Daffinà e Occhiuto per i sistemi informativi regionali e soprattutto per il Numero unico di emergenza 112, inaugurato in una tragicomica manifestazione alla quale erano presenti il ministro Piantedosi (sic!), il ministro degli Esteri Tajani (doppio sic!) e la Met… sola, allora presidente del Parlamento europe (triplo sic!). E non solo: perché Domani tratta anche la spinosa questione delle intercettazioni del prode Posteraro con la moglie magistrato. Ma iniziamo da Daffinà….

di Enrica Riera

Fonte: Domani 

Una nuova grana per il presidente dimissionario della Regione Calabria Roberto Occhiuto. Il suo “fedelissimo” Antonio Tonino Daffinà, subcommissario nazionale alla depurazione, è indagato anche a Roma con tre imprenditori, tra cui uno insignito dell’onorificenza di Cavaliere al merito. Le accuse stavolta sono a vario titolo quelle di turbata libertà degli incanti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Poco prima della notizia dell’inchiesta per corruzione che coinvolge Daffinà insieme allo stesso Occhiuto, i finanzieri del Nucleo pef di Roma, delegati dal pm capitolino Gianfranco Gallo, hanno dunque bussato alla sua porta. Cosa volevano gli investigatori, lo scorso giugno, dall’uomo ombra dell’ormai ex governatore? Il provvedimento di perquisizione e sequestro parla chiaro: approfondire i rapporti del commercialista vibonese, nominato subcommissario alla depurazione tramite decreto della Presidenza del Consiglio, con l’amministrazione calabrese oggi rimasta senza guida.

Sotto la lente degli inquirenti c’è del resto “l’indebita intercessione esercitata da Daffinà verso il Dipartimento Transizione Digitale della Regione Calabria” per la procedura di affidamento di una gara a una società romana, la Engineering.

In base a quanto emerge dalle carte, dopo l’aggiudicazione dell’accordo quadro nazionale da parte della stessa Engineering, il fedelissimo di Occhiuto sarebbe intervenuto «presso pubblici ufficiali da identificare» per favorire la società nella realizzazione di due progetti: “Evoluzione dei sistemi informativi regionali” e “Numero unico di Emergenza 112”, la cui centrale unica di risposta è stata inaugurata nel 2023 in pompa magna a Catanzaro: presenti con Occhiuto anche il ministro Tajani e il capo del Viminale Piantedosi.

In altre parole l’azienda romana vince l’accordo quadro e Daffinà, secondo l’ipotesi accusatoria, ne condiziona i successivi affidamenti.

Quello che gli investigatori scoperchiano è pertanto un presunto «sistema illecito legato all’aggiudicazione di specifiche procedure di gara, indette dalla Regione Calabria, promosso dai soggetti indagati a favore della Engineering Ingegneria Informatica spa dietro il pagamento di prestazioni di intermediazione». Gli investigatori infatti precisano: «Parte del denaro oggetto di fatturazione doveva poi essere versato a Daffinà».

La domanda è, dunque, lecita: Occhiuto (estraneo a questa indagine) era a conoscenza del sistema? Ma soprattutto chi sono i «pubblici ufficiali» citati nelle carte dei finanzieri? L’inchiesta è ancora all’inizio. Ma se non è ancora possibile dare una risposta, è certo che al centro degli appalti “condizionati” ci fosse il numero unico di emergenza: un sistema fondamentale perché è su di esso che confluiscono tutte le chiamate di soccorso. Comprese quelle sanitarie.

Così questa nuova indagine rappresenta un ulteriore scossone per la Calabria…

1 – (continua)