di Saverio Di Giorno
Quanto vale una clientela? Quanto è pesante un nome? Dipende dai luoghi e dal nome. Soprattutto qual è la Calabria che andrà alle urne? Una Calabria che non esce mai dalle sue secche. A Diamante, quello di Gentile pesa ancora. Se ne sarà accorta Elisa Scutellà, ex parlamentare 5 stelle subentrata alla Orrico nel famoso furto sulle schede bianche operato dalla famiglia Gentile. Le regole elettorali cambiate pur di far entrare Andrea Gentile in Parlamento nonostante la sonora sconfitta.
In un incontro organizzato dagli attivisti locali del M5s qualche sera fa raccontava la sua vicenda davanti ad una quarantina di persone. I passanti si fermano, leggono il manifesto, i più informati raccontano la vicenda. Qualcuno si ferma, qualcuno mormora. Ma le voci intorno, soprattutto di chi è rimasto più distante, la dicono lunga sul clima della campagna elettorale di fatto iniziata.
Per quanto nell’incontro si è preferito glissare sul tema campagna elettorale, se non con qualche battuta – ancora tutto troppo segreto per sbottonarsi – è ancora una volta la gente e le strade a raccontare la realtà. Qualcuno azzarda la battuta: “ci n’è da mangiare? Se no non mi fermo”. La disposizione delle persone è quella tipica degli eventi calabresi. Quella che va per cerchi concentrici. Seduti al centro gli stretti sostenitori, gli attivisti 5 stelle e dell’associazione diamantese che ha organizzato l’incontro. Più distanti, in piedi i curiosi nell’area grigia di chi ascolta pronto ad andare via. Ancora più distante chi ascolta ora per riportare, ora per dissentire, chi magari arriva e poi va. E tra questi serpeggiano alcune voci che dipingono la situazione: “a me Gentile non me lo devono toccare, è nu signur”, qualcun altro invece nota: “Stasera vedo tante facce mancanti che stanno sempre sul lungomare, non se la sono sentita?”
Chissà se se ne è accorta la Scutellà che a dire il vero, emotivamente partecipe, provava ad alzare i toni per tirare lo scandalo. Testimoni che spuntano dal nulla in più sedi contemporaneamente. Regole elettorali che cambiano. Schede bianche che diventano magicamente con voto espresso. Un furto ai danni delle garanzie democratiche. Lancia la provocazione: “mi è stato detto che i Calabresi non sanno votare!”.
I diamantesi e in generale gli abitanti della costa sanno chi sono i Gentile. Da quel territorio, per tramite anche di Magorno ha raccolto non pochi voti negli anni. La stirpe. Hanno tenuto per mesi davanti al naso una gigantografia elettorale nell’alveo del fiume, in un posto vietato. Lo sanno bene che la famiglia Gentile – di cui alcuni membri appartenenti a logge coperte secondo i collaboratori di giustizia – sono da sempre vicini agli speculatori sia cosentini che della costa. Chi dialogano a tu per tu con magistrati e professionisti. E forse per questo qualcuno ha preferito rimanere in piedi o distante: non sia mai venisse in qualche foto o video.
Ecco la Calabria che andrà al voto. Con questi pacchetti inamovibili occorrerà scontrarsi. E con questi pacchetti ci si dovrà scontrare anche Occhiuto che si è inimicato tanti portatori di voti, compresi i Gentile a quanto si dice. È la solita Calabria, quella silenziosa, melliflua. Che non vuole inimicarsi a nessuno perché magari una TAC da chiedere torna utile. In definitiva, omertosa. Complice. I professionisti del trasversalismo spostano voti e bilanci a seconda della convenienza e non conviene mai che qualcuno sia troppo forte. Sulle prossime elezioni l’unica frase strappata è: “chiederemo liste pulite anche ad eventuali alleati”. Quanto costa e fin quanto regge tale proposito?
Ci si guarda intorno. Presenti e assenti. Seduti e di sghimbescio. Cercano da mangiare e neanche tanto per scherzo. Passano, tornano. Sì, decisamente: i calabresi sanno chi devono votare. Anche se non è chi vorrebbero.









