Guarascese. Qualcuno dovrebbe abbassare la cresta per non sprofondare nel…. ridicolo

Ci eravamo ripromessi di non scrivere più una sola riga sulla Guarascese dopo le ultime tragicomiche vicende che hanno determinato la retrocessione in Serie C smascherando una gestione fallimentare, rivolta solo a riempire le tasche del patron. Ma non possiamo chiudere gli occhi davanti a quanto sta accadendo nei rapporti tra i colleghi giornalisti, la società stessa e il nuovo addetto stampa. 

Dopo aver salutato Gianluca Pasqua, la Guarascese ha deciso di affidare la comunicazione a Giovanni Folino, 41 anni, da sempre vicino agli ambienti della destra cosentina, tirrenica in maniera particolare, visto che viene da Fuscaldo. Nella chat riservata ai giornalisti che seguono le sorti del club rossoblù, si vanta spesso dei suoi 19 anni di attività, dei quali tuttavia non restano che poche tracce, quasi tutte legate a uffici stampa.

In meno di un mese, Folino non sembra aver compreso appieno il suo ruolo, ma si comporta come se fosse un “braccio armato” di Guarascio e della Scalise, adottando una serie di “regole” senza né capo né coda: soprattutto minacce di querele, in perfetto stile Gargamella, con l’obiettivo di mettere a tacere i giornalisti più scomodi.

Per esempio, Alfredo Nardi, zittito durante la prima conferenza stampa con la frase: “Sono chiacchiericci, siamo dei professionisti…”. Solo perché aveva “osato” rivolgere qualche domanda scomoda. Poi ha continuato passo dopo passo con Eliseno Sposato di SoloCosenza, Valter Leone di TifoCosenza e infine con Francesco Veltri del Corriere della Calabria. Al quale ha fatto recapitare nientemeno che una diffida legale per un articolo di critica sulla gestione “opaca” della società che è veramente sotto gli occhi di tutti.

Il messaggio che Folino tenta di trasmettere è chiaro: come aveva avvisato il braccio destro del duo Scalise-Guarascio Luigi Micheli nella conferenza di presentazione: “Ogni comunicazione deve passare attraverso il nostro responsabile”. Fingendo collaborazione e trasparenza, in realtà, si mostra una totale chiusura verso i media. Le uniche notizie che vengono divulgate sono quelle che la società stessa sceglie di condividere, come la partecipazione al Festival delle Alici di Fuscaldo, di cui la comunicazione è affidata proprio a… Folino, o a un torneo di bambini svoltosi a Belvedere Marittimo, spesso presentato come un segno di identità e territorio, mentre nella città e in provincia si percepisce sempre più il disamore verso questa squadra e questa società.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso e ha incrinato definitivamente il rapporto tra la maggior parte dei media e la società è stata l’allenamento congiunto con la Vigor Lamezia. La partitella tra le due squadre si è svolta a porte chiuse, ufficialmente (secondo quanto dichiarato da Folino) perché lo stadio era sporco, ma in realtà si è trattato di un ennesimo segnale di chiusura verso i giornalisti. Dentro il Marulla c’erano almeno 30 persone provenienti da Lamezia Terme. Da quel momento si è assistito a un’escalation di arroganza da parte di Folino, che in perfetta sintonia con la società di Via Conforti ha iniziato a schernire e “avvisare” i giornalisti con un audio che è tutto un programma e che riteniamo di riportare per quanto è ridicolo…

“Vorrei evitare di chiedere una rettifica o di segnalare all’Ordine dei giornalisti. Molte notizie pubblicate su alcune testate online sono completamente false, in virtù delle comunicazioni ufficiali fornite dalla società Cosenza Calcio. La tribuna era occupata esclusivamente dai dirigenti della Vigor Lamezia. Così come le cessioni: chi scrive che il Cosenza cede e non acquista nulla oggi prenderà una batosta, perché di fronte all’evidenza si perde credibilità, a meno che qualcuno ne abbia ancora… Se vogliamo collaborare, soprattutto quando la società dà comunicazioni ufficiali, non possiamo scrivere ciò che ci pare, specialmente se notizie false circolano. Se ciò dovesse continuare, sarò costretto a fare una segnalazione all’Ordine, perché così non si può lavorare. Vi parlo pubblicamente, con serietà: voglio un rapporto di collaborazione leale, basato sul rispetto del lavoro di tutti e sulla possibilità di lavorare bene. Ma davanti a un comunicato ufficiale o a una notizia condivisa nel gruppo, continuare a scrivere cavolate è un atteggiamento irrispettoso”.

La conferma di questa linea è arrivata 24 ore dopo, con il comunicato stampa diffuso in risposta a un articolo firmato da Francesco Veltri, in cui il presunto legale della società (un tale Fazio di Soverato) afferma il falso e prova a confutare le tesi di Veltri, “colpevole” soltanto di avere descritto lo squallore e la miseria umana di questi soggetti che gestiscono la società e dei loro collaboratori.
Un tentativo ridicolo di mistificare la realtà. La censura è diventata la cifra distintiva di una società che, nella finzione, professava impegno, professionalità e trasparenza, ma che nella realtà dell’ultima stagione è retrocessa inesorabilmente a causa di una penalizzazione di 4 punti (a proposito: ancora non si sa a distanza di un anno chi è stato a pignorare il conto corrente della società), trovandosi quotidianamente a fare i conti con decreti ingiuntivi di fornitori, strutture e tecnici e con un’intera provincia che gli chiede a gran voce di andare via.