Calabria 2025. “Occupiamo” il centrosinistra: facciamo vedere a tutti chi è credibile e chi è ancora ricattabile

di Saverio Di Giorno

Qui si sono fatti sempre i nomi e cognomi dei responsabili. Senza aspettare sentenze o indagini che troppo spesso si sono rivelate parziali o di comodo. Ora però i nomi e cognomi da fare sono gli altri. Quelli dell’altra parte – più o meno civici, più o meno politici – che si vogliono e si sono messi a disposizione.

Santo Gioffrè, Mimmo Lucano sicuramente i nomi che più circolano, ma anche parte degli attivisti del Movimento 5 stelle. Ecco, a questi nomi una smisurata preghiera, come scrisse De André.

Prima però un episodio. Quando Losardo fu ucciso, Berlinguer scese a Cetraro e chiese al sindaco dell’epoca Mario Marchetti: stammi vicino e segnalami se ci sono persone che si avvicinano a cui non è bene stringere la mano o farsi vedere. Ecco, Berlinguer non era meridionale, ma aveva ben in testa i codici e i segnali che si possono mandare se non si sta attenti. C’è in gioco la credibilità ed eventualmente la ricattabilità, le uniche vere categorie filosofiche della politica. Che si utilizzino queste categorie: credibili o ricattabili.

E con questo episodio in mente la smisurata preghiera di cui sopra a chi ha un ruolo pubblico: occupare il centrosinistra. Occupare i circoli: quel che ne rimane. Spendersi in prima persona e legare le proprie candidature a dei nomi puliti, accettare offerte solo a determinate condizioni. Tutte le persone che vogliono in qualche modo dare una mano e in questi giorni si stanno spendendo e dicendosi disponibili, devono assolutamente fare questo. Non è possibile che con un centrodestra così disastrato, da cui ogni giorno escono notizie e sgambetti, la sinistra stia a guardare.

Ai vari intellettuali: spendetevi al costo di perdere qualche copia e qualche partecipazione ai festival. Ai Criaco, Gangemi, Ciconte e altri intellettuali di valore, professori, attori locali. Che le discussioni su ‘ndrangheta, spopolamento, corruzione non siano solo patinate nei festival, ma ci si sporchi nell’arena. Altrimenti a chi rivolgerete le vostre pagine, i vostri studi? A gente emigrata e saccheggiata nel silenzio anche di chi analizza senza alzare la voce.

Andate a prendere gli elenchi degli impresentabili delle pure sbrindellate commissioni degli anni, leggete cosa dicono nelle inchieste degli ultimi vent’anni. Leggete gli articoli. Leggete come si esprimono nelle intercettazioni e come sono usciti dalle inchieste. E se trovate qualcuno o qualcuno che ci fa presentazioni, festival o ci si prende un caffè allora no. Non è il momento opportuno per i tatticismi. È il momento dell’intransigenza.

Ecco. Che si chieda conto, che si chieda di capire, di scendere a dibattito e rispondere degli argomenti dei quali pure avete scritto. Che si chieda conto di riunioni, volere contezza di quello che le dirigenze fanno, di come provano ad appattarsi e appartarsi. Altro che “non bisogna rendere conto ai militanti” come si diceva nell’audio fuoriuscito, denotando una concezione estremamente padronale e verticista di partiti e politica. Se non sono trasparenti, non sono affidabili. Questo bisogna pretendere. Nessuna riunione carbonara. Che vengano nelle piazze di faccia a spiegare con quali argomentazioni non vogliono un candidato. Da dove vengono i loro veti incrociati. Che abbiano il coraggio di dire chiaramente, cosa hanno paura di perdere. Che giustifichino pubblicamente il no a Stasi.

Ma di nuovo: occupare il centrosinistra. Togliere spazi e voce in capitolo ai capibastone locali, ai soliti portatori di voti. Che non siano i soliti nomi del Pe a dire quale nome va bene e quale no. Se a loro mette in imbarazzo un nome veramente alternativo, allora che si dica che anche loro sono un problema.

Soprattutto: togliere spazi nelle liste. A chiunque riceva offerte di candidature, chiunque venga avvicinato. Non prestatevi ai soliti giochi, non siate paravento dietro cui Occhiuto o chi per lui e i burattinai del Pd possano continuare a giocare. Ancorate, legate una qualsiasi vostra risposta ad un nome preciso. Altrimenti che cadano maschere e velluti. Che si veda chiaramente quello che si sta facendo: una coalizione finta, stampella del centrodestra. Da questo, per amor del cielo, restate fuori. Che sia chiaro ed evidente a quel punto che stanno insieme, che non si tratta di sinistra e destra, ma di detentori di risorse, fondi e imprese da una parte e sciancati, sfruttati ed emigrati dall’altro. Da quella parte i ricattabili, da questa i credibili.