Isola, i nomi degli indagati per l’omicidio di Filippo Verterame e per rissa aggravata

Sono sei le persone indagate dalla Procura di Crotone per la morte di Filippo Verterame, il 22enne ucciso lo scorso 19 agosto al culmine di una rissa. Si tratta di Francesco, Antonio e Giuseppe Paparo, Carmine e Giuseppe Verterame (papà e zio del defunto) e Alessandro Bianco. L’accusa è per tutti di rissa aggravata, mentre Giuseppe Paparo deve rispondere di omicidio volontario, visto che avrebbe inferto al collo della vittima la coltellata letale. Il gip del Tribunale di Crotone, Assunta Palumbo, ha disposto la custodia cautelare in carcere a carico di cinque delle persone arrestate dai carabinieri: solo per Carmine Verterame non è stato disposto il provvedimento. Domani, alle 17, intanto,  nel Duomo di Isola Capo Rizzuto i funerali di Filippo Verterame; la conferma dei funerali è giunta ieri, subito dopo l’esame autoptico durato circa cinque ore. Il feretro giungerà prima nella sua abitazione alle 12.30.

E’ davvero uno scenario da Arancia meccanica quello che si delinea leggendo la ricostruzione fatta dalla Procura della Repubblica di Crotone di una vicenda nata da uno screzio per un motivo banale – una manovra in auto compiuta da Filippo Verterame che ha causato polvere – che ha fatto scattare la scintilla di una situazione alimentata anche da vecchie ruggini tra i due gruppi familiari. Le indagini dei carabinieri e gli interrogatori svolti dal pm Pasquale Festa, hanno permesso di individuare le varie responsabilità dei cinque indagati per la rissa arrestati il 20 agosto: Francesco Paparo (59 anni), Antonio Paparo (40) Giuseppe Paparo (39), Giuseppe Verterame (57) e Alessandro Bianco (44). Indagato a piede libero per la rissa anche Carmine Verterame, papà di Filippo anche se resta da verificare la sua partecipazione alla lite. A tutti viene contestato il reato di rissa aggravata.

Giuseppe Paparo, oltre che per l’omicidio, deve rispondere anche del tentato omicidio di Giuseppe Verterame per averlo ferito con un coltello da cucina sferrando dei fendenti all’altezza del busto. Verterame, che era nella sua auto, si è protetto con gli arti ed ha subito ferite gravi tra cui una che ha costretto i medici ad amputargli il pollice della mano destra. Sempre Paparo dovrà difendersi dall’accusa di lesioni personali aggravate per aver ferito Alessandro Bianco all’avambraccio, e per porto abusivo di armi.

La Procura contesta il tentato omicidio anche Giuseppe Verterame per aver ferito Giuseppe Paparo colpendolo più volte all’addome ed al torace causandogli la perforazione del polmone destro; Giuseppe Verterame deve rispondere anche delle lesioni personali aggravate per il ferimento di Francesco Paparo all’avambraccio sinistro e del porto abusivo di armi. Venerdì mattina si sono svolti gli interrogatori di garanzia davanti al gip del Tribunale di Crotone, Assunta Palumbo, che dovrà decidere le misure cautelari per gli indagati che al momento sono in carcere o piantonati in ospedale.