Calabria, assenza (totale) di sanità. Caterina Perri: “Occhiu’, guarda che la Calabria non è la… Lombardia!”

Nei giorni scorsi a San Giovanni in Fiore si è svolta una partecipata iniziativa pubblica con la quale è stata presentata l’associazione “Siamo tutti Serafino nel segno di Antigone” nel ricordo di Serafino Congi, morto in attesa di ambulanza per assenza totale di sanità. A distanza di giorni, dilagano le polemiche nei confronti dell’atteggiamento assurdo dell’amministrazione comunale, che non ha partecipato all’iniziativa e adesso si “sente” diffamata dagli interventi dei presenti… Stranamente, rispetto alle precedenti manifestazioni, l’iniziativa non è stata ripresa dai media nella sua interezza ma solo “sintetizzata” e di conseguenza accogliamo volentieri la richiesta di rendere pubblici gli interventi più importanti. A partire da quello di Caterina Perri, moglie di Serafino Congi. Successivamente passeremo anche agli altri, specie a quelli che tirano per le orecchie la sindaca squallida e la sua altrettanto squallida corte dei miracoli. 

di Caterina Perri 

Il Commissario ad Acta dimissionario fa leva sugli interventi apportati con segnale positivo sulla sanità calabrese. Ebbene, sull’Emergenza/Urgenza, a tutt’oggi, persiste un servizio di gestione della rete territoriale accentrato in Azienda Zero, con sede a Cosenza, costituita sulla base di protocollo di intesa avente a riferimento AREU, agenzia deputata a gestire il servizio di emergenza/urgenza della Regione Lombardia.

Orbene, e a rigor di logica, la Calabria è la regione più remota dello stivale, la Lombardia ne è il motore economico; ciò posto: come possono due regioni così distanti orogeograficamente e strutturalmente, adattarsi allo stesso modello di gestione dell’emergenza-urgenza? Le Aree delle montagna calabrese non hanno la viabilità di quelle lombarde. Risultato prodotto? Abbandono sanitario dei Paesi della montagna calabrese.
Si parla espressamente del caso Serafino Congi, ma il giovane padre non è stato l’ultimo, purtroppo … Carlotta, ragazzina italo-svizzera di 12 anni, proprio come Serafino, colpita da patologia tempo dipendente, muore in attesa di un’ambulanza che la trasportasse nell’ospedale hub più vicino, nonostante si trovasse a pochi chilometri dalla città di Catanzaro.

C’è un dato inconfutabile da considerare: in Calabria sono state negate chances di vita a chi ha avuto la sfortuna di trovarsi in questa Regione. In Lombardia, sarebbe accaduta la stessa cosa? La portata degli elementi positivi, perciò, è evidentemente poco incidente rispetto al disastro sanitario prodotto in Calabria da un Commissariamento ultraquindicennale e da uno sconsiderato Piano di Rientro che nessuno ha pensato di rinegoziare. Per questo, più che di Malasanità si deve parlare di assenza di sanità che fa più vittime degli incidenti stradali in Calabria.

Ritornando al caso Serafino, ricordiamo che non si può lasciare correre quanto questo giovane ha dovuto patire, trattato in maniera inadeguata e rimasto in attesa di ambulanza medicalizzata per oltre 3 ore… senza che nessuno dei sanitari presenti si premurasse di trasportarlo in Ospedale HUB più vicino.

Dopo una morte così assurda, però, che cosa accade? La famiglia espone querela; l’Asp Cosenza apre un’inchiesta interna. Nessuna comunicazione giunge alla famiglia circa la ricostruzione dell’accaduto e nessuno viene messo di fronte alle proprie responsabilità. La Regione Calabria organizza Audit per capire le cause delle disfunzioni nel servizio di emergenza/urgenza, non vengono resi pubblici i risultati. Viene emanato un provvedimento: “il medico di turno, in caso di patologia tempo dipendente, deve lasciare la struttura sanitaria e accompagnare il paziente all’ ospedale hub più vicino”.

È un’ammissione di colpa scegliere di adottare questo provvedimento? Se è così necessario che in caso di assenza endemica di organico presente in tutti i nostri ospedali, il medico di turno lasci la struttura per accompagnare il paziente, perché si è atteso il consumarsi di una tragedia, evitabile, prima di riempire il vulnus normativo che è costato la vita a Serafino? Noi pretendiamo giustizia, non si può lasciare correre sulla vicenda triste di Serafino. L’Asp Cosenza dia ossequio ai principi di correttezza e trasparenza su cui, in un Paese Democratico, bisogna improntare #improntarerapporti tra Pubblica Amministrazione e Cittadini. Non si può coprire di silenzio un’indagine il cui esito ha eminente interesse pubblico!