Concorso alla Provincia di Cosenza: comandare la polizia provinciale? Serve la patente da radio operatore.
Un bando che esclude i più preparati e apre dubbi sulla trasparenza: tra i requisiti la patente da radioamatore e un corso base regionale per agenti. Così decine di funzionari e comandanti restano fuori gioco.
Altro che selezione meritocratica. Il concorso appena bandito dalla Provincia di Cosenza per il posto di Comandante della Polizia Provinciale rischia di diventare l’ennesimo caso di “bando sartoriale cucito su misura”.
Tra i requisiti indispensabili per partecipare, infatti, compaiono due condizioni che hanno fatto sobbalzare più di un addetto ai lavori: la patente di radio operatore, titolo che nulla ha a che vedere con la gestione di un Corpo di Polizia; e un corso base regionale per agenti, pensato per chi inizia la carriera, non per chi deve guidare uomini e uffici.
Tradotto: centinaia di funzionari con esperienza, titoli accademici e anni di comando alle spalle vengono automaticamente esclusi. Al contrario, resta la strada aperta solo a chi possiede proprio quei requisiti “anomali”, che sembrano inseriti più per restringere che per aprire la partecipazione.
Non è un mistero che l’attuale presidente della Provincia, Rosaria Succurro, già nel 2022 avesse acquisito in convenzione un ex vigile urbano di San Giovanni in Fiore in una mossa che a molti è sembrata tutt’altro che casuale. Ora, con questo bando, il sospetto di una gara scritta a tavolino diventa ancora più difficile da dissipare.
Il paradosso è evidente: invece di valutare lauree, esperienza di comando, capacità gestionali e conoscenze giuridiche, si privilegiano requisiti secondari che nulla hanno a che fare con la funzione dirigenziale. Tanto valeva – ironizzano alcuni – inserire anche il titolo di bagnino, il diploma di sarta o l’attestato di pasticcere come criteri di accesso: sarebbero stati altrettanto pertinenti.
Questa volta, però, non si tratta solo di una scorrettezza burocratica: è una ferita alla credibilità delle istituzioni e uno schiaffo ai tanti professionisti che da anni servono lo Stato con serietà.
La Provincia di Cosenza e i suoi cittadini meritano una guida scelta per merito, non per scorciatoie. Ma con bandi come questo, la meritocrazia resta l’ennesima parola vuota.
Si spera che il responsabile dirigente del personale ritiri questo obbrobrio.
Che vergogna. Mai accaduta una cosa simile.
Lettera firmata









