Circa 40mila i partecipanti alla fiaccolata che ieri sera a Genova ha ‘accompagnato’ le derrate alimentari raccolte da Music for peace e dai portuali dei Calp in partenza per la Striscia di Gaza. “Siamo umani e dobbiamo restare umani”, ha detto Stefano Rebora, presidente di Music For Peace.
Fiaccole, candele, torce degli smartphone, accendini: un fiume di luci ha camminato nelle strade di Genova per dire basta al massacro di civili a Gaza e per augurare “buon vento” alla missione Global Sumud Flotilla, che vedrà decine di imbarcazioni tentare di rompere pacificamente il blocco navale di aiuti umanitari imposto da Israele davanti alla Striscia.
Da Genova il materiale, inviato in parte con camion e una nave (container e trasporto sono stati donati dai gruppi Spinelli e Grimaldi), arriverà al porto di Catania e qui sarà trasferito sulle imbarcazioni italiane della flotta Global Sumud composta da navi in arrivo da 44 Paesi. In corteo bandiere della Palestina e della Pace, striscioni con la scritta Stop Genocide e Free Palestine a caratteri cubitali. Tante famiglie con bambini, molti turisti che si sono uniti all’iniziativa. Mezzi pubblici stracolmi per raggiungere il luogo del concentramento. In corteo anche la sindaca Silvia Salis.
Dal palco allestito al Porto antico, a pochi metri dalle tre barche a vela pronte a salpare per Gaza City con il loro carico di cibo e medicinali, la sindaca Salis si è rivolta agli oltre 40mila presenti, in gran parte genovesi e molti arrivati da fuori città.
«Grazie di essere qui – ha esordito la sindaca – Prima mi hanno fatto una domanda: ‘Perché è qui con la fascia di sindaca?’. La mia risposta è che non ho una sola ragione per non essere qui con la fascia indosso. Non ce n’è una. Una. I giornalisti mi hanno detto che da 20 anni non si vedeva una mobilitazione del genere, e io voglio scusarmi a nome della politica che in questo momento rappresento perché non hanno risvegliato quest’anima di Genova, di una città che è Medaglia d’oro per la Resistenza. Di una città che sa da che parte stare quando è il momento di decidere.
Saluto Adelmo Cervi che è qui in prima fila. Ci siamo incontrati qualche giorno fa a Sant’Anna di Stazzema, dove mi hanno chiesto di tenere l’orazione civile. Non c’era nessun rappresentante del Governo, non ci sono neanche stasera, non siamo minimamente stupiti di questo.
Ma una cosa voglio chiederla al Governo: devono aiutarci, devono seguire questa spedizione, devono fare in modo che raggiungano l’obiettivo e che tornino qua sani e salvi. Lo chiedo al nostro Governo, al nostro ministro degli Esteri, alla Farnesina, perché segua ogni momento di questa spedizione, perché le persone che si imbarcano con la Global Sumud Flotilla sono oggi i veri “patrioti”.
C’è una parte di questo Paese che si è appropriata di parole come patriottismo e nazione. Non sono parole loro. I patrioti sono quelli che si ricordano che questo Paese ha un’anima solidale, che si muove perché non esistono dei figli che vengono prima dei nostri figli o dopo i nostri figli. Dove c’è un bambino che ha fame e non c’è nessuno che sa rispondere, lì non c’è nessun patriottismo. Nascondersi dietro queste parole per non riconoscere la dignità degli altri è una vergogna.
Noi stasera rappresentiamo l’Italia – ha concluso Silvia Salis – Sono orgogliosa ogni giorno di essere la sindaca di questa città, e ancor di più nell’aver visto quanti di voi hanno consegnato tonnellate di cibo per la popolazione di Gaza. Ci impegniamo a seguirvi, ci impegniamo a difendervi istituzionalmente. Sappiate che Genova è con voi, sappiate che a Genova, in una città Medaglia d’oro per la Resistenza, si aiuta gli altri a resistere».










