La salute pubblica non può essere il banco di gioco della politica
Non dovrebbero esistere compromessi politici eppure a Crotone si è arrivati al punto di dover fare riferimento alla costituzione Italiana, è sancito dall’articolo 32 che le decisioni in materia di salute devono basarsi su principi di scienza, etica e diritto.
Sono ormai note le numerose critiche esposte da cittadini singoli e gruppi/associazioni che denunciano gravi lacune nella gestione del cantiere, in particolare per quanto riguarda l’assenza di concrete misure di contenimento delle polveri sottili.
Non è possibile in alcun modo biasimare l’intensità di queste denunce da parte dei Crotonesi poiché quanto emerge dalle fonte più autorevoli relative ai dati sui tumori nella provincia di Crotone rappresenta un quadro tragico per l’eccesso di mortalità legato ai tumori maligni, per entrambi i generi, oltre ad evidenziare un eccesso di malattie respiratorie.
Il Gruppo Agricoltori del Crotonese non può che soffermare l’attenzione sugli aspetti strettamente collegati al proprio settore; “siamo quello che mangiamo” resta una delle affermazioni più reali e forti che dimostra quanto la salute pubblica sia legata alle produzioni alimentari. Ancora una volta dobbiamo ricordare quanto sia ricco di produzioni agricole il nostro territorio, quanto queste devono essere valorizzate ed invece ci si ritrova, in coscienza, a preoccuparsi della salute propria e altrui.
Un agricoltore sa bene quanto il terreno, cosi come le pianta e di conseguenza il prodotto raccolto, assorba ed è inevitabilmente contaminato dai fattori ambientali.
Se siamo ormai abituati a riconoscere le cosiddette “piogge rosse”, noto fenomeno che si verifica quando i venti caldi meridionali, attraversando il mediterraneo, portano con sé la finissima polvere proveniente dal Sahara e che poi mescolandosi ad aria umida e precipitazioni si deposita al suolo: sulle nostre case, auto, colture, ricoprendo qualsiasi superfice esterna, come possiamo vedere le immagini, video, che mostrano consistenti porzioni di materiali altamente inquinati “svolazzare” durante le operazioni di movimentazioni di carico e scarico nel l’area interessata dalla bonifica e non lanciare un grido di allarme, l’ennesimo.
Il sindaco, che è il vertice dell’Amministrazione comunale, è la prima autorità sanitaria del territorio a carattere locale e non ci si può esimere dal rivolgere alla sua persona tutte le indignazioni riferite alla “bonifica” in corso presso il SIN di Crotone; pertanto, è doveroso ribadire, alla sua attenzione, che tutta l’area intorno al SIN di Crotone, e non solo quella limitrofa ma secondo il principio delle piogge rosse anche le aree più distanti, sono a forte vocazione agricola, per cui ad alto rischio di contaminazione compromettendo la qualità e la salubrità delle coltivazioni intensive di vario genere in corso di produzione.
Oltre al danno la beffa: inizia a prendere forma il sospetto preannunciato dagli agricoltori che, nonostante l’uso di tecniche di produzione basato sui severi disciplinari forniti dall’UE, il prodotto conferito presso i mercati di distribuzione e/o alle aziende di trasformazione e conserviere risulti idoneo per quanto concerne gli usi dei fitofarmaci ma non idoneo a causa della presenza di metalli pesanti, o inquinanti, compromettendo le vendite del prodotto già conferito e il conseguente blocco di tutta la merce ancora in campo.
Di questo passo, persino le aziende biologiche con la migliore gestione delle materie prime, ai cosiddetti panel test riscontrerà un prodotto inquinato. Sia chiaro che l’interesse economico è assolutamente secondario rispetto al fattore fondamentale di tutela della salute, in quanto è proprio per questo genere di tutela che le produzioni agricole del territorio sono sempre di più volte a produzioni sane e senza residui di pesticidi o simili; tanto impegno e sacrificio da parte degli agricoltori per poi ritrovarsi ad essere avvelenati grazie alla superficialità delle azioni intraprese da chi, invece, dovrebbe in primis vigilare e tutelare la salute pubblica.
Quel che più sconcerta noi e l’opinione pubblica è che negli ultimi due mesi, circa, da quando è iniziata la bufera che ha visto come oggetto la bonifica del SIN di Crotone, la nostra Amministrazione comunale, provinciale e regionale non hanno intrapreso azioni che mirassero davvero a verificare e sollecitare un eventuale miglioramento delle condizioni del cantiere, ma al contrario tali cittadini, quasi derisi, sono stati tacciati di allarmismo e incompetenza. Non si comprende come sia possibile che alcuna critica mossa non sia mai considerata costruttiva ma sempre e comunque un attacco politico. Ma di chi è l’interesse politico di queste sollecitazioni, dei cittadini?! I Crotonesi hanno paura, forse di poche cose, ma sicuramente ne hanno dei veleni, con cui grazie alle scelte delle varie amministrazioni sono costretti a convivere da troppo tempo, pagandone continuamente il prezzo e senza neanche che l’ambito della sanità si possa definire “un fiore all’occhiello”.
A peggiorare il quadro già descritto si vuole ricordare che l’amministrazione, tutte, in questi ultimi due mesi, hanno autorizzato, nel raggio di pochi km, l’ampliamento del mega inceneritore che andrà a stoccare, prima, e bruciare, poi, secondo i dati resi noti dall’amministratore delegato della ditta stessa, 300 mila tonnellate di rifiuti pericolosi industriali e rifiuti infettivi ospedalieri; mentre nel resto d’Italia in città come Jesi (ancona) si scende in piazza per bloccare la realizzazione di questa tipologia d’impianto al fine di tutelare la qualità della vita dei residenti.
Ancora una volta, si torna a ripetere che la salute pubblica richiede un approccio basato sulle responsabilità, sulla competenza e sulla coerenza che trascenda i cicli politici e le logiche di potere; come si può dormire in pace con lo scrupolo di coscienza di aver contribuito a causare morte e sofferenza ai propri concittadini? Perché alla fine, al di là di tutto, è di questo che si tratta, di coscienza.
I portavoce del Gruppo Agricoltori del Crotonese









