di Saverio Di Giorno
Vogliamo davvero credere che Curcio sia un nuovo Masaniello venuto a liberare la Calabria dalla rete che ha costruito Occhiuto? Pensare una cosa del genere significa dimenticare la storia della Calabria, chi è il nuovo procuratore capo di Catanzaro. Un uomo che è tutt’altro che estraneo al sistema trasversale della Calabria e continua ad essere funzionale.
Quello che sta avvenendo è un semplice cambio di vertice. Un sistema che elimina i suoi stessi prodotti quando questi, ubriacati dal potere, rischiano di diventare incontrollabili. E tale è diventato Occhiuto. Commissario in più vesti, accentratore e capace di controllare un fiume di denaro. Entrato in collisione con gli stessi gruppi di potere che l’hanno creato come iGreco, che l’anno attaccato a lungo dai loro giornali e inviso perfino ai suoi stessi fedelissimi, come si legge nelle intercettazioni.
I terminali di questi poteri e della loro sete vendicativa sono le carte consegnate alla procura. Procura occupata da Curcio, nominato in una tornata molto dibattuta. Non dimentichiamo che al Csm siede Carbone, uomo vicino proprio a quei gruppi di potere. E torniamo a Curcio.
Riavvolgendo il nastro indietro di qualche anno lo troviamo indagato per corruzione in atti giudiziari ed attinto da un provvedimento di perquisizione personale e locale e di sequestro di atti all’epoca sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Catanzaro. La posizione di Salvatore Curcio emerge con chiarezza e in tutta la sua gravità proprio dal decreto di perquisizione emesso dalla Procura della Repubblica di Salerno. Il Curcio fu responsabile, insieme ai vertici della Procura Generale presso la Corte di Appello di Catanzaro, di un provvedimento di fatto eversivo (per ammissione dello stesso Palamara che ne fu uno dei registi): indagarono i magistrati di Salerno che stavano indagando sui magistrati di Catanzaro per competenza ai sensi dell’art. 11 del codice di procedura penale e non potevano essere indagati dai magistrati da loro indagati e addirittura contro sequestrarono gli atti a loro sequestrati. Una sorta di golpe giudiziario che ebbe la copertura del Presidente della Repubblica Napolitano che parlò di guerra tra procure mettendo sullo stesso piano aggressori ed aggrediti e aprì la strada all’allontanamento dei magistrati di Salerno. Curcio – tra gli altri – coprì con i suoi atti Pittelli, archiviando la posizione e fece da garante del sistema.
Al dr. Salvatore Curcio venne anche assegnato, oltre al procedimento penale Why Not, anche il procedimento penale Poseidone, dopo che fu illecitamente sottratto dal Procuratore della Repubblica dr. Lombardi al magistrato titolare, Luigi De Magistris. Il dr. Curcio in poche settimane archiviò subito la posizione dell’indagato avvocato Giancarlo Pittelli, parlamentare e coordinatore regionale di Forza Italia, nonostante i gravi indizi che pendevano su di lui. La cosa più inquietante è però una consulenza che il dr. Piero Sagona, alto funzionario della Banca d’Italia, consulente tecnico nel procedimento Poseidone, aveva consegnato qualche giorno prima proprio al dr. Curcio
Anni dopo Pittelli, più o meno per gli stessi fatti per cui stava indagando De Magistris e che Curcio archiviò frettolosamente, hanno portato nel 2019 e nel 2020 al suo arresto per associazione mafiosa in indagini condotte dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro dr. Gratteri e dal Procuratore aggiunto di Reggio Calabria dr. Lombardo. Un’altra circostanza all’epoca molto chiacchierata era il fatto che Curcio era frequentatore conviviale in cene a base di maiale nella zona del soveratese con l’avvocato Salvatore Staiano, difensore di fiducia dell’avvocato Pittelli.
E infine c’è un’ultima vicenda che abbiamo già raccontato diversi mesi fa. Il dr. Curcio, senza astenersi, ha anche vistato (quando era Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme) il provvedimento con cui è stato disposto dal sostituto procuratore Costa, il procedimento per diffamazione nei confronti di De Magistris, su denuncia di Salvatore Murone. Murone all’epoca delle indagini Poseidone e Why Not era Procuratore aggiunto a Catanzaro e coindagato con Curcio, su fatti esposti in particolare da de Magistris, dalla Procura di Salerno per corruzione in atti giudiziari. Costa invece è la figlia di Elio Costa, massone, già procuratore di Crotone e di Vibo Valentia, poi Sindaco per Forza Italia di Vibo. Ecco, Curcio avallò tale procedimento per diffamazione per il quale De Magistris verrà poi assolto in Cassazione perché il fatto non costituisce reato.
Una vita a fare da passacarte del sistema. Nominato quando c’era da liquidare qualcuno che potesse scoprire altarini. Pronto a firmare, archiviare, coprire. Ecco uno così – secondo voi – poteva mai mettersi contro il sistema? Ha fatto ancora una volta il passacarte, questa volta del “fuoco amico” di Occhiuto. E questo racconta anche molto sul clima nel quale nasce questa indagine, su chi la vuole e in che acque si muove Occhiuto.









