Calabria 2025. Le ecoballe di Occhiu’ e Ciciliano: che c’entrano i droni anti incendi con la Terra dei fuochi?

LE ECOBALLE DI OCCHIUTO E CICILIANO

Ecco come funziona la propaganda live del sistema Occhiuto spacciandola per notizie vere. Oggi Roberto Occhiuto pubblica un post riprendendo un articolo del Corriere della Sera: “Terra dei fuochi, droni e AI contro scarico abusivo di rifiuti e incendi:” LA CALABRIA UN MODELLO DA SEGUIRE”.

Tutto nasce da una riunione della Commissione Terra dei fuochi a Napoli dove Ciciliano presentando il nuovo piano dal costo di 10 milioni annuncia che verrà anche lì creata una control room per dirigere i droni nel prevenire e reprimere gli incendi dei rifiuti tossici a Caivano e dintorni. Ciciliano annuncia: “Abbiamo preso esempio dalle esperienze della Calabria che ha realizzato nel corso degli anni un sistema con droni e intelligenza artificiale divenuto una best practice a livello europeo”.

Cosa abbia da spartire il problema della terra dei fuochi in Campania con gli incendi boschivi e di vegetazione in Calabria lo sanno solo Roberto Occhiuto e il presidente della Protezione Civile Nazionale certo Ciciliano. L’annuncio puzza di campagna elettorale regionale in Campania ma in particolare in Calabria. E’ un modo quasi palese di farla facendo credere all’opinione pubblica che in Calabria grazie al presidente Occhiuto si è realizzato un modello e una buona pratica copiata in tutta Italia ma che dico in tutta Europa. E’ questo che non capisce ancora Tridico: se non denuncia il sistema di potere di Occhiuto fatto di propaganda e balle, la sua campagna elettorale non decollerà mai.

Ma torniamo a noi. Qualcuno potrebbe dire che ad affermare ciò è un tecnico della Protezione Civile come Fabio Ciciliano. Partiamo da qui. Fabio Ciciliano è divenuto prima commissario e poi presidente della Protezione Civile perchè voluto da Giorgia Meloni. Pur nascendo come funzionario medico della Polizia di stato ed è stato impegnato in varie missioni di soccorso in ambito internazionale e nazionale, risponde chiaramente ad una logica politica. Fabio Ciciliano sa bene la profonda differenza che c’è nell’utilizzare i droni nel controllo del territorio nella terra dei fuochi in Campania e nell’utilizzarli in Calabria. La terra dei fuochi ha una estensione di 1.000-1.100 kmq, distribuita tra le province di Napoli e Caserta e comprende 57 comuni. La regione Calabria ha una estensione di 15,222 kmq, con dentro 404 comuni, l’Aspromonte che ne è la spina dorsale con ben tre catene montuose: il massiccio del Pollino a Nord, la Sila con la vetta del Monte Donato, le Serre e infine l’Aspromonte. Ci sembra di essere tornati a scuola ma è opportuno fare un po’ di geografia di fronte alla propaganda live che trasuda ignoranza grassa.

Ora ci spieghi Fabio Ciciliano da grande esperto qual è come si fa a combattere seriamente gli incendi boschivi e di vegetazione scaturiti in gran parte dall’uomo ma anche da combustioni spontanee con 25 droni e la control room di Germaneto con sulla tolda di comando il nostro governatore Robertino il Cazzaro… Al limite l’azione di prevenzione consiste in qualche tamarro che viene pescato a buttare la spazzatura in qualche campo o qualche nonno con nipotino a bruciare stoppie nel proprio campo per tenerlo pulito. Qualcuno potrebbe dire meglio di niente, certo, ma andate a chiedere a Occhiuto quanti milioni ci son costati fin qui questi droni, con control room incorporata e piani antincendi vari.

E sempre Ciciliano ci spieghi che ci azzecca paragonare la lotta agli incendi in Calabria con l’opera di bonifica che stenta a decollare nella terra dei fuochi. Forse l’unico punto di contatto è la parola fuoco. Nella terra dei fuochi in quasi vent’anni sono stati usati sistemi tecnologici ultra moderni per identificare i siti di interramento dei rifiuti sia normali che tossici. Sono usate da tempo le foto aeree, le analisi geofisiche e geo chimiche, strumenti dal nome impronunciablie come il gascromatografo con cui si è studiato la presenza di gas nel sottosuolo. Nella terra dei fuochi c’è innanzitutto un problema di bonifica delle aeree già identificate e che procede a rilento per mancanza di fondi adeguati da parte del governo.

Poi che i droni possono dare una mano a scovare qualche piromane può andare anche bene ma non c’è alcun nesso con l’uso improduttivo fatto in Calabria teso solo a magnificare la grandezza del presidente Occhiuto. In più c’è che nessun’altra regione d’Italia a partire dalla Campania ha mai pensato di utilizzare i droni nella lotta agli incendi boschivi. Non parliamo poi dell’Europa. Il dramma è che mentre Occhiuto gongola, la Calabria continua a bruciare, Nella prima settimana di settembre abbiamo avuto incendi a Villa San Giovanni, a Borgia, Castrovillari e San Giovanni in Fiore. La Calabria brucia, continuiamo a essere la seconda regione dopo la Sicilia per ettari di bosco e di vetegazione bruciate nel 2025 e continuiamo a sentire sempre la stessa musica. Musica che viene rilanciata sistematicamente da televisioni, a partire dal TG3, giornaloni, tipo il Corriere della Sera, giornaletti, siti e quant’altro, molti dei quali sono finanziati ad ospitare ogni anno la campagna antincendio della regione e quasi tutti gli altri prendono soldi su campagne promozionali o in agricoltura o nel turismo o in qualche altra minchiata di assessorato o società partecipate dalla regione, vedi Calabria Verde e l’Arsac della grande Caligiuri. Qui va a finire che alla fine oltre alle 4,2 tonnellate di ecoballe della Terra dei Fuochi ci saranno da smaltire anche le ecoballe di Roberto Occhiuto e dei suoi amici.