dalla pagina FB NO PONTE
Il sindaco di Messina Basile è tornato a mani vuote da Roma. Bocciato il Salva-Contesse. C’era da aspettarselo. Da anni lo ripetiamo fino a sgolarci che i poteri locali non hanno alcun tipo di influenza sulle decisioni che riguardano il Ponte sullo Stretto. E’ così che funzionano le Grandi Opere. I territori vengono ceduti alla governance della società concessionaria e del General Contractor e le comunità locali sono solo un intralcio. Sindaci e Consigli comunali contano pressocché nulla.
Certo, qualche contentino glielo si può anche dare … E così è stato per le opere compensative. Briciole che cascano dalla tavola imbandita delle grandi società di costruzione. Così come vantaggi marginali avranno le aziende locali che hanno avanzato la loro candidatura per le forniture di beni e servizi per il ponte. Ma loro si accontenteranno. Tutto grasso che cola. Ai soldi, pochi o tanti che siano, non si sputa mai.
Questi argomenti li abbiamo esposti con dovizia di particolari, sia nell’incontro (l’unico) avuto col sindaco, che nel corso della nostra partecipazione alla Commissione Ponte. Ci abbiamo provato, almeno. Abbiamo provato a fare capire loro che si sarebbero resi complici dei disagi infiniti che subiranno gli abitanti della nostra città per decenni e abbiamo provato a fare capire loro che si sarebbero resi complici di un enorme disastro, se avessero appoggiato la costruzione del ponte.
Non c’è, però, peggior sordo di chi non vuole sentire. E ad una prima fase di tentennamento è seguita da parte loro una svolta molto decisa in favore della Grande Opera. Mai però ci saremmo aspettati che avrebbero millantato una capacità d’influenza che non hanno di fronte a cittadini preoccupati per il loro futuro. Purtroppo, così è stato per i disagi generati dal raddoppio ferroviario. Così è per gli espropri di Contesse.
Tutto finito? No, gli abitanti della nostra città hanno ancora la possibilità di salvare il proprio futuro. Il progetto di costruzione del ponte sullo Stretto è tutt’altro che messo al sicuro. Tutte e tutti quanti insieme possiamo ancora fermarli. Gli espropri possono essere fermati dall’alleanza di coloro che hanno questa spada di Damocle sulla testa e dalla solidarietà della città intera, non certo dal politico di turno che prometta di spostare il danno ad altre parti della territorio. Sindaco, Giunta e Consiglio farebbero bene a riflettere sul ruolo che ricoprono e chiedersi quale sia il proprio compito, se stare al servizio di chi vuole arricchirsi a nostre spese o se vogliono difendere la città. Siamo di fronte al rischio che la nostra città diventi un luogo invivibile. Sindaco, Giunta e Consiglio comunale vogliono rendersene responsabili?









