Calabria 2025. Sanità privata padrona. La figlia di Parente ci riprova ma stavolta con… la Lega

Roberto Occhiuto presenta a suo sostegno liste composte da collettori elettorali impresentabili, tutti massomafiosi e cazzari D.O.P. Una lunga serie che stiamo analizzando “a puntate” e che è praticamente infinita. Oggi ci soffermiamo su un aseptto dello scenario catanzarese. Escluso Sergio Costanzo, finito in una inchiesta sull’Aterp abilmente pilotata dopo aver “osato” criticare il parassita-despota, a Mimmo Tallini era stata offerta una candidatura nella lista civica del presidente e la risposta è stata sprezzante: il buon Tallini ha mandato al diavolo sia il capo che lo scagnozzo…

Restava Claudio Parente, il re delle cliniche e Rsa truffaldineindagato e con processo in corso insieme a due ex consiglieri comunali suoi scagnozzi nell’ambito dell’operazione “Corvo”.

Parente aveva già preparato il santino nel 2021 ma l’operazione non era riuscita ed era stato allora che il faccendiere aveva deciso di candidare la figlia, l’avvocato Silvia Parente. Né più e né meno quello che hanno fatto a Cosenza con Pino Gentile, indagato in più processi, che candidava e candida ancora la figlia Katya, di mestiere parassita sociale. Solo che adesso è passata alla Lega: esattamente nella stessa lista che ospita la figlia di Parente, che quattro anni fa non era riuscita ad essere eletta per un soffio nella lista di Forza Italia. 

Ma chi è Claudio Parente, che era riuscito finanche a candidare la figlia al Consiglio regionale – come abbiamo visto – nonostante un rinvio a giudizio per corruzione e abuso d’ufficio?

Se a Cosenza ci sono Citrigno, iGreco, Morrone e Potestio a Catanzaro il business delle cliniche ha un cognome prevalente, che è Parente. Che fa anche rima. 

Claudio Parente, ormai vicino ai 70 anni, originario di Rogliano, sguazza da tempo nel sottobosco della malapolitica, che abbina ai suoi due interessi principali: le cliniche private e il calcio, visto che in gioventù ha giocato anche (male, pessimo difensore con due ferri da stiro al posto dei piedi…) a pallone. Già consigliere regionale con la lista “Scopelliti Presidente”, recentemente era ritornato in sella riprendendo posto tra i “papponi” per eccellenza della Calabria rilevando Mangialavori, volato in Parlamento. E non ci aveva pensato un attimo a schierarsi prima con Occhiuto, il principe indiscusso dei truffatori “prescritti” del panorama regionale. E poi con la Santelli. Del resto, si sa, Dio li fa e poi li accoppia. Definire Parente imprenditore chiacchierato è il minimo che si possa scrivere di lui.  Amministratore unico della Medical Sport Center srl di Catanzaro, gruppo titolare di centri di riabilitazione e medicina dello sport nonché di cliniche di riabilitazione per oltre 200 posti letto, tra le quali anche Villa Torano a Torano Castello, salita alla ribalta delle cronache a causa della diffusione del coronavirus, è anche presidente dell’Associazione Vivere Insieme Onlus che opera in diversi settori tra cui quello socio-sanitario (attraverso la gestione di oltre 400 posti letto destinati a Residenze Sanitarie Assistenziali e Riabilitative), sportivo (con la realizzazione e gestione di impianti polisportivi e con l’incentivazione di attività  sportive pallavolo, basket, calcio etc.) e di ricerca. 

E finanzia generosamente diversi media “amici”, che non si sa mai… Insomma, gestisce una marea di soldi e di interessi e qualcuno lo paragona a Pierino Citrigno, suo equivalente (in fatto di cliniche private), in precedenza nel “cerchio magico” di Oliverio ma già arruolato da questa gentaglia. E come lui finanziatore dei media di regime per assicurarsi l’omertà di tutti anche in situazioni gravissime come questa.

Ma torniamo all’operazione “Corvo”. Parente e i suoi scagnozzi sono accusati a vario titolo di corruzione e atti contrari ai doveri di ufficio e peculato, in una ipotesi di reato che mai e poi mai può essere accostata al semplice reato di abuso d’ufficio! Avevano già iniziato a mandare lettere per chiedere il voto con tanto di santini e simboli di Forza Italia o Forza mafia in spregio e totale violazione sulla legge che regolamenta la campagna elettorale. E dev’essere stata proprio questa “smargiassata” a determinare quella che sembra sempre di più una “trombatura” prima ancora delle elezioni. I media di regime lo danno fuori al 99%, persino Il Fatto Quotidiano si è preso la briga di pubblicare una sua fotografia scrivendo che uno dei peggiori impresentabili della Calabria corrotta è fuori dalla corsa. Ma non sapeva che avrebbero candidato… la figlia. Cose che solo qui in Calabria possono accadere con tanta sfrontatezza. 

L’operazione “Corvo” ovvero l’inchiesta della Procura di Catanzaro, coordinata dalla Guardia di Finanza, che nei mesi scorsi ha acceso i riflettori su episodi di corruzione e atti contrari ai doveri d’ufficio, ha al centro tre politici: un ex consigliere regionale boss delle cliniche private dall’alto del suo impero di 12 strutture – Claudio Parente per l’appunto – e due consiglieri comunali. Ora il sostituto procuratore Graziella Viscomi, con il coordinamento del procuratore aggiunto Giancarlo Novelli e del Procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, ha chiesto il processo per Francesco Gironda (53 anni), Giuseppe Pisano (44 anni) e Claudio Parente (65 anni), che risultano indagati per corruzione (Parente anche per peculato). E’ lui il noto “boss della sanità privata” Claudio Parente e sono suoi tirapiedi i due consiglieri comunali eletti nella lista di Officine del Sud (il movimento della ex schiappa dell’Us Catanzaro che aveva i piedi come ferri da stiro), Giuseppe Pisano e Francesco Gironda. Con tanto di sequestro per 38mila euro (ovvero i soldi finiti nelle tasche del fratello e della convivente dei due consiglieri assunti come portaborse da Parente) da parte della Dda nei confronti di Parente, che ha ufficialmente sancito il “collegamento” tra la pratica del consiglio comunale della “Vivere Insieme” e le prebende ai congiunti dei consiglieri “parentiani” Pisano e Gironda.

Una sorta di “bingo”, che ha letteralmente messo al tappeto tutti gli aficionados della massomafia catanzarese. Due gli episodi contestati: il primo è l’approvazione di una delibera del consiglio comunale di Catanzaro (la n. 95/2018), con la quale il 13 settembre 2018 l’assise municipale deliberava favorevolmente (con il voto conforme anche di Gironda e Pisano) in ordine alla possibilità di cedere un terreno di proprietà comunale all’associazione interregionale “Vivere insieme”, operante principalmente nel settore dei servizi sanitari in convenzione e guidata direttamente e con prestanome da Claudio Parente. L’altro è l’assunzione, a opera di Parente, del fratello del consigliere Gironda e della convivente del consigliere Giuseppe Pisano quali suoi collaboratori a tempo determinato nell’ambito della struttura speciale a sua disposizione presso il consiglio regionale.

La grande truffa di “Vivere insieme” e gli affari di Parente hanno sempre visto accondiscendente l’Amministrazione comunale e il silenzio sospetto di Sergio Abramo ne è la prova evidente. Tanto che nell’anno 2018 e il tentativo di rubare ai cittadini un bene pubblico, i suoli dati in concessione su un diritto di superficie alla Vivere Insieme, diventa più pressante e sfacciato perché nelle ultime elezioni comunali che avevano rieletto a sindaco Sergio Abramo, avevano fatto posto in Consiglio comunale proprio a quei due consiglieri Pisano Giuseppe e Gironda Francesco nella lista di Officine del Sud, il cartello affaristico-elettorale del boss Claudio Parente, socio occulto e compagno di merende di Massimo Poggi, presidente della Vivere Insieme. Roberto Occhiuto ha dichiarato: «Ho proposto di introdurre per legge il controllo preventivo, e dunque prima del deposito ufficiale, delle liste da parte della Commissione parlamentare Antimafia, in modo che, qualora fossero riscontrati problemi, ci possa essere il tempo materiale per intervenire concretamente. Nei giorni scorsi ho chiesto alla relatrice Annagrazia Calabria e all’esecutivo di inserire questa misura già nel decreto Semplificazioni, in discussione la prossima settimana alla Camera dei deputati».

Tutte cazzate, è soltanto l’ennesima operazione di finto maquillage al quale il centro destra si sottopone, infatti i peggiori impresentabili saranno tutti candidati. Massoni, massomafiosi, ndranghetisti, politici collusi e mazzettari, sono già candidati e sguinsagliati sul territorio a raccattare consenso per Roberto Occhiuto, perché solo così può vincere le elezioni. E oggi, tanto per guastarvi la giornata, aggiungiamo che è stato riesumato persino un delinquente del calibro di Vito Pitaro che in prartica prende il posto di Francesco De Nisi, il quale ha deciso di fare il salto della… quaglia. Ma ce ne occuperemo in un’altra puntata.