È allarme rosso sullo stato di attuazione della Missione Salute del Pnrr. Ad un anno dalla scadenza del Piano nazionale di ripresa e resilienza, troppi programmi procedono a rilento, con ritardi nell’esecuzione dei lavori o ancora fermi alla fase di progettazione. Ciò rende concreto il rischio di non conseguire gli obiettivi strategici entro le scadenze previste, come denunciato ormai da tempo dalla Cgil. Il sindacato ha elaborato i dati raccolti sulla piattaforma ReGis, predisposta dal Ministero dell’Economia, e aggiornati allo scorso 30 giugno. Il quadro che emerge per la Calabria non fa sorridere, nonostante qualche timido avanzamento nelle percentuali di spesa. Le strutture immaginate per rilanciare e potenziare la sanità territoriale, così da limitare al massimo gli accessi impropri nei Pronto soccorso, segnano il passo. E ciò nonostante l’ottimismo professato dai responsabili delle strutture amministrative della Regione, convinti di riuscire a raggiungere i target fissati entro i tempi stabiliti.
Per quanto riguarda le Case di comunità – sono 61 quelle da realizzare e aprire tra il Pollino e lo Stretto – risultano pagamenti pari al 9,4% del totale. Ancora peggio va per i 20 ospedali di comunità che dovrebbero sorgere da queste parti: zero strutture completate e pagamenti pari al 7,3% del totale. Per non parlare poi del progetto denominato “verso un ospedale sicuro e sostenibile” – varato teoricamente per rendere più al passo con i tempi i presidi esistenti dal punto di vista infrastrutturale e tecnologico – dove i pagamenti effettuati sono fermi all’1,2% dei finanziamenti complessivi.
Senza contare poi i vincoli paesaggistici, idrogeologici e i pareri negativi dei vigili del fuoco che stanno bloccando l’iter in alcune circostanze. Non che le cose vadano meglio nel resto del Paese. E’ stato speso soltanto il 34,4% dei fondi disponibili. 6,6 miliardi, e solo un terzo dei progetti è stato completato.
Sullo sfondo, ricorda sempre l’Area stato sociale e diritti della Cgil, resta poi il nodo del personale. Per migliorare la qualità della vita delle persone e garantire il corretto funzionamento delle Case di comunità e degli ospedali di comunità non è sufficiente costruire le strutture, ma è fondamentale dotarle del personale necessario per assicurare servizi efficienti e un’adeguata assistenza sanitaria ai cittadini. “Si stima la necessità – sottolinea la Cgil – di un numero compreso tra 12.901 e 19.417 infermieri, 1,414 assistenti sociali e un numero di Oss variabile tra 8.000 e 13.000. A oggi non risulta nessuna interlocuzione tra Ministero della Salute e dell’Economia a garanzia delle coperture economiche necessarie. Immaginiamo possa essere un punto che entrerà nell’ordine del giorno delle prossime convocazioni della Conferenza delle Regioni. Senza un’accelerazione concreta, per la Cgil non è azzardato ipotizzare che gli investimenti previsti nella Missione 6 del Pnrr falliscano… Fonte: Gazzetta del Sud









