Perché Tridico non sia uno splendido perdente (di Gioacchino Criaco)

Perché Tridico non sia uno splendido perdente

di Gioacchino Criaco

Non ci si schiera mai, gli scrittori lo fanno poco, salvo quelli che fondino il loro successo da una parte, qualunque essa sia. Gli autori calabresi in genere stanno molto attenti a non inimicarsi i vincitori di turno. Per parte mia avrei molta difficoltà a trovarmi accoccolato sulle ginocchia di un/una politica/o che esprima posizioni razziste, poco umane, in contrasto con gli interessi della mia terra. Nessuna difficoltà ho, al contrario, ad applaudire chi, di idee diverse dalle mie, operi bene per il bene di tutti, restando sempre, ognuno, negli abiti ideali che gli appartengano.

Non sto con questo centrodestra per questioni di idee e perché secondo me non ha operato bene. Sto molto a sinistra, ma con questo centrosinistra ho pochissimo da spartire.
Tridico sarebbe la storia sognata da qualunque comunicatore, ufficio stampa, la faccia splendida di un immaginario invincibile, che avrebbe vinto molto facilmente contro Occhiuto se fosse stato candidato per vincere. Chi lo ha convinto a sacrificarsi ad una sconfitta onorevole non ha mai creduto alla possibilità della vittoria, magari nemmeno la voleva la vittoria o confida in un secondo tempo di sfida che arriverà presto.

Povero come la maggior parte dei meridionali, emigrato come quasi tutti noi, infaticabile nello studio e nel lavoro, meritatamente fra i primi, in pista alfine per noi ultimi che essendo stragrande maggioranza dovremmo portarlo in trionfo, forse non lo faremo, ma potremmo anche farlo, all’ultimo minuto. Senza dietrologia, per vincere gli sarebbe bastato liberarsi dalle zavorre: tutti i candidati già in consiglio passato, per quelli che non voteranno, lo sono, e ripeto, tutti: perché nessuno di loro ha fatto battaglie all’ultimo sangue. La paura di perdere chissà quale tesoro elettorale senza di loro non ha alcuna base, sono un deterrente non una calamita. La presenza nelle liste e fra i supporter di feudatari di pari caratura di quelli di parte avversa(?) è un deterrente. Le amicizie e le vicinanze con noti ed antipatici personaggi, del candidato, sono pesi eccessivi.
Molti di quelli che si dicono per Occhiuto non lo amano, intravedessero una possibilità di tracollo lo mollerebbero all’istante.

Basterebbe portare al voto qualche centinaio di migliaia di calabresi che non voteranno, cosa tutt’altro che impossibile. Sarebbe stato facile se nelle liste ci fosse stata anima diversa, fresca, laterale, intelligente. C’erano tanti cuori impavidi disponibili, ma lì il feudo ha fregato Tridico rifilandogli cavalli bolsi.
Volesse, lui figlio vero degli ultimi, potrebbe ancora liberarsi dall’abbraccio. Certo, le liste non le può più cambiare. Può promettere però una Giunta completamente formata di cuori impavidi. Ora che gira le periferie ne incontra tanti, questi, in abbinamento con alcuni, straordinari, candidati, fortunatamente scampati alle maglie filtro degli infiltrati, potrebbero ancora rimettere in corsa un figlio della Calabria profonda, un non predestinato per antonomasia. Uno di noi.
Pasquale, puoi ancora farcela, serve tanto coraggio. Una sconfitta onorevole non ci serve.