Ilaria Salis, primo sì all’immunità: “Ho fiducia nel voto della plenaria, mi difenderà dal regime di Orbán”

La commissione Juri (Affari giuridici) del Parlamento europeo ha votato contro la revoca dell’immunità a Ilaria Salis. I contrari sono stati 13 e i favorevoli 12. Decisivi, dunque, i voti dei Popolari. Si tratta del primo giudizio per l’eurodeputata di Avs. Una vittoria per Salis. «È un segnale importante e positivo», esulta.

Ora la palla passa al Parlamento europeo che il 7 ottobre dovrà esprimersi in seduta plenaria. «Ho piena fiducia che il Parlamento confermerà questa scelta, affermando la centralità dello stato di diritto e delle garanzie democratiche – aggiunge Salis – Difendere la mia immunità non significa sottrarmi alla giustizia, ma proteggermi dalla persecuzione politica del regime di Orbán. È per questo che la sua tutela è essenziale. Le autorità italiane restano libere di aprire un procedimento a mio carico, come io stessa auspico e chiedo con forza».

I Popolari divisi in commissione: decisivi due voti

L’esito era appeso al voto dei popolari. La commissione è composta da 25 membri: 11 tra socialisti, verdi, sinistra e democratici, già contro la revoca dell’immunità; 7 tra sovranisti, conservatori e patrioti, che hanno votato a favore; 7 popolari, che si sono dunque divisi sul voto. Due loro voti sono stati decisivi per l’esito finale.

Tanto da scatenare l’ira della Lega che parla di «eurovergogna targata sinistra e traditori del centrodestra. I deputati del Ppe dovranno spiegare ai propri elettori il perché di un voto miseramente politico».

“L’Ungheria verso il ricorso”

Secondo il relatore della richiesta di revoca dell’immunità per l’eurodeputata Avs, il popolare spagnolo Adrian Vazquez Lazara, “questo voto rappresenta un pericoloso e brutto precedente. Prevedo che l’Ungheria presenterà ricorso alla Corte di giustizia europea”.

«Siamo un pochino più sereni ma molto felici, ma il voto ufficiale sarà a ottobre», esordisce Roberto Salis, il papà di Ilaria che per lunghi mesi, mentre la figlia era in carcere a Budapest, ne è stato la voce e si è speso per la tutela dei suoi diritti.

Chi non perde tempo a bocciare la commissione è il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, che su X ha scritto: “Chi sbaglia non paga”. Ma ormai a Salvini non se fila manco… la mamma con decenza parlando…

Le accuse dell’Ungheria a Salis

Ilaria Salis era stata arrestata l’11 febbraio del 2023 a margine di una manifestazione antifascista organizzata per contrapporsi al Giorno dell’Onore che ogni anno richiama a Budapest centinaia di nostalgici delle Ss da tutta Europa. Da quel giorno trascorrono 15 mesi di detenzione preventiva in un carcere che Salis racconterà prima nelle sue lettere e poi nel diario dal carcere, pubblicato in esclusiva da Repubblica Tg3, denunciando le condizioni di prigionia disumane e degradanti.

Nel giugno del 2024, Avs decide di candidare Ilaria Salis alle elezioni europee per tirarla fuori da quel «pozzo», come lo aveva metaforicamente chiamato nel suo fumetto dedicato a Salis Zerocalcare. Salis era stata eletta al parlamento di Strasburgo con 176mila preferenze.

La richiesta di revoca dell’immunità e l’iter in commissione

Il 10 ottobre dello stesso anno, il giorno dopo un duro intervento in aula dell’eurodeputata contro il governo Orban, le autorità ungheresi avevano trasmesso al parlamento europeo la richiesta di revoca della sua immunità. A dicembre la richiesta era stata affidata alla commissione Juri che aveva designato come relatore il deputato Adrian Vazquez Lazara. Dopo le audizioni, il relatore ha redatto un report su cui la commissione è stata chiamata a votare.