di Vincenzo Bisbiglia
Fonte: Il Fatto Quotidiano
Presidi permanenti in cento piazze. E una data cerchiata in rosso: quella del 4 ottobre, quando Roma – è il fondato timore degli investigatori – potrebbe essere messa a ferro e fuoco dagli antagonisti provenienti da tutta Italia. Sono ore calde sul fronte delle contestazioni pro-Pal dopo l’attacco della scorsa notte alla Global Sumud Flotilla in viaggio verso Gaza. La polizia antiterrorismo, la Digos e le questure di tutta Italia sono concentrate nell ’attività informativa e soprattutto in un dialogo costante con gli attivisti, dopo il risultato considerato più che positivo dello sciopero di lunedì (scontri alla stazione di Milano a parte). Si va avanti alla giornata, nel tentativo di prevenire disordini e disagi a cittadini per eventuali blocchi, ma anche monitorando quanto accade nel Mediterraneo.
I RIFLETTORI della polizia sono in gran parte puntati sulla Capitale. Qui già ieri i collettivi studenteschi (Osa e Cambiare Rotta su tutti), dopo aver manifestato davanti Montecitorio, hanno bloccato le lezioni e si sono riuniti in assemblea alla Sapienza, nella facoltà di Lettere, mentre domani pomeriggio dalle 16 manifesteranno nel cortile di Scienze Politiche. Anche se stando a quanto comunicato dall’Usb, sempre domani dovrebbe iniziare il presidio fisso in piazza dei Cinquecento, proprio davanti alla Stazione Termini. La strategia di Questura e Prefettura resta quella che ha già premiato lunedì: dare spazio alla manifestazione del dissenso, con la promessa che gli obiettivi “sensibili ” (le ferrovie, su tutti) non saranno toccati. Ovvio che i numeri dei presidi saranno importanti. Già ieri, per esempio, quasi 4 mila persone sono partite in corteo entrando nella stazione di Porta Susa a Torino e bloccando un treno regionale per esporre due striscioni.
Si ragiona di ora in ora, ovviamente. Anche perché è di ieri sera la notizia che una seconda manifestazione diffusa –a Roma e in altre città –potrebbe essere organizzata anche per la giornata di sabato: i bollettini degli informatori della Digos vengono aggiornati di ora in ora, è tutto in divenire.
È ovvio però che le notizie dalla Flotilla potranno modificare gli scenari in ogni momento. “Se la scorsa notte qualcuno si fosse fatto male, oggi avremmo dovuto fare gli straordinari”, è la considerazione di un investigatore.
IL 4 OTTOBRE, per ora, resta la data considerata a forte rischio. L’appuntamento è per le 14:30 a Porta San Paolo, a Roma, al grido di “riblocchiamo tutto ”. La piazza, dove svetta la Piramide Cestia, dista solo due km dalla Sinagoga. Quel giorno sono attese nella Capitale decine di migliaia di persone da tutta Italia. Anche perché la manifestazione sarà ampia e allargata a movimenti pacifici. Ma saranno presenti, in massa, anche gruppi antagonisti con cui il dialogo è meno proficuo, dagli anarchici torinesi di Askatasuna ai centri sociali meneghini che lunedì a Milano si sono responsabili dei disordini alla stazione Centrale, fino ai gruppi provenienti da Napoli. Il timore è che possa ripetersi il 5 ottobre 2024, con un primo grande corteo pacifico e poi azioni violente con il buio.
Tra l’altro, fra le preoccupazioni dell’antiterrorismo non ci sono soltanto gli antagonisti di sinistra. È dal giorno dell’omicidio, negli Stati Uniti, di Charlie Kirk che la Digos in tutta Italia lavora per prevenire sia il rischio emulazione sia la possibilità di possibili “vendette” da parte di gruppi suprematisti o di estrema destra. Tradotto: non si può escludere a priori che gli stessi manifestanti non possano essere vittime di azioni violente. Per questo è stato avviato un monitoraggio costante anche dei social network a opera della Polizia postale. Nella speranza che dal Mediterraneo non arrivino altre notizie di attacchi alla Flotilla.









