Catanzaro-Juve Stabia 2-2. La partita di Colao: “La rimonta delle furie giallorosse vale quanto una vittoria”

di Riccardo Colao

Fonte: L’Italiano

… Ai tanti allenatori da play station che han sostenuto Caserta (pur con tutti i suoi evidenti difetti di impostazione tecnica e di gestione della formazione), pazientando ad libitum e addirittura insorgendo contro chi non lo sosteneva e che iniziano a mugugnare su Aquilani – non consentendo allo stesso di avere un minimo di ricerca dell’amalgama (sì proprio lei, quella qualità che il presidente Massimino ipotizzava essere il nominativo di un calciatore e che avrebbe pagato qualsiasi cifra pur di averlo nel suo Catania) – un solo messaggio: abbiate fede, nel calcio tutto si crea e tutto si distrugge… un briciolo di fiducia deve necessariamente scaturire prima che il giocattolo possa finire per rompersi.

PRIMO TEMPO – La vittoria della Juve Stabia sullo Spezia avrebbe dovuto rappresentare un campanello d’allarme per casa Notiello (metà Noto e metà Iemmello) … e invece nessuna contromisura di una certa intelligenza calcistica è stata presa per arginare in qualche maniera la superiorità tecnica e atletica dimostrata dai campani.

Detto ciò bisogna pur riconoscere per onestà intellettuale nei riguardi della formazione di Abate come si sia transitati da un calcio fantasioso e architettonico a quello dei geometri. Non valgono le veroniche, i passi felpati, i doppi passi, quel che un tempo si definiva “scartare un avversario” e neppure i tiri ad effetti… ormai nel football “al tempo del Var” quel che contano sono i centimetri (se va bene) e se va male persino i millimetri… Abbiamo così assistito ai primi 45′ di gioco, per la maggior parte gestiti dalle Vespe, che a conti fatti sono riuscite a pungere due volte.

Una ventina di minuti di possesso palla quasi continuato e asfissiante non è servito a capire che quella gestione poteva costare cara. Se n’é accorto al 19′ l’incolpevole Pigliacelli che ha subito il gol su penalty decretato da Sacchi che ha deciso di punire le trattenute reciproche tra Bettella e Gabrielloni a vantaggio della Juve Stabia. Calcia dagli 11 metri lo stesso bomber e il “Catanza” si ritrova sotto di un gol.

La reazione? Se possiamo definirla così dobbiamo anche riportare che non è stata di quelle brillanti. Tuttavia cinque minuti più tardi (era il 25′) il rude Cacciamani sgambetta Cassandro, ben imbeccato da Iemmello, che rotola in area di rigore. Sacchi non ha dubbi ed indica il penalty sventolando pure un cartellino giallo per il colpevole. Grandi proteste da parte dei calciatori stabiesi. Poi (come ormai di consueto) interviene il parere del Var e l’arbitro è costretto ad assegnare solo un calcio di punizione dal limite. L’azione non genera alcun problema e si va avanti nel solito solfeggio: controllo palla stabiese e tentativi giallorossi di recuperare lo svantaggio. In queste more si beccano il giallo prima Antonini e poi Pierobon colti in atteggiamenti “sospetti” durante le rispettive fasi difensive.

L’occasione propizia per il “Catanza” la si registra a 37′ quando Pandolfi si agita a pochi passi dall’attento Confente e cerca di bucarlo mentre la sfera rotola sui piedi di Cisse. La “perla nera” rapido come una faina calcia diretto in porta e solo una deviazione rimanda tutto al corner; anche dalla bandierina – dopo la battuta – non accadrà nulla.

Il primo tempo ha ancora tante altre cose da raccontare. La tifoseria incalza i giallorossi e li spinge al pareggio ma è la Juve Stabia al 44′, a raddoppiare con Carissoni che sfugge al controllo della difesa e con un pallonetto infila in rete su Pigliacelli colto nella disperata uscita. 2 a 0 e palla al centro… ci si avvia al ritorno negli spogliatoi quandi Cacciamani (già ammonito in precedenza) placca Cassandro e Sacchi raddoppia il giallo ed estrae il rosso indicandogli la strada degli spogliatoi.

11 contro 10. Ora i prossimi 45 minuti si giocheranno con tale situazione numerica. Basterà al “Catanza” per recuperare una gara che al momento pare persa?

SECONDO TEMPO – Laggiù – negli spogliatoi – tra soffi di vapore, asciugamani lanciati da per tutto e bevute di minerale, Aquilani si è reso conto della necessità di osare; ridisegna la formazione per cercare a tutti i costi la rimonta. Decide di escludere tre dei suoi pupilli iniziali quali Antonini, Rispoli e Bettella; getta dentro la mischia: Petriccione, Verrengia e Di Francesco. Abate in dieci uomini – dalla parte sua deve fare di necessità virtù; prende le contromisure e richiama Maistro e Pierobon spedendo sul manto del Ceravolo Mosti e Reale.

Sin dai primi istanti si intuisce, dalle gradinate alle tribune, che in campo non son ritornati undici uomini di Aquilani ma altrettante belve assatanate, furie giallorosse scatenate alla ricerca del gol. Qualcosa deve essere accaduto fra gli armadietti degli spogliatoi perché ora la Juve Stabia è arroccata nella sua zona difensiva nel tentativo di arginare la foga catanzarese. Ed il gol arriva. Oh se arriva… A punire Confente è Verrengia al 52′ (7′ s.t.) con un colpo di testa chirurgico. Lui incassa il calcio piazzato di Pontisso e lo trasforma nel gol del 2 a 1. Come al solito la parola passa all’esame del Var per un controllo geometrico sulla linea del fuorigioco… secondi…minuti di attesa poi l’arbitro indica la palla al centro e il match come per incanto si riapre sotto gli applausi scroscianti della platea casalinga.

Ormai è chiaro: non è tanto la superiorità numerica a far valere la prepotenza giallorossa ma il desiderio di riprendere il controllo della partita da parte di Aquilani che comprendendo del bisogno di fisicità, spedisce nella bagarre il “biasimato” Pittarello (al posto di Pandolfi).

Tra le tante azioni portate avanti con piglio garibaldino e intelligenza tattica c’é quella di Cassandro che crossa; Pittarello raccoglie e fa la sponda per Iemmello; lo zar fabbrica, a modo suo, il gol del 2 a 2! Ora il Ceravolo si trasforma in una bolgia, un vulcano che erutta fuoco e fiamme e tra gli spettatori compare persino il vessillo del capotifoso storico, l’immancabile e irriducibile Gianfranco Simmaco.

Al 76′ Iemmello, sempre lui, ha l’occasione per il tris ma colpisce di sguincio l’assist di Di Francesco e la sfera finisce sul fondo. C’é da restare incantati per la meravigliosa e generosa prestazione di Cisse che lotta su tutti i palloni e crea scompiglio su ogni fascia di campo. Le Aquile costringono le Vespe a rintanarsi nel loro alveare e lottano sino alla fine per strappare il risultato positivo. Al termine dei 45′ regolamentari vengono assegnati 6 minuti di recupero che si protrarranno sino al 97′ abbondante. Ci provano in tanti a scardinare la tana difesa da Confente: Iemmello, Pittarello, Di Francesco l’indomabile e infaticabile Cisse… Poi il “big ben” dell’arbitro Sacchi decide che è il momento dello stop. Tutti a casa. Finisce 2 a 2 con qualche rammarico per i giallorossi…

CONCLUSIONI  Poteva arrivare la prima vittoria ma visto e per come si erano messe le cose alla fine del primo tempo, sarebbe potuta arrivare la prima sconfitta. La scorsa stagione con una formazione potente che avrebbe dovuto competere per la promozione (come in effetti è stato sino all’ultimo) ma che era indicata buona per la salvezza, ogni pareggio veniva salutato con pazienza e il mantenimento del “sor Casoria” ora sbarcato (per fortuna) a libro paga del Bari. Aquilani ha colto cinque pareggi, è vero, ma quello odierno vale quanto una vittoria per la semplice ragione che non era facile recuperare il doppio svantaggio. Lui ci è riuscito grazie al coraggio e alla visione che detiene su ogni singolo calciatore che decide di impiegare.

Arrivederci al prossimo mercoledì… tutti a Marassi per Sampdoria Catanzaro … Oggi leggeremo di Bari-Samp (si affronteranno alle 19,30) e sapremo se sarà il caso di volare a Genova per vincere o se Aquilani e la sua “armata” dovranno reggere l’assalto all’arma bianca dei blucerchiati in preda allo sconforto più totale. Giallorossamente vostro!

Riccardo Colao