COMUNICATO STAMPA
COLPO COmitato Liberazione POpolare
Dopo 48 giorni tutto tace.
L’ultimo Consiglio Comunale di Paola si è tenuto alla fine di luglio: da allora, nessuna nuova convocazione. Eppure, i punti da discutere in consiglio sono numerosi e urgenti, e tra questi punti si trova in sospeso la mozione in cui si chiede il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte del comune di Paola, e la conseguente azione di richiesta al Governo italiano.
Nel frattempo, ora dopo ora, ci giungono nuove notizie di raid e attacchi israeliani su più fronti. Siamo costretti ad assistere in silenzio agli atti finali di un genocidio che si consuma con sistematica e pianificata crudeltà da anni, frutto di un’occupazione militare che dura da oltre mezzo secolo, in violazione sistematica del diritto internazionale e delle risoluzioni ONU, tra cui la n. 242 del 1967 e la n. 2334 del 2016.
È importante sottolineare che, nonostante il silenzio assordante delle istituzioni, il nostro appello ha continuato a viaggiare: si è diffuso a macchia d’olio raggiungendo decine di comuni della costa tirrenica. In alcuni casi è stato già discusso e approvato all’unanimità, come nel consiglio comunale di Longobardi, ed è in attesa di discussione a Fuscaldo, Belmonte Calabro, Amantea, Lago, Cleto, San Lucido, Diamante e Cetraro.
A Paola, invece, la riunione dei capigruppo — momento propedeutico alla convocazione del consiglio — è stata rinviata a data da destinarsi, ufficialmente per “impegni personali del Presidente del Consiglio Comunale”.
In un clima di crescente disordine internazionale, in bilico sulla soglia della terza guerra mondiale, apprendiamo che Paola ospiterà il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, in occasione di un comizio elettorale a sostegno della Presidente del Consiglio Comunale Emira Ciodaro, candidata al Consiglio Regionale nelle prossime elezioni.
Rinviare il Consiglio Comunale significa tenere in ostaggio la città fino alla fine della campagna elettorale.
L’incontro avverrà all’interno del Palazzo di Città, all’ora di pranzo, lontano da piazze e strade, lontano da contestazioni, lontano dalle voci di una cittadinanza che vuole parlare. Non è un caso.
Salvini, noto sostenitore del Ponte sullo Stretto, ha recentemente dichiarato che “le spese del ponte saranno interamente sostenute da Calabria e Sicilia” — un’opera faraonica da oltre 13 miliardi di euro.
La Calabria, regione più povera d’Europa per PIL pro capite secondo i dati Eurostat 2024, è una terra in cui si muore di malasanità, in cui si chiudono ospedali e scuole, in cui viaggiare da una provincia all’altra è un viaggio della speranza. Questa Calabria, regione in cui i territori sono ancora divisi come feudi tra signori della politica locale, che tramandano privilegi e soprusi di generazione in generazione, dovrebbe sostenere le spese di un’opera irrealizzabile e inutile.
Lo stesso Salvini ha dichiarato “riconoscere la Palestina è un regalo ad Hamas” e commentando l’azione della Global Sumud Flotilla ha detto “I signori in barca a vela della flotilla ci costano milioni di euro”.
Una dichiarazione che insulta l’intelligenza e il coraggio di attivisti internazionali, pacifisti, parlamentari e personale medico, che tentavano di rompere l’assedio illegale di Gaza per portare aiuti umanitari. Un’affermazione grave, che riflette una posizione politica apertamente schierata contro la solidarietà e il diritto umanitario internazionale, e che giustifica, di fatto, l’assedio e i bombardamenti indiscriminati.
Ma la Calabria è anche terra resistente. Solo lunedì scorso, 22 settembre, migliaia di donne e uomini di ogni età hanno sfilato per le vie di Cosenza, contro le politiche di riarmo, contro la complicità dell’Italia nel genocidio in atto a Gaza, contro una classe politica inadeguata e servile verso la NATO e chi, dal genocidio, si arricchisce.
Anche a Paola, nei giorni scorsi, è stato convocato un presidio spontaneo, che ha visto la partecipazione di cittadine e cittadini da tutta la costa. Un momento forte di solidarietà, presenza e resistenza civile. All’iniziativa non ha partecipato alcun membro dell’amministrazione comunale, fatta eccezione per alcuni Consiglieri di minoranza che hanno rilanciato pubblicamente la mozione presentata dal nostro Collettivo e in seguito dall’ANPI, chiedendo che venga calendarizzata immediatamente in Consiglio.
Pretendiamo risposte immediate.
La città di Paola non vuole Salvini. Vogliamo dire forte e chiaro che il Ministro non è il benvenuto. Le politiche di morte che porta avanti non sono in nostro nome.
Pretendiamo che il Comune di Paola si esprima, finalmente, in rappresentanza delle sue cittadine e dei suoi cittadini liberi.









